Terzo Capitolo

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Silvia l'ha trascinato via, cercando di nascondere l'amarezza.

Sa che Fabrizio non ha torto e per questo non gli va contro, ma si aspettava una reazione diversa, dopo tutto il dolore che ha causato al suo ex. Però no, nessun riguardo, niente.

E allora capisce che forse è il momento di portare Ermal fuori da quel buco che si è creato e farlo tornare a vivere, perchè il romano non merita più neanche una sola lacrima versata da quell'anima pura che è il cantante.

L'albanese si lascia manovrare a piacere, come una bambola. Quella serata lo sta stancando sempre di più e quell'ultimo "va via" è stato più di quanto lui potesse reggere.

Si accascia contro il muro e lui lascia le lacrime libere di scivolare e arrivare a terra.

Non è la frase ad averlo ferito, ma gli occhi.

Se c'è stata una cosa che ha sempre amato di Fabrizio, quelli sono proprio loro. Basta guardarli per capire il romano, sono un po' la sua chiave di lettura. E quando aveva pensato che fosse antipatico era perchè semplicemente non li aveva osservati davvero. Le verità è che tutto quello che lui prova in realtà si riversa nelle iridi scure e calde, perchè Fabrizio si mostra per quello che è, non ha mai filtri. Mai eccetto oggi.

Mai, eccetto nel momento in cui l'ha cacciato.

In quel momento ha messo un panno tra di loro e in quegli occhi in cui lui amava perdersi, non ha trovato nulla. Non la scintilla che li contraddistingue, non rabbia, non dolore, nessuna emozione per averlo rincontrato dopo due anni. Per un attimo sono diventati vuoti e lo sa, lo sa benissimo di essere colui che li ha spenti.

Silvia gli accarezza una guancia, forse per consolarlo, forse per fargli capire che lei c'è. Ma Ermal non la vuole, non vuole nessuno in quel momento, vuole semplicemente rimanere lì a cacciare tutta la frustrazione che prova da troppi mesi.

Lei però non è dello stesso avviso. Gli stringe una spalla, lo costringe a guardarla.

«Smettila. Hai pianto abbastanza per lui, adesso andiamo via.» gli tende una mano e spera che lui l'afferri per poterlo portare via da quella sofferenza che il romano sta causando a entrambi, ma come previsto il riccio scuote la testa.

La donna sbuffa, nervosa. Da due anni le sembra di star facendo la baby sitter e sì, era anche colpa sua, per questo ha continuato a essere sempre presente nella vita dell'albanese. Però, dopo aver visto il trattamento che gli ha riservato Fabrizio si è stancata.

Tutto questo sta diventando pesante e lei non ne può più.

«Ermal cazzo, guardati! Ti stai annullando, posso contarti le costole da sotto la maglietta e per chi?! Per uno st-»

E alla fine una reazione la ottiene, ma non è quella che spera.

Ermal smette di piangere all'istante, indurisce i lineamenti, assottiglia lo sguardo ancora lucido.

«Silvia, non osare.» le ringhia contro e non gli importa che è la donna che in due anni l'ha praticamente salvato: Fabrizio non lo può insultare nessuno, non davanti a lui.

Lei rimane in silenzio per un solo attimo, spiazzata.

Non ha mai visto un Ermal così freddo e già pronto ad attaccare, mai, neanche quelle rare volte in cui chiedeva di suo padre, prima di capire che era meglio non parlarne.

Questo ovviamente le dà ancora più fastidio perchè dannazione, il romano l'ha distrutto e lui si ostina pure a difenderlo.

«Non osare cosa, Ermal? Non devo dire-»

La Strada || MetaMoro Where stories live. Discover now