LE BARZELLETTE DI RDS NON FUNZIONANO

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CAPITOLO 1

'DRIIIIIN'

Stavo facendo uno dei miei soliti film mentali quando suona la sveglia!

IO -Maledetto chi ti ha inventata!- sbotto irritata.

È fastidioso quando stai sognando e, puntualmente, la sveglia ti interrompe.

"almeno è venerdì, domani posso poltrire tutto il tempo."

Sbuffando mi tolgo il caldo piumone che mi ha protetto dal freddo della notte e rabbrividendo rotolo, nel vero senso della parola, giù dal letto.

P -sai scendere decentemente dal letto?- domanda mio padre entrando dalla porta.

IO -no- sorrido innocentemente per poi ributtare la testa all'indietro.

P -sbrigati! Vieni a far colazione che è tardi!-

IO -sese-

P -mena- ridice richiudendo la porta.

Mi rialzo lentamente dal pavimento e mi vesto così:

Correndo giù dalle scale, rischiando di uccidermi, mi fiondo in dispensa per prendere i miei adorati pan di stelle.

Quando i miei genitori stavano ancora insieme mia sorella se li fregava sempre!

Io a differenza di Matteo e Giada, i miei fratelli, ho deciso di restare con papà.

Nel frattempo che vi ho spiegato questo particolare della mia vita, ho finito di prepararmi.

IO-'pà sono pronta, andiamo?-

Lui annuisce con la testa china, mi aiuta a prendere lo zaino che persa 3 quintali ed entriamo in macchina.

Appena mette in moto sentiamo le voci dei conduttori di RDS fare battute, presentare le canzoni o l'argomento che svolgeranno. Di solito a prima mattina mettono in onda gli audio di barzellette che gli ascoltatori che fanno per rallegrare la mattinata a tutti. Di solito ci crepiamo dalle risate commentiamo quello che dicono. Sta volta però, ogni battuta che facevano, non un segno d'apprezzamento da parte di papà e questa cosa mi preoccupa.

" Che sarà successo qualcosa a lavoro? O è preoccupato per qualcosa di suo? Non si sente bene, non ha digerito la cena? Cosa gli è preso? Così mi fa preoccupare! Forse mi deve dire qualcosa ma non sa come dirla? Forse dovrei chiederglielo e non farmi tutte queste paranoie. Ma si dai! Non è niente, è solo stano. Deve essere per forza così se no, non so proprio cosa pensare."

Continuiamo a stare in macchina in silenzio, con la canzone " Sick boy" di sotto fono e i miei pensieri che mi martellano la testa.


** A SCUOLA**

P -siamo arrivati- annuncia papà con voce atona

"ma che gli prende. Neanche le barzellette di RDS sono riuscite a farlo sorridere"

IO -ma che hai!- do voce ai miei pensieri – ti vedo giù di morale, è successo qualcosa a lavoro?-

P -no niente di cui preoccuparti, ma stai attenta e prendi le tue decisioni con saggezza. Ti voglio bene, Giorgia. Ricordatelo!-

Mi da un bacio sulla guancia e mi sorride. Aggrotto le sopracciglia confusa e ricambio il sorriso.

IO -papà, lo so che la scuola può sembrare tanto brutta, ma non sto partendo per la guerra!- scherzo ridendo per smorzare l'aria che sembra farsi pesante. Mi fa un sorriso e mi incita a scendere dall'auto. "perché quello che ha detto mi sa tanto di addio?!"  Scrollo le spalle pensando che sia una mia impressione e mi avvio per entrare nel liceo. Frequento il liceo scientifico "De Giorgi" a Lecce nel cuore del Salento.

Mi apposto vicino il portone per aspettare Angelica. La mia migliore amica.

X -avete sentito?- sento bisbigliare dei ragazzi davanti a me e ,ovviamente come tutte le persone normali, allungo le orecchie per sentire di più. Vedo i suoi compagni che scuotono la testa, in senso di negazione. La ragazza in questione sospira come per dire 'ma è possibile che non si informino mai?!'

X -dicono che sono arrivati degli agenti dell' FBI, per reclutare un ragazzo o ragazza ...-

X – hey - mi volto di scatto con i pugni chiusi di fronte al viso, quasi per prendere a pugni il mio 'aggressore'

IO - ma sei scema!? Ho perso sette anni di vita!! Oltre tutto avrei potuto colpirti! -

A – eeeh va bè succede!- Sghignazza.

IO -gne -gne gne- le faccio il verso.

A -che stavi facendo?-

IO -origliavo-

A – cosa?- IO – hanno detto che arrivano degli agenti dell' FBI per reclutare dei ragazzi- spiego indifferente

A -per cosa?- IO- ah non lo so! Sei arrivata tu e non ho potuto sentire niente-

A – va beh, succede- IO – mmh mmh ssè, e poi finiscila di ripetere sempre la stessa frase!-  scrolla le spalle non curante.

A- entriamo? È suonata, non mi va di arrivare per ultima- dice scocciata. IO- ma se siamo sempre le ultime!- A -appunto!- mi prende per un polso e inizia a tirarmi verso l'aula.

"non la sopporto quando fa così, è stressante. Poi perché dobbiamo arrivare per prima in classe?"

IO- ti sei accorta che ho imparato a camminare all'età di un anno?- le faccio presente   A – allora cammina!- IO – ho rinunciato a capirti, lo sai?- in tutta risposta mi lancia uno sguardo da sopra le spalle e continua a camminare come se niente fosse. 

 Non sopporto le scale! "non potevano fare degli ascensori pure per noi?! Di prima mattina, con lo zaino sulle spalle che pesa più di me, che dobbiamo arrivare all'ultimo piano, a piedi... è peggio delle torture cinesi" penso col fiatone. A differenza mia, Angelica,non sembra pesarle. Tra le due è sempre stata lei la sportiva, io invece sono brava solo a calcio. Lei gioca a tennis, ha fatto ginnastica ritmica, ogni volta dopo i compiti va a correre insieme a suo padre, fa nuoto e vuole fare anche scherma. Io dopo due minuti che corro per giocare a calcio, mi trovi stecchita sul pavimento , senza più ne forza ne respiro, praticamente morta. Non faccio parte di nessuna squadra calcistica, giochiamo io e mio fratello quando stiamo insieme, e devo dire che è più il tempo che scegliamo a quale gioco giocare, che il tempo che giochiamo. Ma a noi va bene così.

Nel frattempo che io pensavo a quanto poco sportiva fossi, non mi ero accorta che siamo arrivate in classe e che, come sempre, il prof di chimica è già seduto dietro la cattedra che sta armeggiando con il tablet.

Gli diamo il buongiorno e ci andiamo a sedere ai nostri posti, aspettando che arrivino gli altri e che cominci la lunga ora di chimica.

UNA SPIA INNAMORATA DI UN DELINQUENTEWhere stories live. Discover now