Capitolo 55

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"Tell me all your secrets till the sun comes up.
Know that I will keep them till we are old enough."

SECRETS - JACOB LEE

HARRY


Quello che mi trovo di fronte mi spezza e brucia il cuore in egual misura. Isa mi viene quasi addosso tanto è arrabbiata e io sono costretto a protendere le mani in avanti affinché non mi finisca contro. I nostri sguardi però si mescolano all'istante e solo dopo aver sofferto nel vedere quelle due fessure rosse, rigate da un dispiacere che non conosco, da una rabbia incontrollabile, mi accorgo dei bicchieri a terra e dello sgabello gettato in un angolo. La ragazza impaurita dalle emozioni che la stanno percorrendo e che l'hanno portata a reagire in modo così assurdo, cerca una via di fuga da quel posto che, non so per quale ragione, pare esserle diventato stretto.

«Isa.» Voglio semplicemente ricordarle chi è; dal modo in cui i suoi occhi vagano nello spazio circostante pare essersi persa. «Cosa è successo?» Chiedo, facendo un passo in avanti. Vorrei abbracciarla, stringerla a me e farla rendere conto che nulla è così insormontabile come la sua testolina crede. Ci sono io con lei, ora e per sempre se vorrà.

«Harry vattene!» Una voce profonda e dura che nasconde tutta la vulnerabilità del suo animo. Mi guarda negli occhi e quello che vi leggo, stringe il mio cuore in una morsa capace di lasciarmi senza fiato. Sta cercando il mio aiuto, ma non sa da che parte aggrapparsi.

«Isa calmati.» Parlo piano e lentamente. Le accarezzo un braccio mentre sembriamo esserci solo noi nella stanza. Gli altri ci guardano tutti in religioso silenzio come se stessero assistendo allo scambio di battute tra il domatore e la sua tigre. «Va tutto bene, dimmi solo cos'è successo.» Più la osservo tentare di reprimere la burrasca che ha dentro, più mi innamoro di lei, il cerchio riprende a girare e non posso fermare la mia mente dal sognare una vita con lei che vada oltre tutto. Devo parlarle sul serio. Potrei farlo adesso, inginocchiarmi ai suoi piedi e chiederle di concedermi ogni giorno della sua vita. Qualcosa mi dice che non potrei scegliere momento peggiore.

«Harry ha ragione, devi stare calma.» Chi ha parlato? Irene. Avrebbe fatto meglio a tenere la bocca chiusa! Isa prende un lungo respiro come a cercare di non abbandonare l'ultimo briciolo di buon senso che le è rimasto. Poi guarda oltre le mie spalle, verso la porta: quello spiraglio di libertà che le sto ostruendo. Senza dire niente mi aggira ed esce dalla stanza. Guardo in cagnesco i suoi zii, sono stati loro a creare tutta questa tensione, mi pare ovvio! Poi prendo a seguire la mia ragazza, la quale riesce a fare solo pochi passi prima di essere fermata dal sottoscritto.

«Dove pensi di andare?» Domando.

«Lasciami!» Neanche l'avessi minacciata con un tizzone ardente, si volta di scatto, riversandomi addosso la sua rabbia. Lo schiaffo che ricevo mi lascia a bocca aperta e con il cuore a pezzi. Non ci sto capendo un bel niente. Cosa diavolo è accaduto in cucina per trasformare la mia Isa in una furia? «Harry, io... scusami.» I suoi occhi si appannano sotto lo sgorgare di lacrime amare. Indietreggia come se mi avesse appena pugnalato inconsciamente. Per ogni passo che lei fa verso la porta, io ne faccio uno verso di lei. Mi farei uccidere se questo potesse essere di conforto alla sua delusione. Che mi picchi, mi calpesti, che faccia di me ciò che vuole, sono suo e lenire le sue sofferenze è uno dei miei diletti. So che lei farebbe lo stesso per me. Sto per dirle queste parole, preludio di una promessa, di un impegno eterno, ma Isa mi volta le spalle, apre la porta e scappa via.

«Qualcuno mi spiega cosa è appena successo?» La voce schietta di Gioia attira l'attenzione di tutti, un po' meno la mia che sono ancora fisso a guardare il portone ormai chiuso.

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