L'inizio di tutto

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Sorseggiavo il mio caffè mentre cercavo di restare calma, più facile a dirsi che a farsi. Certo il caffè non aiuta in queste situazioni ma nella nuova casa non avevo ancora tutto il necessario per le mie giornate.
Scatoloni accatastati in ogni angolo, valigie ancora piene di vestiti...
Trasferirmi a Chicago era stata una scelta forse avventata avevo accettato l'offerta senza nemmeno riflettere sui pro e i contro, sulle difficoltà che avrei potuto incontrare.
Ormai era fatta.
Dopo l'incidente che aveva visto portarsi via la mia più cara amica, Amber, avevo bisogno di cambiare aria e lasciarmi alle spalle tutti i ricordi, avevo bisogno di ripartire da zero con la mia vita.
Era passato quasi un anno da quel giorno ma troppe cose a Detroit mi ricordavano di lei; fin da bambine eravamo state inseparabili, come due sorelle ci scambiavamo consigli e ci supportavamo nelle scelte quotidiane davanti alle quali ci metteva la vita. Perderla era stato un vero shock per me, credevo che nessun altro avrebbe potuto capire il mio dolore.
Ma la vita deve andare avanti, ed eccomi allora in una città sconosciuta pronta per una nuova avventura.

Poche ore ed avrei iniziato il mio primo turno di lavoro come segretaria nella Caserma 51 dei Vigili del Fuoco di Chicago; ero emozionata e al tempo stesso intimorita da ció che avrei trovato ma mi rincuorava il fatto che la mia amica d'infanzia Gabriela lavorasse proprio lì come paramedico.

Presi la borsa e mi diressi verso la mia destinazione, parcheggiando poco distante: due passi a piedi mi avrebbero fatto bene.

Entrai dalla porta laterale e mi diressi verso l'ufficio del Comandante Boden, dove fui accolta con un caldo benvenuto da lui e dalla mia futura mentore Connie, che lavorava al suo fianco da almeno un decennio.

-Tutti in sala riunioni, ho un annuncio da farvi- disse Boden entrando in sala mensa -forza fate in fretta, prima che arrivi qualche chiamata di soccorso-

Mi trovavo in piedi vicino a Connie, che, percependo la mia tensione, mi sorrideva materna. Sentirsi sotto una gigantesca lente d'ingrandimento, osservata da tutti i presenti, non è certo una delle sensazioni più piacevoli della vita. Feci un respiro profondo e sfoderai uno dei miei migliori sorrisi, in fondo Gaby mi aveva sempre descritto questo luogo come una grande ed amorevole famiglia, cosa avevo da temere?

-Vi ho riuniti qui per presentarvi la nostra nuova segretaria, Leslie Wyatt. Affiancherà Connie per qualche mese e, se supererà la prova, verrà assunta in modo permanente. Vi invito ad essere educati e rispettosi, fatela sentire parte della nostra grande famiglia.-

Mentre Boden parlava mi guardavo intorno scrutando i presenti: vidi Gabriela che mi salutava, la sua collega Sylvie che mi mandava grandi baci di benvenuto e tutti i membri del Camion 81 e della squadra 3 che mi osservavano cercando di farsi una prima impressione.

Tra tutti i presenti uno in particolare attiró la mia attenzione ... un ragazzo che non sembrava minimamente interessato a ció che stava accadendo in quella stanza, i cui occhi color cielo correvano veloci tra il suo cellulare e la vetrata che dava sull'ingresso mezzi. Sembrava impaziente di andarsene, in attesa di qualcuno o qualcosa. Che strano modo di dare il benvenuto ad una nuova collega...

-Ora tutti al lavoro - concluse il comandante - e tu Severide, ti aspetto nel mio ufficio-

Dunque quello era il cognome del ragazzo tanto disinteressato al mio arrivo in Caserma. Severide.

-Leslie finalmente sei arrivata!- gridó Gaby correndomi incontro -era ora che si aggiungessero rinforzi femminili in questa caserma di omoni scontrosi-

-Hey che penserà questa povera ragazza di noi se ci presenti in questo modo! Piacere io sono Hermann, e questi sono Mouch, Otis e Cruz. Avrai modo di conoscerli bene in pausa pranzo, non fanno altro che parlare tutto il tempo!-
-Senti chi parla!- ribattè uni di loro - sei tu quello che ha sempre mille aneddoti da raccontare!-
Risero tutti.

Come inizio non potevo certo lamentarmi, Gabriela e Sylvie mi fecero fare un giro panoramico della caserma e Matt, tenente e marito di Gaby, mi presentó tutto lo staff al completo.

La giornata trascorse in fretta, così come tutta la mia prima settimana di prova, tra chiamate di richiesta soccorso e insegnamenti che ricevetti da Connie; scoprii un mondo che iniziava ad interessarmi ogni giorno di più tanto che spesso mi fermavo oltre l'orario stabilito.

Tutti erano affabili con me tranne il ragazzo dagli occhi di ghiaccio... mai mi salutó nè lo sentii proferir parola, se mi incrociava nei corridoi cambiava strada o fingeva di guardare i muri; provai a salutarlo una volta, forse due, ma l'unica risposta che ricevetti fu un'occhiata piena di astio.
Forse non gli andavo a genio, forse mi trovava antipatica; certo un giorno glielo avrei chiesto di persona perchè non amavo essere trattata con sufficienza senza motivo.
Ció che non potevo immaginare, al tempo, era il piano che il Destino aveva in serbo per me in quel di Chicago.

Il Fuoco della SperanzaOù les histoires vivent. Découvrez maintenant