Prendi le tue decisioni con saggezza, Giorgia

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CAPITOLO 2

Vedo le labbra della preside muoversi ma non ci facci caso, sono troppo impegnata agli occhi tristi di mio padre per dar retta a quello che dice.

"stai attenta e prendi le tue decisioni con saggezza. Ti voglio bene, Giorgia. Ricordatelo! " le parole di mio padre mi tornano in mente come un mantra. Non capivo cosa stesse succedendo , pensavo che fossero le solite raccomandazioni che fa un padre alla propria figlia. Invece erano delle parole di un padre che dice addio, indirettamente, alla propria figlia. Lui sapeva quello che stava accadendo e, invece di dirmi chiaro e tondo cosa gli prendeva, ha preferito dirmi una frase sotto forma di codice! "Ma io dico: siamo in un film per caso? Che situazione di merda!"

Giorgia. Giorgia! Mi stai ascoltando?- -no- rispondo sinceramente. Non mi va di ascoltarla. È stato sempre il mio sogno una vita più movimentata, piena d'azione eccetera, ma ora che il mio "sogno" si sta realizzando io non lo voglio? Mamma mi diceva sempre: fate quello che volete, sposatevi, non sposatevi, rischiate, non rischiate, fatemi nonna o no, come volete ma vivete vivete sempre perché la vita è una e non vi sarà data indietro. Vorrei averla qua con me per chiederle un consiglio, ma lei ora è sulla nave a lavorare e non può dirmi niente. Ma io, visto che mi pace il rischio,ho deciso. - Accetto- affermo di punto in bianco. - sicura ragazzina? Vedi che sarà dura- dice quello mezzo pelato. -Io sono più dura, e non sono una ragazzina!- -modesta la ragazza- vorrei rispondere che sono loro ad avere bisogno di me, dato che da soli non ce la fanno , ma sto zitta. Gli riserverò questa risposta in un secondo momento. - Allora quando si comincia?- domando con un sorrisetto sfregandomi le mani insieme. - ora, vai a prendere le tue cose, dobbiamo andare a casa tua a fare le valigie.- risponde il tizio più o meno giovane. Scatto in piedi come una molla e senza degnare di risposta nessuno, stringo la mano della preside e corro in classe a fare lo zaino.

Entro in classe e mi trovo la prof di storia che sta spiegando. Non mi ero accorta che fosse suonata la campanella.

-Buongiorno prof. Ero dalla dirigente, devo uscire prima le faccio avere il permesso.-

- È successo qualcosa?- - no niente di cui preoccuparsi- -va bene sbrigati e non fare rumore che devo spiegare- -si- rispondo alzando gli occhi senza che se ne accorgesse. Vado al mio posto e faccio lo zaino. Ero talmente presa dai miei pensieri che non mi accorgo di Angi che mi sta chiamando. - Tutto apposto, Gio?- - si tranquilla te chiamo dopo, okay?- -okey- mi risponde incerta. Le faccio un sorriso rassicurante e mi chino a baciarle la guancia. Ne approfitto della situazione per sussurrarle tre semplici lettere nell'orecchio -FBI-.

Mi alzo e le faccio l'occhiolino mentre lei mi guarda sbigottita. Le do la schiena e mi avvio verso la porta. - buona giornata- saluto tutti e loro ricambio. Do un' ultima occhiata ad angelica e lei ancora scioccata mi fa cenno con la mano di chiamarla. Sorrido di rimando e le faccio si con la testa e chiudo la porta.

Scendo al piano terra dove trovo i due agenti, ancora senza nome, ad aspettarmi. Sono poco più alti di me: uno ha i capelli marroni sistemati col gel e la barba è tutta rasata tranne che per i baffi e della barba sul mento. Ha gli occhi del medesimo colore dei capelli e delle sopracciglia sottili, così come le labbra. È vestito con uno smoking nero, camicia bianca e cravatta rossa. Ai piedi porta delle scarpe, italiane, nere lucide e un cappotto blu di stoffa. L'altro ha la barba rossiccia così come quei pochi capelli che gli sono rimasti, occhi chiari e labbra sottili. Indossa una camicia bianca senza cravatta, sei blu jeans e un cappotto, anche esso si stoffa, nero. Mi avvicino a loro,li guardo dritto negli occhi, gli osservo per un tempo che sembra durare anni e poi parlo: - alloooora... come vi chiamate?- si guardano complici, come per dire , "questa è pazza",poi riguardano me e rispondono, quello con i capelli scuri -Matt- e quello senza capelli -Scott- -wow!- rispondo sbalordita -vi hanno scelti perchè i vostri nomi finiscono con la doppia 'T' o perché siete i più "qualificati" per questo genere di lavoro?- domando ironica facendo le virgolette si 'qualificati' per prenderli in giro. - ahahah, divertente ragazzina, dai andiamo- dice quello pelato per poi dirigersi fuori. "ho l'impressione di non essergli tanto simpatica" penso tra me e me.

UNA SPIA INNAMORATA DI UN DELINQUENTEWhere stories live. Discover now