1 - Lory

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Il cielo era grigio e visibile solo per una piccola porzione tra i grattacieli che sovrastavano tutti, compresa la donna con il bambino in grembo. Anche quel giorno Lory Letter passò fuori al cantiere, ferma sul marciapiede opposto come uno scoglio nel fiume di gente che viaggiava verso appuntamenti inutili, con troppa o poca fretta; con una vita che si consumava o una vita ferma. Poteva capire il loro ceppo di appartenenza dalle facce. Aveva imparato a farlo, poi aveva capito che il tempo impiegato a sviluppare questa dote era stato inutile.

La figlia Carol, un anno, ultima di quattro e ultima che la razza degli immortali concedeva di avere a quelli come lei, le si posava in braccio immobile e tranquilla. Le persone non la urtavano, distanziandosi il necessario per evitarla. Lory, alta un metro a ottanta, riusciva ad osservare senza problemi il cantiere febbrile davanti a sé, che ogni giorno si elevava di un nuovo piano. Ormai il ricordo della sua vecchia casa era svanito sotto una palla demolitrice. Eppure insisteva a passare per quella strada di ritorno dalle mansioni in centro, come un'abitudine cucita alla sua quotidianità. C'era andata anche quando ci fu la moria due mesi prima, con i cadaveri accatastati ai lati delle strade dalle ruspe. L'epidemia colpì molte persone, sia umani che immortali – un nome che qualche giornale gli aveva affibbiato alla loro comparsa secoli prima e che era rimasto ancora di uso comune – che dei mortali. Solo che gli immortali se l'erano cavata con qualche escrescenza cutanea, mentre molti di quelli come lei morirono per la incredibile e incurabile febbre. Ti ardeva dentro come un cancro incandescente, facendoti crepare di colpo in una pozzanghera di bava

Risentiva quell'odore di morte ogni volta che percorreva la strada dove quasi un anno prima si trovava casa sua e che ora aveva lasciato spazio ai laboratori e uffici della Merf. Ringraziava che nessuno della sua famiglia si fosse ammalato prima che la pestilenza scomparisse come era comparsa. Lei, Raul, Carol, Simone, Elene e Rick erano sopravvissuti. Sopravvissuti ancora una volta a quel mondo ostile.

Vedendo della gente correre oltre la recinsione, Lory si avvicinò attraversando la strada trafficata e appoggiandosi alla rete del cantiere.

Un campanello di persone si accalcava ad una tenda enorme al centro dell'appezzamento. Parlavano di un incidente. Dalle parole che riuscì ad ascoltare capì che avevano trovato una grotta ed uno scienziato era svenuto appena entrato.

Con lo sguardo fisso sul trambusto, Lory scivolò lungol'area recintata finché non trovò un ingresso affollato da persone con cartellidi protesta. Si unì a loro senza partecipare davvero, limitandosi a restare lì,nella folla.    

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AVVISO: Grazie per avere letto fin qui. Spero che il capitolo ti sia piaciuta e che ci rivedremo al prossimo. Prima di lasciarti andare, ti voglio ricordare che per chi scrive è di vitale importanza il passaparola e le recensioni, quindi ti chiedo la cortesia di lasciare un tuo parere, una condivisione o una stella.

La memoria degli uomini - PrologoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora