Capitolo 12

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Pick me, choose me, love me.

~Grey's Anatomy, Meredith Gray

Cordelia

Quella sera mi ero sentita bene e soprattutto veramente al sicuro da molto tempo, inoltre stavo sperimentano un'intimità che non mi dispiaceva per nulla. Con Altair sembrava tutto stava diventando molto semplice e parte dei miei problemi sembrava sparita, mi piaceva questa sensazione e avrei pagato oro per non lasciarla più andare.

Continuammo a chiacchierare mentre le stelle erano nostre complici, almeno fino a che Altair non sbadigliò. Accidenti, mi ero completamente dimenticata che lui sente la stanchezza in modo diverso da me.

«Ti sto tenendo sveglio e tu ciondoli dal sonno.» Gli dissi dispiaciuta mentre lo osservavo strofinarsi gli occhi, in quel momento appariva più giovane di quanto non fosse.

«Non sono stanco, sto solo...» Le sue parole vennero interrotte da un altro sonoro sbadiglio, aveva l'atteggiamento di un bambino che non voleva cedere e continuare a giocare.

«Okay ammetto che forse non sono fresco come una rosa.» Aggiunse poi passandosi una mano tra i capelli e sorridendomi.

«Resti a dormire con me?» Gli chiesi forse un po' incerta, non volevo forzarlo a rimanere se doveva o voleva tornare all'Inferno ma desideravo fortemente che si fermasse, che mantenesse la promessa proferita quando era arrivato.

«Vuoi che rimanga?» Domandò invece lui con un sorriso tentatore, potevo credere tranquillamente che fosse il figlio del Diavolo con quell'espressione in viso.

«Hai davvero bisogno che te lo dica?»

«Non si risponde a una domanda con una domanda, te l'hanno mai detto?»

«Lo hai fatto prima tu.» Risposi alzandomi e porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi, non che ne avesse bisogno, infatti, ne approfittò per tirarmi nuovamente addosso a lui.

«Se ti bacio, scappi di nuovo?»

No, non questa volta, mai più promisi a me stessa.

«Non lo so, dimmelo tu.»

Altair

La sera prima Cordelia mi aveva permesso di baciarla e io avevo sentito il mio cuore scoppiare di gioia ma non mi ero voluto spingere troppo in là con l'audacia. Avevo sentito il suo corpo tendersi contro il mio, in maniera diversa da quando era scappata da me, e quando mi ero staccato le sue labbra avevano rincorso le mie prima di distendersi in un sorriso. In quel momento mi stavo beando della sensazione di averla tra le braccia, con i capelli lunghi sparsi sul cuscino e la testa poggiata sul mio petto, in questo momento potevo capire quando qualcuno che già aveva trovato la sua compagna parlava del senso di protezione che, a discapito di tutto, tendiamo a provare quando troviamo la nostra anima gemella. Sentivo il Legame che, come una pulsione involontaria, mi diceva che, qualsiasi cosa fosse accaduta, avrei dovuto proteggerla e sapevo che era qualcosa di primordiale perché la sentivo anche ora che eravamo in pace con il mondo.

Ero convinto che quando mi sarei svegliato non l'avrei trovata ancora vicino a me, non ce la vedevo a rimanere inattiva per una notte intera così quando non la vidi non mi feci tanti problemi e provai a cercarla. Cordelia, però, non era all'interno, il suo odore all'esterno era presente ma era come se fosse passata di lì almeno un'ora prima. Non mi preoccupai, con ogni probabilità era abituata a sbrigare delle cose a orari che, a noi che dovevamo soccombere ai ritmi di corpi che hanno bisogno di dormire, sarebbero sembrati folli.

Un'idea mi balenò nella testa ma non ero sicuro che l'avrebbe apprezzata così cercai il consiglio di chi sapeva rimettermi sulla giusta strada.

Trovi troppo smielato se le preparo la colazione?

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