Capitolo 1 ~Routine.~

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Un altro ritardo al lavoro, spero non ci sia la sanguisuga, questa volta mi licenzierebbe sicuramente. È martedì, sono le 9.30 e non sono riuscita ad andare da Starbucks con Grace.

Grace... per fortuna c'è lei. La conosco da un anno, è la mia migliore amica. Siamo subito entrare in sintonia, forse perché è l'unica che riesce a capirmi, o almeno meglio di tutti gli altri. Lei non è vanitosa, non è insopportabile, sa limitarsi.

Sono proprio davanti, riesco ad intravedere il petto nudo di Callum e tutti gli altri modelli, c'è la fila di persone davanti all'entrata. Mi da fastidio il suo comportamento con le clienti, nonostante sia il suo lavoro è fin troppo gentile e disponibile. So che non dovrei pensarci, dopotutto la nostra storia è finita da parecchio tempo, ma è più forte di me.

"Ci avrei scommesso! Sei ancora presa, ho visto i tuoi occhi, lo bramano."

"Buongiorno anche a te Grace! E vedi di chiudere quella brutta boccaccia!"

Ecco dimenticavo, Grace non si fa mai gli affari suoi, credo che questo sia il suo peggior difetto anche se devo ammettere che a volte può essere utile.

"Questa volta l'hai scampata, la sanguisuga oggi non c'è."

La sanguisuga, o per meglio dire il capo, si chiama Mark. Lo chiamiamo così poiché per me nutre un amore profondo, non ricambiato ovviamente dal momento che è assai stressante. Fisicamente? Fisicamente niente da dire. Gran bell'uomo, sguardo di ghiaccio che viene però contraddetto dalle fossette che gli appaiono ogni volta che sorride sulle guance, il tutto contornato da capelli biondi.

Grace è follemente innamorata delle sue labbra, rosee e sottili.... In effetti sono molto attraenti. Ha compiuto 30 anni lo scorso Lunedì e a quanto raccontano in negozio, la festa che ha dato è stata memorabile. Ho preferito non andarci, non avevo voglia di vederlo e il letto quella sera era molto più invitante.

"Terra chiama Charlotte!".

La voce squillante di Grace mi riporta alla realtà.

"Si Grace. Ci sono."

Il suo sguardo indagatore mi fa capire che vuole sapere quello che sto pensando.

"No."

Le rispondo prontamente con quell'unico monosillabo. Un suo sguardo al cielo mi fa capire che non insisterà.

Do un ultimo sguardo generale, prima Callum, poi l'insegna A&F ed infine la cassa, quella dannata cassa che avrei dovuto gestire tutta la giornata.

"A noi quattro."

Sospiro guardando Grace ed indicandole furtivamente quegli oggetti terrificanti pronti ad aspettarci.

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"Centoquattro scontrini, a te com'è andata?"

Guardo il registratore di cassa, 89... Sono ancora troppo lenta, dovrei accartocciare ogni indumento e gettarlo dentro il sacchetto come fa Grace per velocizzarmi ed eguagliare il suo numero di scontrini.

"Ottantanove."

Ammetto un po' sottotono.

La giornata nonostante tutto è passata in fretta. Durante la pausa pranzo ho sentito mio fratello Chris, ha detto che a casa stanno tutti bene, lui, papà e mamma. Dopo aver discusso a lungo sul fatto che non sarei tornata a Brighton per il fine settimana, mi ha informato sulle varie novità. A quanto pare papà è stato promosso a primario di chirurgia plastica nell'ospedale in cui lavora e mamma ha finito di arredare l'ufficio di un imprenditore. Chris? Chris si è limitato a dirmi quanto fosse "figo" il suo nuovo Range Rover Evoquo... Non vedo l'ora di rigargli la fiancata con le sue stesse chiavi.

Be Mine. [Harry Styles] (#Wattys 2016) Where stories live. Discover now