Parte Seconda

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Avverto un mutamento profondo e pericoloso nella Forza, lo sento chiaramente attorno a me. Ma soprattutto attorno a Lui...
È accaduto qualcosa che cambierà le cose per sempre. Ed è qualcosa di terribile.
Sono avvolta dalle tenebre, l'atmosfera è tetra e asfissiante, inizia a piovere e lo scroscio mi coglie impreparata. L'umidità mi penetra fin nelle ossa. Non riesco a capire dove mi trovo e questo mi spaventa, sento delle voci in lontananza, il fuoco dei blaster e il clangore di spade che combattono ferocemente.
Qualcosa di violento mi colpisce facendomi accasciare a terra. È simile ad una scarica elettrica, potente, dolorosa... Mi lascia tramortita e senza fiato.
Mi colpisce ancora e ancora una volta.
Ho paura che il dolore possa farmi impazzire o, peggio, uccidermi.
Chi o cosa, in tutta la galassia può generare una tale energia?
Riapro gli occhi a fatica, mi rialzo barcollando, ancora stordita da quello che ho appena vissuto.
La pioggia cessa ma resta il buio... temo perLui, lo sento debole, distante, quasi irraggiungibile.
Perché si nasconde da me?
Lo cerco ancora, urlo il suo nome, ho bisogno di sapere che sta bene. Mi meraviglio di me stessa e di quello che ho desiderato, ma mi rendo conto che il mio è un bisogno vitale.
Kylo risponde al mio richiamo anche se debolmente. Stavolta mi appare in modo totalmente diverso e ne resto turbata: la sua immagine sembra quella di un fantasma, è sofferente e pallido, profonde occhiaie gli cerchiano gli occhi spenti. È come se si fosse ripreso a stento da uno scontro mortale, come se avesse provato sulla sua stessa pelle, ma in modo più violento, quello che ho provato io.
Mi concentro su di lui e, per la prima volta, riesco a intravvedere anche il luogo in cui si trova.
Percepisco delle presenze: individui sensibili alla forza, come noi. L'aura che emanano è potente. 
Sembra un castello, alto, immenso e lugubre, che sorge imponente su una cascata di lava. Mustafar?
Credevo fosse solo una leggenda.
Lo vedo attivare la spada laser. La fa volteggiare nell'oscurità in un modo così naturale e disinvolto, come se fosse un prolungamento del suo corpo. Sei individui mascherati appaiono alle sue spalle, gli stessi che avevo già visto nella visione di Takodana.
Esistono davvero quindi. Fieri e impassibili avanzano verso di me, i sei Cavalieri di Ren. Deglutisco a vuoto e la paura si impossessa dei miei sensi. Mi sento scoperta, vulnerabile. Non ho nulla per difendermi... la spada di Luke giace ancora spezzata, il cristallo opaco ormai privo di vita, impossibile da riparare. Posso fare affidamento solo sulla Forza.
Eppure... sono terrificanti ma bellissimi. Inspiegabilmente ne sono affascinata. A dispetto di quelle che mi paiono intenzioni minacciose, nessuno di loro mi attacca ma a stento riesco a tranquillizzarmi.
Kylo invece mi osserva con aria severa, finalmente la sua immagine si fa più concreta, non è più solo un'ombra, ora è reale. Riesco a percepire il turbine di sentimenti che lo anima, come se fossi io stessa a provarlo.
Cosa è accaduto di così grave da spingerlo ad invocare l'aiuto dei suoi cavalieri? E perché non ne ha fatto parola con me?
Subito mi rendo conto di aver pensato un'assurdità. Perché mai avrebbe dovuto confidarsi con qualcuno che gli ha voltato le spalle?
“Ben cos'è successo?” sussurro mentre l'angoscia mi divora. Solo adesso realizzo di averlo chiamato di nuovo Ben, dopo tanto tempo...
“Quello non è più il mio nome, dimenticalo!” reagisce severo. Le sue parole sono dure, ma non riescono ad intimorirmi.
“Ho il diritto di sapere...” insisto e la mia è quasi una supplica.
“Tu e i tuoi amici avete le ore contate.” Rabbrividisco nell'udire le sue minacce. Nonostante tutto ho sempre sperato che non dicesse sul serio e che non desiderasse davvero distruggermi.
“Qualunque cosa tu abbia in mente, ti prego... non farla,” lo imploro, credendo che si riferisca a me e alla Resistenza.
Lui distoglie lo sguardo ed esita. Percepisco il suo conflitto interiore molto chiaramente. Ma non è lo stesso che avevo avvertito poco prima dello scontro sulla Supremacy. È qualcosa di più oscuro e feroce, qualcosa che lo sta divorando.
È un odio profondo, infinito, quasi… antico.
Nello stesso tempo è deciso e fermo nella sua spietata strategia.
Sospira profondamente e poi torna a guardarmi, ora la sua espressione è meno tesa, ma nei suoi occhi intravvedo un bagliore sinistro.
Il lato oscuro lo ha trascinato a sé definitivamente?
“Credevi davvero che Snoke fosse uscito di scena?” mi rivela con uno sguardo tagliente, “mi dispiace per te, ma non può essere fermato nel modo in cui credi. Non è sufficiente una spada laser per ucciderlo. È un essere incorporeo che incarna l'essenza del Male, si ciba di esso, si nutre dell'odio e della paura, di tutti i sentimenti negativi che dilagano nell'animo umano... Credevi davvero che sarebbe finita così facilmente? Sapevo che si sarebbe nascosto dietro qualcuno di insospettabile. Ha preso possesso di Hux. Con lui è stato facile, la sua smisurata brama di potere lo ha reso debole.”
Fa una pausa e mi fissa intensamente, il suo sguardo è ora carico di dolore. “Ho commesso l'errore di sottovalutarlo e ha tentato di uccidermi durante un sopralluogo su Eadu, e... ci è quasi riuscito.”
“Come sei riuscito a salvarti?” chiedo, paralizzata dalla paura, come se non fossi già abbastanza sconvolta da quello che mi ha confidato.
“È facile fingersi morto quando manca poco che tu lo sia davvero. Rallenti il respiro, deceleri i battiti del cuore... ti chiudi alla Forza. Non senti e non emani più niente.”
Deglutisco a fatica e riesco solo ad articolare un mesto “mi dispiace.”
Gli sfugge uno sbuffo divertito ma amaro. “Quel cane rabbioso ha sempre contato meno di zero, ed ora ha in mano un potere inimmaginabile. La cosa è quasi esilarante... non trovi, ultima jedi?” Non mi sfugge l'accento sulla sua ultima provocazione.
Deve procurargli un qualche tipo di piacere fisico punzecchiarmi continuamente.
“Non sono una jedi,” tengo a ricordargli. Anche se sono in grado di dominare la Forza non ho mai completato il mio addestramento e la lettura degli antichi testi che ho sottratto ad Ahch-To, non mi è stata di grande aiuto.
“Luke non era dello stesso parere su Crait,” mi informa con fastidio e anche una punta di invidia. Io invece resto pietrificata dalla sorpresa, e dal terrore. Un pensiero atroce attraversa la mia mente come un fulmine che squarcia il cielo: cosa ne sarà della Resistenza presa tra due fuochi?
Inspiro profondamente cercando di recuperare un briciolo di lucidità, ma mi sembra di stare in bilico su un baratro senza fondo.
“Cosa vuoi fare?” Ho paura mentre lo chiedo e non mi vergogno di dimostrarlo.
“Lo sai, porrò fine a tutto. Voglio creare un nuovo ordine, e spazzerò via tutto quello che mi troverò davanti.” Il suo sguardo è fiero e determinato, è lo sguardo di un guerriero. Istintivamente cerco un ulteriore punto di contatto, forse non è tutto perduto, possiamo venirci incontro, forse lui può ancora tornare...
“Ben uniamo le forze, insieme possiamo fermare quell'essere e il suo esercito. Sai che è così. L'avevo previsto nella Sala del Trono, ed ora non è diverso,” lo esorto, sperando nell'impossibile. Ho la sensazione che tutto questo non sia avvenuto per caso e che è giunto il momento di tornare a combattere insieme, il nostro momento.
La sua risposta però tarda ad arrivare. Abbassa il capo e distoglie lo sguardo per evitare il peso della mia delusione. “È una questione tra me e lui,” mi fredda bruscamente, “tu stanne fuori,” ringhia nervoso.
In quel momento capisco che non vuole il mio aiuto, né è disposto a darmi il suo. Ho avuto la mia occasione per stare dalla sua parte e non l'ho voluta cogliere. Non potevo. E adesso è troppo tardi, ho perso la sua fiducia, mi sento terribilmente sola... proprio come mi aveva predetto.
“Non temere, dopo aver sistemato Hux, mi occuperò anche della tua tanto amata Resistenza.”
Quella minaccia mi distrugge. È davvero la fine di tutto?
Per un lungo istante torniamo a fissarci in silenzio, ma dentro di me qualcosa ribolle e non posso fare a meno di palesare quello che provo.
“Perché lo hai fatto allora? Perché mi hai baciata?” gli sussurro, dando sfogo alle lacrime. Ho davvero bisogno di capire.
“Era quello che volevi,” si affretta a precisare asettico, quasi a voler evitare l'argomento ed ostentare un'indifferenza che però non gli appartiene.
“No. Voglio sapere il vero motivo,” insisto intuendo che c'è sotto qualcos'altro.
Esita, avverto il suo disagio, poi finalmente si apre. “Forse era solo... il mio modo stupido e infantile di dirti addio,” mormora con le labbra tremanti, lo vedo deglutire e respirare nervosamente.
Le sue parole mi colpiscono come una scossa violenta. Ho percepito sofferenza nel pronunciarle, ma anche la risolutezza con la quale vuole tenermi lontano da lui.
Eppure sento che non è stato totalmente sincero, cerco un ulteriore contatto perché non voglio che mi lasci così. Sta fuggendo da qualcosa che lo spaventa, come sta spaventando anche me... ma lui interrompe il legame prima che io possa pretendere ulteriori spiegazioni.
Ci incontreremo di nuovo su un campo di battaglia? Il solo pensiero mi provoca una pena immensa. Un brivido di freddo mi scuote. Tutto svanisce e resta solo il nulla e il freddo dello spazio cosmico.
Galleggio nel vuoto, stremata e tremante, sospesa in un limbo senza fine.

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