Capitolo 1: A Runaway Bride

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Ed è qui che sono ora. Ho il cellulare chiuso ma non ho bisogno di aprirlo per vedere cosa sta succedendo. Il video l'ho inviato alle 8:30 esatte. All'inizio della cerimonia. Oltre al video ho fatto ieri sera ho aggiunto quello che ho creato io dalle prove che mi sono procurata dal suo pc. Sarà il caos lì ora. Mia madre Sarah starà minacciando di farlo fuori, il mio patrigno Jeff starà impazzendo anche visto quanto è protettivo, Jane e John non so se stanno solo facendo casino o già lo stanno ammazzando. Gli ospiti non so cosa pensino ora come ora. Per fortuna ho tutte le mie cose solo mie. Non ho mai voluto fare la condivisione di nulla, perché? Semplice, non mi fidavo che durasse. Persino dopo la proposta e l'inizio dei preparativi non riuscivo a fidarmi completamente di lui.

L'aereo vola alto e tra poco atterreremo, ho bisogno di una buona pausa, nessuno saprà che sono qui ed è meglio così...devo cambiarmi, odio questo abito da sposa...

Osservo l'anello che ho al dito. Appena arrivo lo vendo e mi ci faccio qualche soldo, venderò anche questo vestito da sposa. Il vestito l'ha pagato lui e scelto lui così come ogni altra cosa del matrimonio. Solo il vestito è costato qualcosa con sette o otto zeri, l'anello con questi diamanti, troppo vistoso per i miei gusti, sarà più o meno lì come cifra. E sinceramente? Lo venderei per mezzo dollaro pur di liberarmene. Io sono un tipo che preferisce vestiti comodi e poco costosi che quelli di marca e dal prezzo assurdo. Non pago ottocento dollari per un paio di jeans che posso prendere sui trenta-quaranta dollari, specie online che trovi sempre uno sconto, non è che non ho i soldi per fare spese eccessive ma non credo nello spendere un milione e passa per vestiti, preferisco spenderli in giochi o in oggetti che mi piacciono. Sono una nerd, avrò un bel fisico ma preferisco stare ventiquattro ore di fila a fare una maratona in un gioco o di film o di serie televisive che una di shopping.

Scesa dall'aereo mi avvento sul primo taxi.

-Dove la porto?

-Dove posso comprare un'auto senza troppe domande

-Si signora- dice lui

Non so che fare. Non so che fare...

Accendo il cellulare e miliardi di messaggi e chiamate perse mi investono. Ho l'abitudine di salvare per nome e cognome ogni persona, persino mia madre è salvata come Sarah Stones e il mio patrigno come Jeff Darkhood. Io porto il cognome BlackNight, il cognome del padre mai visto e sentito nei miei ventiquattro anni di vita. Riporto l'attenzione alle chiamate. Ottanta mamma, settanta papà, centocinquanta Jane, duecentottanta John, alcune di altri miei amici e di qualche parente e dodici da Gaston. John è decisamente troppo attaccato al cellulare...

Guardo i messaggi: duecento tra mamma e papà, qualche amica, qualche ospite, trecentocinquanta Jane e quasi quattrocento da John, venticinque da Gaston. Ok, John si aggiudica il premio per il più preoccupato dell'anno...

Ed ecco che chiama...

-Pronto

-Amethyst! Grazie a dio! –dice lui- dove diavolo sei finita?!

-Diciamo molto ma molto lontano- dico io

-Lontano? Perché non rispondevi?

-Sull'aereo ho chiuso il cellulare- dico io

-Aereo? –chiede lui, sento movimento in sottofondo- stai bene?

-Si tranquillo. Tornerò a casa quando sarò pronta- dico io

-Ok...io sai che lo ammazzo Gaston? –chiede lui- ci sono un centinaio di persone che volevano ucciderlo. Papà e tua madre volevano farlo fuori. È intervenuta la madre di lui a difenderlo dicendo che era colpa tua e non hai idea del caos che si è creato.

Falling for the RangerWhere stories live. Discover now