Chapter Two

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Armonia Rilassante

Tae Yong's POV

Quella testa di cazzo del mio collega è sempre distratto, che rottura dovergli fare da balia. Che poi, perché mi ritrovo sempre io quelli a cui devo badare? Che seccatura.

È sempre stato così: quel deficiente perde facilmente la concertazione, cosa che mi fa incazzare come un matto, certe volte lo picchierei, soprattutto quando non riesce a dire di no, maledizione.

Sospiro avviandomi al banco per prendere le successive ordinazioni, è una daily routine questa vita: università, lavoro, casa. Non c'è spazio allo svago, altrimenti chi mi porta a fine mese. Non mi lamento di certo, con il lavoro riesco a pagare le tasse universitarie, l'appartamento e le spese che conseguono, non ci sarebbe comunque tempo e soldi per lo svago.

Mentre sto raggiungendo un tavolo dove ci sono due adolescenti ad attendere il loro ordine vengo bloccato da una scena che mi fa ribollire il sangue nelle vene.

Una cliente sta cercando un approccio con l'altro dipende, il quale si trova in difficoltà poiché non sa bene che dire, si intuisce dal suo comportamento.

Come al solito il coglione non riesce a rifiutare le avance di una cliente.

"Scusami, ma qui è proibito dare i numeri del personale alla clientela, mi dispiace per l'inconveniente" esordisco dietro le spalle del cameriere con tono atono, quest'ultimo sobbalza per la sorpresa e sorride alla cliente in forma di scuse, in fine si volta verso di me. Gli lancio uno sguardo che se potesse lo avrebbe incenerito sul posto e lui sospira sapendo che lo avrei tirato per le orecchie appena finito il turno.

Riprendo i passi verso il tavolo che devo servire, i due adolescenti sembrano intenti a discutere con dei libri e quaderni aperti, credo proprio che stiano parlando di argomenti scolastici. Ragazzini.

"Ecco a voi!" esclamo con finto entusiasmo ai giovinetti, i quali sussultano e mi lanciano uno sguardo trucido, ora sorrido onestamente. Quanto adoro queste situazioni dove il cliente è distratto e appena arriviamo noi con gli ordini si prendono un colpo, manco fossimo fantasmi.

Dopo averli serviti mi guardo un po' attorno, la situazione attualmente è calma e noto che il mio collega sta amabilmente parlando con un nostro cliente abituale, quel ragazzino un giorno credo che gli tira uno dei libri che si porta sempre a presso in faccia a quel deficiente.

Mi dirigo verso il bancone, nel tragitto mi avvicino al tavolo dove quei due stanno parlando e con un cenno saluto lo sprovveduto che mi lascia uno sguardo di disperazione, mentre il mio collega continua a parlare di qualcosa a me sconosciuto, sorrido con dolcezza e li sorpasso.

"Capo, posso prendermi cinque minuti di pausa?" annuncio scrutando il responsabile che sta asciugando dei bicchieri, quest'ultimo sospira e posa l'oggetto sopra il lavello.

"Va bene, però fa presto! Quelle dannate sciupa polmoni ti uccideranno un giorno!" urla in lontananza, dato che dopo aver detto "va bene" io me sono scappato.

Sciupa polmoni, che ridere! Le sigarette sono un eccezione alla regola svago, non so realmente quale sia il bisogno di cui necessito una di esse, ma, so semplicemente che se non fumassi per più di tre ore diventerei uno schizofrenico, già accaduto.

Mi appoggio ad uno scalino del retro della caffettiera, il quale sembra più una seconda entrata, infatti è persino decorato con delle piante ai lati dell'uscio. Di fronte si trova un campo di basket, dove spesso quando ci ritroviamo tutti i ragazzi andiamo a fare una partita (piccola eccezione allo svago), si aggiunge alle volte anche il ragazzino che il mio collega sta tormentando, ed è pure bravo il marmocchio.

Sto per accendere una sigaretta ma qualcosa, o meglio, qualcuno attira il mio sguardo: c'è un giovane dai capelli biondicci seduto nel muretto accanto al retro.

Non l'ho notato, strano.

Tiene una fotocamera in mano ed ha lo sguardo perso verso il campo, appare immerso nei pensieri, mi domando se sono così profondi, non si accorge nemmeno della mia presenza.

Accendo la sigaretta, la fiammella lo fa sussultare ed ora i suoi occhi sono su di me, aspiro per poi ritornare a fissare il campo, cosa che fa anche lui.

Restiamo un po' in silenzio, la sigaretta è quasi terminata, poi accade un qualcosa che turba un po' la quiete.

"I've never played basketball" proferisce una voce con un accento marcato, inglese?!

Ora, che cazzo dovrei dire?! Capisco che non ha mai giocato a pallacanestro, ma, io che dovrei fare con questa informazione? Qualcuno mi aiuti... anche in inglese!

"I don't speak in English... I know... someone who can help you..." esordisco con incertezza, dove cazzo è la testa di cazzo del mio collega?!

"Sono capace di parlare anche il coreano, ho origini di qui... credevo che si notasse" appura lo sconosciuto guardandomi con un ghigno. Rimango con la bocca aperta, incredulo di ciò che è appena avvenuto.

"Ragazzino, come ti permetti?!" lo riprendo avvicinandomi, lui sgrana gli occhi e si alza in piedi, ora mi guarda terrorizzato.

"Io... non volevo offenderti, ero sarcastico... mi dispiace" dice con voce sottile e con un inchino. Abbastanza perplesso dallo strambo individuo, mi fermo a due passi da egli.

"Ehi! Tranquillo, non ti avrei fatto nulla, non essere così formale" pronuncio con una risata per poi appoggiargli una mano sulla spalla per dargli una pacca, il ragazzino mi esamina con un sopracciglio alzato non capendo cosa sta succedendo, a dirla tutta nemmeno io so che cazzo sta accadendo.

"Non senti freddo?" domando curioso, perché io sono uscito per i famosi cinque minuti e ora sto congelando, dato che non mi sono portato la felpa con me fuori e sono con una camicia leggera.

"Not really, cioè... non troppo, si sta bene" sussurra ritornando con lo sguardo verso il campo da gioco.
Lo osservo attentamente e sospiro esasperato.

Maledetto me... raccolgo troppi gatti randagi...

Mi guarda interrogativo.

"Ti va di entrare? Ti offro una cioccolata e un dolcetto, tanto per riscaldarti un po', anche se non senti troppo freddo. Ah! La cioccolata è di varie gusti e sono uno dei cameriere"

—~—
I capitoli verrano revisionati alla fine, attualmente correggerò l'errore che mi salterà all'occhio ma alla fine riparerò gli errori (orrori) grammaticali.

Scusate per il ritardo ma tra lavoro, studio e vita sociale non ho il tempo di scrivere nemmeno un capitolo decente... infatti scarabocchio qualcosa quando sono dentro i mezzi pubblici o tra una pausa e l'altra... che fatica.

Sto cercando ancora di dare forma ai personaggi, perciò non so ancora come sarà lo svolgimento... spero solo di arrivarci presto...

Ecco un altro personaggio secondario! Tae! Già.. ancora non ci sono capitoli dei protagonisti, purtroppo per voi è una storia cliché alternativa.

Spero che questo schifo vi si piaciuto, noi ci vediamo al prossimo capitolo che non so quando arriverà... sorr
Alla prossima!

UNTITLED • markhyuck Where stories live. Discover now