Capitolo 3 - Dimensione Delta

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L'acqua corrente scorreva dalla fessura fatta sul soffitto. Quella specie di doccia funzionava in questo modo. La freschezza dell'acqua faceva rabbrividire Matt Artic, che aveva proprio bisogno di rilassarsi un po'. Dopo quegli attimi di pausa lui ed i suoi amici avrebbero iniziato il "giro turistico" in quella che veniva chiamata Dimensione Delta. Non sapeva ancora perché si trovasse lì, né tantomeno di dove fosse lì. La doccia di casa sua gli mancava. Casa sua gli mancava. Nonostante la vicinanza di Johanna lo rendesse tranquillo, soffriva comunque nel vederla legata ad un altra persona. Come se Nathan fosse meglio di lui. Come aveva potuto Johanna rifiutarlo in passato? Non erano bastati forse tutti quegli anni di amore non corrisposto come prova di fedeltà? D'altro canto lui avrebbe potuto benissimo abbandonarla, smettendo così di soffrire. Se solo Jo avesse saputo che lui la amava ancora, forse le cose sarebbero potute andare in maniera differente.
Uscì da quella doccia rudimentale ancora immerso nei sui pensieri, e si vestì con una armatura di maglia di ferro raffigurante un serpente a tre teste. Chissà come mai si utilizzavano ancora queste cose, non erano più comodi i vestiti che Matt indossava quando era sparito alla festa? Qualcuno bussò alla porta della sua stanza. "Come se poi una doccia, un letto ed uno spazio per urinarie si possano definire una stanza" aveva pensato Matt quando era entrato nella sua abitazione. A bussare era Rio, il figlio di Carus.
«Mio padre ti sta aspettando» disse «sono già tutti pronti, manchi solo tu. »
«Arrivo» rispose Matt.

Diede un'ultima occhiata alla vista che si poteva vedere dalla finestra della stanza: Un fiume lunghissimo attraversava tutto il villaggio nel quale erano stati collocati, sfociando poi nel mare lontano. Il sole rifletteva i suoi raggi nell'acqua, le onde si abbattevano sugli scogli provocando un frastuono spropositato. Il vento era molto forte quel giorno. Una struttura era visibile ad est del villaggio; una specie di palazzo più recente, fatto con tecniche assai diverse dal villaggio. Ad ovest della città invece c'era un altissimo muro d'acciaio, che nascondeva chissà cosa. Era possibile superare il muro solo attraversando un cancello dorato, che però era chiuso.

Scese la scalinata della torre nella quale abitava, gradino di pietra per gradino di pietra, attento a non inciampare. Rio si muoveva con grazia, mentre Matt Artic era leggermente impacciato nei movimenti, non sapeva bene come muoversi con quell'armatura ingombrante addosso. La testa pelata di Rio faceva capire la sua età, all'incirca quarantacinque anni.

Una volta finite le scale, i due camminarono per un lungo corridoio buio e senza finestre, la cui luce era data solo dalle poche torce disposte ai lati della parete. Sul tappeto verde che copriva il pavimento di marmo era raffigurato un uomo che combatteva con una creatura dorata chiaramente sovrannaturale. "Chi sarà mai quest'uomo?" si chiese Matt.

Una volta superato il corridoio Matt Artic e Rio entrarono in quella che doveva essere una specie di sala del trono. Dovevano essere entrati da un ingresso secondario Si estendeva molto in profondità, culminando in un grande portone di legno, ben dettagliato. Raffigurava chiaramente qualcosa, ma Matt non riusciva a capirlo bene. Le sei colonne di Marmo bianco ai lati della sala supportavano la volta, interamente di vetro. Su ogni colonna era posizionato uno scudo, ed appese ad ognuno di essi vi erano due spade, una più lunga e di acciaio, l'altra più corta ma composta interamente d'oro. Lo splendore della sala culminava nel trono, creato con la pietra. I braccioli erano ben rifiniti, con una testa di drago al termine di essi. Sul trono era seduto Carus, che ora appariva molto più giovane rispetto al loro incontro del giorno prima. Addirittura sembrava essere più giovane di suo figlio Rio. Indossava la stessa armatura, ma questa volta aveva una corona in testa, che in parte copriva i suoi lunghi capelli blu. Nathan, Johanna, Francinne, Randy, Silvie e Ronnie erano già arrivati, proprio come aveva detto Rio.
La ferita alla gamba di Nathan si stava già rimarginando. Il taglio, che prima sanguinava continuamente ed appariva molto profondo, adesso era quasi completamente chiuso. Nonostante ciò, Matt se ne accorgeva, Nathan di tanto in tanto lanciava qualche gemito. Doveva comunque mostrarsi forte, c'era Jo al suo fianco.
Carus si rese conto che Matt era entrato nella sala e così si volto verso di lui, seguendo i suoi movimenti con lo sguardo.

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