Parte 2

1.3K 9 0
                                    

Dopo aver bevuto l'ennesimo caffè ci siamo riuniti in quello che doveva essere stato il salotto della casa. Continuavamo a sentire scricchiolii e rumori strani provenienti dal piano superiore ma, ogni volta che provavamo a salire, non trovavamo nulla. Nemmeno il signor Warren, assieme al ragazzo con gli ultravioletti, era riuscito a scovare l'origine di ciò che sentivamo.

A mezzanotte la situazione era diventata davvero assurda, era chiaro che in quella villa ci fosse qualcosa - d'altronde se così non fosse stato, non avrebbero nemmeno chiamato i Warren - ma, dopo aver udito un chiarissimo rumore di mobili trascinati proveniente dalla camera, mi sono resa conto di avere davvero paura.

Odiavo ammetterlo a me stessa ma, oltre ai già tragici avvenimenti, mi stavo nuovamente pisciando addosso. Non osavo immaginare come dovesse essere ridotta la signora Warren a quel punto, ma potevo capirlo osservando la sua figura lievemente protesa in avanti e la sua espressione sempre più disperata.

Ho aspettato che le acque si calmassero prima di avvicinarmi a lei e dire: "Io devo assolutamente tornare in giardino. Le dispiace accompagnarmi?", e poi, per evitare fraintendimenti: "Non vorrei chiederlo ad uno dei ragazzi".

Non ha esitato ad annuire: "Certo".

Lasciandoci gli altri alle spalle siamo uscite nella più totale oscurità della notte, l'erba del giardino ci arrivava quasi alle ginocchia ma non la copriva abbastanza da impedirmi di vedere il suo corpo piegato in due, e le sue mani all'altezza del ventre.

"Signora Warren", ho iniziato con aria grave e fingendo di essere preoccupata quando in realtà avevo capito perfettamente il problema.

"Sto bene. Fai quello che devi fare e torniamo dentro".

"Forse sarebbe meglio che lo facesse anche Lei. La vedo in difficoltà".

Non ha risposto e io mi sono affrettata ad appartarmi leggermente - non troppo - abbassandomi la parte inferiore dei vestiti.

Il rumore della mia pipì ha iniziato ad echeggiare intorno a noi man mano che il getto si schiantava nell'erba sottostante. L'ho sentita sospirare forte stringendo i denti e lasciandovi passare l'aria attraverso. Un gesto che mi ha fatto pulsare immediatamente il clitoride.

"Oddio..", ha borbottato sperando forse che io non la udissi.

"Deve averne davvero bisogno dopo tutto quel caffè", ho osato dire mentre continuavo a pisciare.

"Non puoi nemmeno immaginare quanto". La sua voce era flebile, disperata, al limite e io sempre più eccitata.

"Forse così la sto stimolando ancora di più".

"Già", ha ridacchiato: "solo a sentire te mi sembra di...". Non ha finito la frase, la sua dignità gliel'ha impedito.

Mi sono asciugata con un fazzoletto e mi sono rialzata tornandole vicino.

"Di?", ho chiesto con aria bastarda.

"Oh Dio ho davvero bisogno di...".

Non stava ferma, si contorceva sul posto, le mani sulla pancia.

Ho insistito con un ghigno: "Di?".

Non ha risposto.

"Avanti signora Warren, sia pure spudorata a volte. Io non sono suo marito, o uno degli altri uomini, sono una donna come Lei. A me la verità la può anche dire".

"Ma cosa...?", mi ha guardata con aria confusa per un istante, senza capire esattamente dove volessi andare a parare.

"Di cosa ha bisogno signora Warren? Cosa deve fare?".

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Aug 13, 2018 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

MRS WARREN - LA DEMONOLOGAWhere stories live. Discover now