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Rebecca's Pov.

Guardo il cellulare che si trova sopra il tavolo, poi il mio sguardo si sposta sulla mia gamba che non smette di muoversi freneticamente, porto la mano versa la bocca ma poi la poggio sotto il mento. Non riesco proprio a stare ferma.

Lui mi guarda, poi il suo sguardo si sposta dai miei occhi, alla mia gamba che continua a muoversi, poi sui nostri telefoni sopra il tavolino di vetro di casa sua. Oggi è il giorno dopo dell'uscita al centro commerciale, Alan e io siamo nel salotto di casa Anderson, è sabato e nessuno dei due ha ancora proferito una parola.

Sento la dolce voce del fratello di Alan da qui, è al piano di sopra, che gioca con le sue macchinine, lo so perché prima, quando sono arrivata, è sceso e ci ha chiesto di giocare con lui, ma suo fratello maggiore ha gentilmente rifiutato dicendogli che dovevamo parlare. Jack ne è rimasto parecchio deluso ma Alan gli ha detto che non appena avremmo finito giocheremo con lui.

Ci ha sorriso e con la sua vocina ci ha raccomandato:" Va bene, ma ci tengo, quindi non dimenticatelo." Poi è tornato di sopra felice saltellando di qua e di là. La madre di Alan si trova nel giardino sul retro con delle amiche per prendere un thè.

Ritorno con la testa nel salotto di casa Anderson , in silenzio, mentre aspetto che Alan dica qualcosa. So di cosa vuole discutere, so cosa vuole dire. E quando sto per dire io qualcosa per spezzare il silenzio dice:" Non so cosa fare..." Lo guardo, si scombina i capelli, si mette le mani tra essi e il suo sguardo torna ad essere basso, verso il pavimento.

Io sono seduta sul divano da sola e lui di fronte a me sul secondo divano. Poi continua a dire:" Io voglio proteggerti, e guarda cosa ci sta accadendo. Cosa ti sta accadendo. Non possiamo nemmeno dire nulla, perché potrebbe farti del male. E io non posso permettere che ciò accada. Mai." Sospira frustrato e muove le mani sui suoi capelli biondi.

"Devo proteggerti, ho bisogno di farlo. Non riuscirei a perdonarmelo. Non dopo quello che è successo l'anno scorso. Non posso permettere che ti faccia del male...di nuovo." L'ultima frase la sussurra talmente piano che stendo a sentirla.

Ma l'ho sentita. Quindi mi alzo, supero il tavolino di vetro e vado da lui. Mi posiziono tra le sue gambe e mi abbasso in modo da poterlo guardare negli occhi. "Guardami, Alan." Gli ordino e lui porta gli occhi sui miei. I suoi occhi cosi' blu, cosi' intensi, cosi' pieni di ansia e angoscia. Gli occhi che amo da sempre, che adesso celano la paura che Alan prova dentro, per me.

Porto una mano sulla sua spalla e la percorro fino ad arrivare dietro il collo, poi gli accarezzo dolcemente i capelli biondi e lo guardo negli occhi. "Non devi pensare a quello che successo l'anno scorso. Non dobbiamo nemmeno ricordarlo. E' stato terribile, ma devi capire che non è stata colpa tua. E nemmeno i messaggi, nemmeno quello che sta accadendo ora è colpa tua." Gli dico chiara e lui mi guarda ma non dice niente.

Cosi' continuo a parlare:" Dobbiamo scoprire chi è, cosa vuole, come diamine fa a sapere cosa facciamo o cosa diciamo. Non so chi sia ma lo scopriremo." Gli dico sicura anche se dentro di me, una certa sensazione di paura si fa strada.

"Io...Voglio proteggerti, non voglio che ti accada nulla." Mi sussurra e io annuisco e poggio la mia fronte alla sua. Sento che si stacca da me e si tira indietro verso il divano. Quando penso che si stia allontanando completamente da me, si poggia con la schiena sulla spalliera del divano e mi tira dolcemente a sé, facendomi sedere sulle sue gambe.

Mi stringe un braccio in vita e io mi poggio a lui. Mette il suo viso nell'incavo del mio collo e mi lascia un bacio su di esso. Gli accarezzo i ciuffi biondi scombinati e con la mano libera lui prende la mia e la stringe alla sua. Sento che borbotta contro la mia pelle:" Voglio solo proteggerti e stare cosi', sempre." E io sorrido.

Just us Together 2Where stories live. Discover now