10. Tarocchi propizi (II)

Start from the beginning
                                    

«Tranne che con l'amore, sembrerebbe» Olaria inclinò il capo. C'era commiserazione nel suo sguardo adulto e Camelie fu colta da una stizza improvvisa. Come si permetteva quella ragazza cresciuta tra gli stenti e le violenze di essere tanto lapidaria nei confronti della sua vita perfetta?

«Neanche tu, sembrerebbe» sbottò con cattiveria.

«A quanto pare abbiamo qualcosa in comune, milady». Olaria la fissò duramente.

Avevano raggiunto una fontana a parallelepipedo, lunga almeno una ventina di metri e costellata di rubinetti arrugginiti. Gran parte di questi erano occupati da donne e uomini che si lavavano in fretta e furia, probabilmente per il freddo.

Camelie era stata a tal punto colta alla sprovvista dallo spettacolo, che si imbambolò a fissare maleducatamente la coda di persone che si sciacquava nell'acqua - per i suoi standard - torbida. Lo sguardo le cadde su un ragazzo particolarmente alto, dall'aria familiare. Proprio in quel momento il giovane stava agitando la chioma bagnata, passandosi la mano tra i capelli cenere. Era a torso nudo, come gran parte delle persone raccolte attorno alla fontana, ma spiccava per il fisico scultoreo.

«Vediamo di tenere al guinzaglio gli ormoni, milady. Più sono belli, più sono pericolosi, da queste parti» la punzecchiò Olaria. Senza aggiungere altro, le rovescio la tinta sui capelli e prese a massaggiarla energicamente.

«Il vestito!» Camelie vide un rivolo scuro scendere sul tessuto pregiato dell'abito che indossava dal giorno precedente.

«Capirai. Tanto anche questo deve sparire. È evidente che vale da solo più di tutto il mio guardaroba. È inutile tingere i capelli se poi te ne vai in giro sbandierando le tue origini borghesi con questo vestito di alta moda» alzò le spalle Olaria.

Camelie la guardò con gli occhi fuori dalle orbite. Se si era accorta del valore dell'abito, avrebbe potuto pensarci due volte prima di rovinarlo. Le bastava dare una rapida occhiata agli indumenti che Olaria indossava in quel momento, per sapere che il suo abitino, un originale vintage di Eric Bloom Surperry, valeva ben più di tutti i cenci dell'intera comunità circense messi insieme.

Dopo quindici minuti di sofferenza causata delle vene nere che avevano ricoperto il colletto argento, e di frustrazione per il divieto di Olaria di concentrarsi sull'unica cosa che l'avrebbe distratta da quella tragedia - ovvero il ragazzo prestante che si lavava a qualche rubinetto di distanza da loro - la Pizia la invitò infine a mettere la testa sotto il gettito di acqua tiepida, in modo da sciacquarle la chioma.

Camelie si strizzò alla meglio i capelli, lunghi fino all'ombelico e ancora intrisi di tinta artigianale. Tentò di specchiarsi nel metallo lucido del lavandino, ma era difficile giudicare se la nuova tonalità le stesse bene.

«Mi prenderò una bronchite se non li asciugo subito» disse tra sé e sé. L'area dei bagni era meno riscaldata del tendone dove i circensi dormivano, forse perché più esterna; non che l'ambiente dove si era svegliata fosse adeguatamente climatizzato, però almeno non faceva tanto freddo.

«Sentiti libera di fermarti vicino a una stufa. Non abbiamo abbastanza elettricità per uno di quei caschi di zeolite a cui probabilmente sei abituata».

Potersi asciugare i capelli e dormire al caldo erano necessità che Camelie non aveva mai messo in discussione. Non si era mai chiesta in che condizioni vivessero gli abitanti del ghetto del Nilemouth; dava per scontato che se la passassero meglio degli schiavi, ma in verità non si era mai chiesta fino in fondo neanche come vivessero gli schiavi delle piantagioni Lambert. Tutte quelle privazioni la coglievano dunque alla sprovvista.

Sperimentare i disagi della povertà non era di certo qualcosa che aveva messo in conto. Ripensandoci, sopravvivere sette giorni in quelle condizioni al limite della decenza, si prospettava più sfidante del previsto, soprattutto da quando Xavi l'aveva lasciata.

Gli acrobati d'inverno [disponibile su Amazon]Where stories live. Discover now