18)Ti comporti come un gangster del Bronx!

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All'inizio pensavo succedesse la stessa cosa in cui Keagan era immischiato alle superiori.

Dopo che suo padre morì, lui entrò in un brutto giro e iniziò a fare soldi vendendo droga. Prima in piccole quantità ma, man mano che il tempo passava, finì per ritrovarsi nei casini. Anche in quel caso non aveva detto nulla a nessuno e ancora non capisco il motivo di tutto ciò che accadde quell'anno, ma una cosa la so: non lo lascerò da solo questa volta. Lo aiuterò.

L'ultima volta non lo feci. Nessuno lo fece. E lui finì per essere beccato e messo in prigione per un po'.

Quando uscì si allontanò da tutto quel mondo e noi pensavamo che non ne volesse avere più niente a che fare. Ma a quanto pare mi sbagliavo, e ciò che fa ora è anche peggio.

-Keagan, vendere armi è molto grave e soprattutto illegale!- continuo su tutte le furie. -E poi si può sapere da dove le prendi?-

-Questo lo so, ok? Ma non ho avuto scelta! Sono dovuto tornare in Virginia per sistemare un casino che aveva combinato Chase, la notte in cui mi hai trovato a casa. Ero tornato solo per aiutarlo e poi volevo ripartire la notte stessa, per non riniziare con sta storia di merda, ma poi era arrivata la polizia e io sono stato costretto a scappare e a nascondermi.-

All'improvviso mi colpisce un'illuminazione. 

La sera in cui è tornato. La notte del Revenge Day. Tutti avevamo sentito le sirene della polizia, ed io mi sono ritrovata a nascondermi dietro un cespuglio con Emmett il secchione che tentava di baciarmi, con la paura che fossero lì per noi. Invece, a quanto pare, erano alla ricerca di Keagan e Chase.

-Ma almeno così gli ho restituito un enorme favore che lui mi aveva fatto tre anni fa, e adesso che ho risolto quest'ultima situazione, forse non dovrò più pensare a nulla del genere.-

-Quale favore?- lo interrompo, per capire meglio come sono andate le cose.

-Non te lo posso dire, Aly. Mi dispiace ma non posso, e ti prego di non insistere.-

Sono stanca di tutti questi segreti, perchè non può semplicemente dirmi come stanno le cose una volta per tutte?

-Puoi dirmi almeno perchè quel ragazzo ha iniziato a picchiarti?- scuoto la testa esasperata, non avendo idea a quali delle mie domande risponderà, o se le lascerà in sospeso con un bel punto interrogativo.

-Perchè gli ho detto una volta per tutte che non voglio più essere tirato in mezzo a sto schifo.- risponde, serrando la mascella.

-Io non capisco...viviamo ad EastVille. Qui non accade mai nulla di strano, è sempre tutto normale. Poi arrivi tu e ti comporti come se fossi un gangster del bronx!-

Keagan resta impalato con un'espressione confusa e un po' disorientata. -Che cosa?-

In effetti non ha molto senso quello che ho appena detto, ma sto svalvolando perchè ho troppa paura di perderlo di nuovo.

-Lo sai che cosa succede se ti beccano? Finisci in prigione, e non per poco tempo, ecco cosa!- mi altero ma vedo in Keagan formarsi una scintilla divertita negli occhi. Ma che gli prende?

-Stai dicendo che ti mancherei troppo?-

Come riesce a trovare il tempo per fare il dongiovanni anche in situazioni serie come queste? Non cambierà mai...

-Non ho mai detto che mi mancheresti troppo. Però mi mancheresti troppo.- ammetto con una vocina sottile, e mi stringo nelle spalle.

Keagan ride, scuotendo la testa. -Cos'ho fatto per meritarti, Alyssa Stone?-

Mi si scalda il cuore e non posso fare a meno di sorridere. -Dai, andiamo a casa. Devi medicarti quella brutta ferita.-

Appena raggiungiamo il bagno al piano di sopra, lo faccio sedere sul bordo della vasca con del ghiaccio sulla guancia, mentre io mi dò da fare per trovare il kit di primo soccorso.

Da quello che ho capito dalla nostra discussione di poco fa, questa era l'ultima volta in cui ha dovuto lavorare per loro, e dopo stasera non avrà più niente a che fare con questa vicenda.

Così decido di non ritornare più sull'argomento e mi limito a tamponargli le ferite con un batuffolo di cotone.

Mi siedo accanto a lui e inizio dalle nocche delle mani, per poi passare al viso.

Appena disinfetto lo zigomo Keagan strizza gli occhi per il bruciore e io riesco solo a pensare che con questo livido sembra ancora più irresistibile.

-Fatto- 

Chiudo il kit e mi sciacquo le mani nel lavandino. Quando Keagan arriva dietro di me, abbracciandomi da dietro e appoggiando il mento nell'incavo del mio collo. Al tocco delle sue mani sui miei fianchi sussulto e rimango paralizzata.

-Grazie- sussurra vicino al mio orecchio.

La voce mi trema. -Ma ti pare, era solo un po' di sangue-

-Non solo per avermi disinfettato le ferite- mi corregge. -Ma per prenderti cura di me... tu lo hai sempre fatto.-

È la verità, ma non pensavo se ne fosse mai accorto. D'altronde anche lui si è sempre preso cura di me, era una cosa reciproca. E forse lo è ancora.

Mi volto verso di lui e faccio la prima cosa che mi viene in mente. Lo abbraccio.

Lui non si tira indietro e mi stringe a sé con le sue grandi braccia che mi fanno sentire al sicuro. La sua stretta è calda e forte, come se non mi volesse far scappare da nessuna parte. Ma io non ne ho la minima intenzione.

Rimaniamo in quella posizione a lungo, senza dire nulla. In momenti come questo le parole non servono o, forse, non sono abbastanza. In ogni caso è meglio lasciar parlare il silenzio.

Noto alle spalle di Keagan che una debole luce si fa spazio tra i vetri della finestra, e questo vuol dire che il sole sta sorgendo.

-Dovremmo andare a dormire- Non ho sonno. Per niente.

-Hai ragione.- acconsente Keagan, sciogliendo l'abbraccio. -Dormi con me?-

Non c'è alcun cenno di doppio senso nella sua voce. È serio ed è questo che mi spaventa. Perchè lo vorrei eccome...

-...È meglio di no-

Keagan si incupisce e io torno in camera mia, senza di lui.


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Kiss me or Kill me [COMPLETA] #Wattys2019Where stories live. Discover now