Occhiali

1.1K 48 98
                                    

Steve si chiedeva perchè Tony, nonostante non avesse mai cucinato in vita sua, avesse dotato la cucina della Tower di ogni elettrodomestico moderno immaginabile, rendendola inaccessibile a Steve anche con l'aiuto di F.R.I.D.A.Y.

Il soldato stava provando ad accendere le piastre a induzione, premendo sul punto indicatogli dall'Intelligenza Artificiale, senza successo. Pigiò sempre più insistentemente fino a quando non si formò una crepa sulla superficie nera.

<<Cavolo.>> borbottò il Capitano.

<<F.R.I.D.A.Y., dov'è Tony?>> chiese, arrendendosi.

<<Il Signor Stark si trova nel laboratorio, Capitano Rogers.>>

<<Certo, dovevo aspettarmelo...Grazie F.R.I.D.A.Y.>>

Steven iniziò a scendere le scale, intenzionato a chiedere allo scienziato se pensava di poter continuare a vivere di cibi surgelati a vita.

Ultimamente il rapporto fra lui e Tony era diventato più stretto. Steve non aveva ancora capito in quale senso: i due non avevano certo smesso di litigare, anzi, ma parlavano molto di più, frequentavano gli stessi ambienti dell'Avengers Tower senza doversi per forza sedere su divani diversi. C'era una specie di magnetismo fra loro, che li spingeva a stare vicini, qualunque cosa accadesse o qualunque discussione avessero.

Probabilmente stavano diventando amici, pensò il Capitano.

Grazie al siero del super soldato Steve, dopo quindici piani di scale, non aveva neppure il fiatone.

Tutte le luci del laboratorio erano abbassate, eccetto quelle che illuminavano la scrivania di Tony.

Steve si avvicinò da dietro. Vedeva la testa del miliardario appoggiata alla poltrona, con la luce che attraversavano i folti capelli castani creando una sorta di aureola. Era uno spettacolo che Steven, per un po', si fermò a fissare.

Si riscosse quando si rese conto che quella posizione era innaturale, e troppo immobile.

Si avvicinò, per poi scoprire il volto del genio rilassato in quello che doveva essere un bel sogno, i capelli sparati in alto, come se ci avesse passato ripetutamente le mani, e un sottile paio di occhiali squadrati inclinati sul naso, che coprivano un occhio si e l'altro no.

Le labbra leggermente umide erano aperte, e lasciavano intravedere gli incisivi in un piccolo sorriso.

Steve lo trovò tenerissimo, provò una sensazione nel profondo del cuore, a cui non seppe dare un nome.

A causa dell' educazione rigida ricevuta, il Capitano faticava a riconoscere quel sentimento come amore, poichè era nei confronti di un altro uomo, sentimento che gli avevano insegnato si provasse solo per le donne, quindi doveva essere qualcos'altro.

Tenerezza? Profonda amicizia?

Il soldato non lo credeva, non aveva ne avrebbe mai avuto con Tony lo stesso tipo di rapporto che invece aveva con Bucky, ma smise di pensarci nel momento in cui il palyboy, con un grugnito, si rigirò sulla sedia in una posizione alquanto scomoda, che l'avrebbe sicuramente fatto svegliare con il torcicollo.

Steve cercò di valutare la situazione e le opzioni che gli si presentavano davanti: svegliarlo non sembrava una prospettiva fattibile data la profondità del sogno dell'uomo, e la sua probabile reazione seccata ad un risveglio brusco. Di lasciarlo lì nemmeno se ne parlava, domani avrebbero avuto una riunione con lo S.H.I.E.L.D. e Tony non avrebbe potuto partecipare con i dolori post-notte-passata-a-dormire-in-una-posizione-improbabile.

Decise di agire prima che il suo cervello gli impedisse di fare ciò che stava per fare. Con un movimento lento, ruotò la poltrona girevole verso di se, e con un gesto fermo ma delicato, mise una mano sotto le ginocchia di Tony, una dietro la sua schiena e lo sollevò: era incredibilmente leggero.

La mente di Steve iniziò a riempirsi di paranoie su cosa sarebbe successo se qualcuno li avesse visti, o, peggio, se Tony si fosse svegliato. Si disse che non aveva nulla da temere, che tanto non si odiavano più e che avrebbe sicuramente trovato una scusa per spiegare quella situazione.

Chiamò l'ascensore con la nocca del mignolo, cercando di non far muovere troppo Tony.

Una volta giunti nel silenzio della cabina lo osservò attentamente. Con quegli occhiali storti e il viso disteso dal sonno sembrava molto più giovane, un universitario che si addormenta sui libri la notte prima degli esami.

Steve si accorse distrattamente che le sue labbra e la fronte pallida di Tony erano sorprendentemente vicine, e che evitare di farle congiungere diventava sempre più difficile.

Ancora quello strano sentimento senza nome, che fece perdere Steve nei propri pensieri, tanto da farlo leggermente sobbalzare all'apertura delle porte dell'ascensore.

Il piano era deserto, le luci erano soffuse e calde, nella versione notturna: erano passate le otto e mezza.

Steve avanzò con con calma verso la porta della camera di Tony, nel suo corridoio privato.

L'inventore, intanto, forse per un riflesso nel sonno, si era aggrappato alla camicia del Capitano, stringendola forte fra le dita.

Giunti in camera, Steve sussurrò:<<F.R.I.D.A.Y., accendi la luce, per favore, ma non troppo forte...>>

L'Intelligenza Artificiale capì perfettamente, e, senza rispondere, accese delle basse e calde luci alla base del letto sfatto, simili a quelle presenti nel corridoio.

Steve si prodigò per far sdraiare Tony il più comodo possibile, ma questo non gli staccava ancora la mano dalla camicia. Sapendo di non poter lasciare là l'indumento, con estrema calma e terrore si apprestò a far lasciare a Tony la presa.

Tutte le sue paure si avverarono quando Tony aprì gli occhi, trovando quelli azzurri del Capitano a pochi centimetri dai propri.

Imbarazzatissimo, Steve distolse lo sguardo da quello del genio.

<<Ehm, ecco...si... ti eri addormentato di sotto, nel laboratorio e...>>

<<Grazie, Steve>>fece Tony con la voce impastata dal sonno, accoccolandosi di più su se stesso.

Non aveva ancora lasciato la camicia del'altro.

Steve diede un piccolo colpo di tosse.

<<Quindi...Buonanotte, Tony.>>

<<Buonanotte, Cap.>>

E poi, senza alcun preavviso, come se fosse la cosa più naturale del mondo, gli diede un sonoro bacio a stampo, gli lasciò la camicia si girò avvolgendosi nelle coperte.

Il Capitano rimase immobile in quella posizione scomoda, con le ginocchia piegate, le labbra leggermente schiuse che conservavano il fantasma delle labbra di Tony come se fossero ancora lì.

Steven iniziò a farsi un idea di cosa fosse quel sentimento che lo pervadeva, rendendosi conto di desiderare un altro bacio.

<<B-buonanotte>> borbottò a mezza voce, uscendo dalla stanza, non sbattendo contro l'armadio per un soffio, tanto era sconvolto.

Quella sera si sarebbe accontentato di qualche pasto surgelato.

Angolo me:

Ciao a tutti!

Vi giuro che non è colpa mia! Il mio cervello ha partorito questo clichè mieloso e dolcissimo e io l'ho scritto!

Grazie per essere passati, bye bye!

Stony One Shots - Io ci saròWhere stories live. Discover now