» quarter past midnight - end

Start bij het begin
                                    

«Frank, mi incazzo.»

«No.»

«Ti tiro su di peso, Frank.» lo minacciò, mentre si appellava a tutti i santi per non bestemmiargli contro.

«E che palle.» fu la risposta di Frank, che però finalmente si alzò e si appoggiò alla ringhiera del balcone.

Gerard, anche se aveva tanta voglia di scaraventarlo giù perché era un enorme ingrato, si fermò un attimo a guardare quanto era bello, con i capelli lunghi che si agitavano nel vento e le luci alle spalle. Gli sarebbe piaciuto fare una foto, magari dopo l'avrebbe anche fatta, ma aveva altri problemi adesso. Anche se sapeva che cosa sarebbe successo, in realtà, anche se era abbastanza sicuro di cosa stava facendo, sentiva comunque il cuore in gola.

Era solo che era Frank e di Frank gli importava davvero. E, magari scioccamente, voleva che fosse tutto perfetto e che avesse la proposta dei suoi sogni e non, ripensandoci, pensasse "guarda un po' che schifo quel deficiente che ho sposato che manco sa fare una proposta". A Lindsey lo aveva chiesto da ubriaco senza la minima ansia mentre ora quasi si sentiva svenire mentre guardava Frank e pensava a quanto lo amava. Con Frank era tutto più difficile, mannaggia a lui e ai sentimenti autentici che Gerard provava per lui. Da quanto il suo stomaco si stava contorcendo per l'ansia quasi quasi sarebbe tornato con Lindsey che non lo aveva mai reso così nervoso.

«Allora, sono in piedi. Cosa vuoi?» domandò Frank scocciato, girandosi a guardare il panorama un secondo e aspettandosi probabilmente che Gerard si mettesse a fianco a lui per parlare.

Gerard prese un respiro, rimpianse ancora un attimo Lindsey e il disimpegno affettivo totale che aveva con lei e si rassegnò al suo destino che in quel momento gli dava le spalle e guardava il panorama, totalmente ignaro. Voleva dire che il suo piano era riuscito, ma Gerard era troppo in ansia per esserne felice. E scazzato per quanto Frank era stato una rottura, tanto che a momenti stava per rovinare tutto.

«Perché se no non potevo fare questo, cretino. Anche se sinceramente mi hai rotto così tanto il cazzo prima che quasi ti avrei tirato un calcio, altroché.» rispose inginocchiandosi e tirando fuori l'anello che aveva comprato per Frank qualche mese prima.

Frank si voltò e quando lo vide in quella posizione assolutamente ridicola che mannaggia a chi l'aveva inventata, ma con l'anello in mano, si portò entrambe le mani al volto e gli si riempirono gli occhi di lacrime. Ma Gerard non aveva finito. Le cose le voleva fare per bene.

«Anche se adesso un po' mi stai sul cazzo, io ti amo davvero. E come dice il nostro amato Fedez, non servono anelli che ci tengono insieme. Non ho mai pensato di sposarti perché non mi serve sposarti, so che voglio stare con te tutta la vita e che non cambierò mai idea, il che dovrebbe stare più o meno alla base di ogni matrimonio, ma sai che io ho disagi e devo fare una cosa sbagliata almeno venti volte prima di farne una giusta. E tu sei la cosa giusta. Anche se ho tantissima voglia di tirarti l'anello in testa perché ti ho praticamente supplicato per farti alzare. E non siamo all'arena di Verona e non siamo davanti alla folla, ma volevo che questo momento fosse solo nostro, che fosse qualcosa di privato e speciale, ma se vorrai faremo un matrimonio che i Ferragnez possono solo accompagnare e compreremo a Sweet Pea il papillon di Vuitton. Quindi, Frank Anthony Thomas Iero Jr, dato che ho intenzione di vedere i film horror con te tutta la vita è consolarti ogni volta dopo, quando avrai gli incubi, dato che apprezzo il tuo orrendo secondo nome e le canzoni che scrivi e i tuoi tagli di capelli questionabili, anche se non sono e non sarò mai buono come te, mi vuoi sposare?» domandò Gerard, col cuore che batteva così forte che gli rimbombava nelle orecchie.

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