«Mi hai beccata.» Pronunciai uscendo dai miei pensieri.

«Scusa e perché sei ancora qui?»

«Eh? Ma che domande sono? Secondo te dovevo gettarmi tra le sue braccia manco fossimo in Cinquanta sfumature

«C'è chi lo fa, la Regina per esempio è rimasta da subito con il Re.»

Della storia della Regina immediatamente prima della guerra che l'aveva coinvolta si sapeva poco ma uno dei punti insindacabili era che non fosse giunta all'Inferno di sua volontà, per come la vedevo io la sua unica fortuna era stata quella di essere la compagna del Diavolo, altrimenti se la sarebbe vista brutta.

«A quanto mi risulta, lei è stata rapita, non è che avesse molta scelta.»

«No, lei si è fidata dal suo compagno.»

Sì e io sono la Fata Madrina pensai resistendo all'impulso di alzare gli occhi al cielo.

«Questo si chiama riscrivere la storia, che tra l'altro non conosciamo nei dettagli nessuna di noi due.» Pronunciai con diplomazia, per fortuna Hanna scelse di tornare all'argomento da cui eravamo partite.

«Torniamo al Principe per favore? Che impressione ti ha fatto?»

«È stato dolce, credo.» Arricciai il naso in un gesto istintivo. «Cioè non si è imposto, però non so se lo definirei dolce, in fondo si è a malapena presentato.»

Avevo passato la notte a riflettere sul comportamento del Principe e su tante altre cose che erano a lui collegate e più ci pensavo meno cose equivocabili trovavo ma avevo imparato a mie spese a non sbilanciarmi e smettere di essere così guardinga non sarebbe stato per nulla facile.

«Percepisco qualcosa che ti frena, sputa il rospo stronzetta.»

Sorrisi a quelle parole, ci conoscevamo da relativamente pochi anni ma Hanna aveva imparato velocemente come leggermi.

«Nulla in particolare, cioè l'ho appena incontrato, credo che sia normale non essere già a suo agio.» Pronunciai stringendomi nelle spalle.

«Se io incontrassi il mio compagno, tutti questi problemi non me li farei.»

«Non ho dubbi su questo.» La presi in giro con tono bonario, lei aveva un carattere quasi opposto al mio, era più facile che come prima cosa si facesse un giro tra le lenzuola con il suo compagno piuttosto che farsi tutti i problemi che mi stavo facendo io.

«Sento il ma che sta arrivando.»

«Ma mi dai sempre consigli ottimi quindi cosa dovrei fare con Altair?»

«Per me dovresti buttarti tra le sue braccia stile principesse Disney.»

Non repressi la voglia di sbuffare questa volta, così non mi stava aiutando.

«Ti prego, fai la seria.»

«Valuta caso per caso ma non chiuderti a riccio come sai fare tu, lasciati andare a piccoli passi. Sarà pure il Principe, il figlio di Lucifero e quant'altro ma se c'è un punto su cui si dice che il Diavolo non transiga è il rispetto per il nostro gentil sesso, dubito che abbia insegnato al figlio l'opposto di quanto predica in pubblico.»

Rimasi silente davanti alle sue parole, a distrarmi però fu lei che si stiracchiò come un gatto e facendo un cenno alla busta che avevo poggiato sul tavolo propose

«Li mangiamo quei cornetti o li lasciamo a farci venire fame?»

Altair

Quando il giorno prima avevo acconsentito a tornare l'indomani dalla mia compagna non pensavo che non l'avrei trovata a villaggio, il suo odore era sparso per l'aria ma era la traccia residua di quando un qualcuno passa molto tempo in luoghi abitudinari. Con un sospiro, seguii quella scia fino ad un'altra abitazione che sembrava esser stata costruita più o meno con lo stesso stile delle altre, lì il suo odore si mischiava in maniera più decisa con quello di altri due individui, uno dei quali lo avevo già sentito la sera precedente addosso al ragazzo che stava ballando con lei.

Vulnere AmorisWhere stories live. Discover now