Capitolo 6

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Un segreto tenuto nascosto per troppo tempo può uccidere un'anima a poco a poco. Ho visto come un segreto quasi distrusse un uomo una volta, l'uomo migliore che ci fosse. Un simile segreto è come un tesoro tenuto in un sepolcro. Poco alla volta, il veleno erode l'oro. Per quando la porta verrà aperta, potrebbe non essere rimasto altro che polvere.

~Cassandra Clare, Fantasmi del mercato delle ombre

Cordelia

Appena Altair ci fece apparire al villaggio notai che un pelo di impaccio animava i suoi movimenti. Mi domandai a cosa fosse dovuto dato che per tutto il tempo passato insieme mi era parso abbastanza sicuro di sé ma la questione si sciolse da sé quando, con gesti goffi di chi non sa come procedere, si apprestò a salutarmi.

«Altair.» Lo richiamai prima che si smaterializzasse. «Se domani ti va di venire sarò al lago con Hanna e Riky, porta il costume.»

Lui sorrise in risposta e il momento dopo non era più in vista.

Riky mi aprì la porta ancor prima che bussassi, il sorriso sornione e familiare sul suo volto si abbinava perfettamente al tono che diede alle sue parole.

«Passata bene la giornata col principino?»

Annuii dandogli un bacio sulla guancia.

«Come ti è sembrato?» Mi sedetti sul suo divano incrociando le gambe. «Mi offri del sangue? L'odore di Altair ha messo alla prova il mio autocontrollo.»

Non feci in tempo a formulare quella richiesta che Riky già mi stava allungando una sacca. Bere davanti a qualcuno era sempre una cosa delicata ma con lui quel tipo di pudore era scomparso ormai da anni.

«Impaziente, forse anche un po' irritato ma potrebbe esser stata colpa mia visto che gli ho chiuso la porta in faccia.»

Quasi sputai il sangue a quella confessione.

«Davvero?» Il ghigno che mi mostrò la diceva lunga sulla risposta che mi avrebbe dato. «E non ha reagito male? Strano.»

Sì, insomma, era un principe e tra i vampiri ad un comportamento del genere sarebbe seguita almeno una rappresaglia di qualche genere per l'offesa subita. Quel tipo di reazione, poi, era propria dei nobili, non osavo immaginare quale sarebbe stata quella di qualcuno appartenente ai Bloodshed.

«Come qualunque persona normale, Cordelia.»

«Mi sto lasciando condizionare, vero?» Borbottai in risposta al suo rimprovero, me ne ero accorta anche io, con Altair ero più sul chi va là del solito.

«Sembra che aver trovato il tuo compagno ti abbia catapultato a quando eravamo appena scappati, reagisci allo stesso modo di come eri solita fare al tempo.» Confermò in parte i miei sospetti.

«Non con tutti, Riky, solo alla sua. Non riesco a farne a meno, è come se mi aspettassi uno scatto da un momento all'altro e non so cosa fare per non insospettirlo.»

«Potresti raccontargli tutto.»

Scossi la testa con decisione, quella negazione poteva essere frutto della paura che in quel frangente mi guidava ma sapevo che a Riky non sarebbe bastato.

«Perché no?»

«Non voglio. Questione chiusa.»

Ero una povera illusa se pensavo che sarebbe finita lì.

«Col cazzo. Comincia a cantare o lo chiamo in questo istante e gli dico tutto.»

«Non hai il numero.»

«Quanto pensi che ci metta a recuperarlo dal tuo cellulare?»

«Non lo faresti mai.»

Quella era una bugia che mi raccontavo, conoscendolo, se le cose lo avessero richiesto, avrebbe fatto quello e molto altro.

Vulnere AmorisWhere stories live. Discover now