» quarter past midnight - end

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Gerard e Frank erano ancora sul balcone, a guardare le luci di Amsterdam e parlare. Frank a un certo punto, dato che erano soli, si era seduto a terra e si era fatto fare le coccole da Gerard come un bambino piccolo, nascondendosi contro il suo petto.

Gerard aveva sospirato, stringendolo forte e lasciandosi invadere il petto da tutto l'amore e
tutta la tenerezza che provava per lui, anche se era molesto e voleva sempre le coccole, neanche avesse due anni.

«Non pensò esista niente di meglio di questo. Te lo giuro, è il più bel compleanno della mia vita. Ci sono tutte le persone a cui voglio più bene e la persona che amo ha organizzato tutto. Mi viene quasi da piangere.» mormorò Frank appoggiato al petto di Gerard che lo teneva stretto, quasi cullandolo, mentre gli accarezzava i capelli.

Il fatto era che c'era di meglio, solo che Frank non lo sapeva perché Gerard era, modestamente, un genio, e Frank non sospettava nulla. Certo, oltre al compiacimento perché tutto era andato bene e la torta con la panna vegana non faceva così schifo come Gerard credeva - una volta aveva provato a cucinare una torta vegana per Frank e mai più era venuto fuori una specie di fango che non si cuoceva neanche a piangere - c'era anche l'ansia per la proposta. L'anello nella sua tasca, nella sua bella scatolina intonsa, diventava ogni secondo più pesante.

E se Frank avesse cambiato idea sul matrimonio? E se a Frank la proposta non fosse piaciuta? E se fosse improvvisamente tornato etero? E se avesse sempre avuto un'amante? La groupie modella di Victoria's Secret coi capelli Pantene magari. Quella brutta infame.

Gerard però non poteva passare il suo tempo, anzi, il loro, a pensare a quella lì di cui Frank, a detta sua, nemmeno ricordava il nome. Gerard avrebbe indagato per conto suo e le avrebbe mandato una cartolina ricordo del loro matrimonio con scritto "AHAHAHAHAH" dietro. Ora doveva focalizzarsi sulle cose importanti, prima che gli passasse il coraggio di andare fino in fondo.

«Forse io sì, ti alzi in piedi?» disse infatti.

Frank lo guardò sconcertato, perché era tutto raggrumato contro il suo petto e non aveva l'aria di uno che voleva andarsene tanto presto.

«Ma sto così bene qui, sei così caldo Gee» mormorò affondando la faccia nel suo petto.

Brutto ingrato. Non solo si faceva le pseudo modelle e baciava i ragazzi oltre aver sposato quell'aborto ameboso di Jamia, pure rompeva le palle quando Gerard stava per fargli la proposta. Come minimo l'anello se lo meritava lanciato in testa, altroché.

«Frank, ti giuro che è una buona causa.» gli assicurò Gerard cercando di resistere all'impulso di strozzarlo.

«Non ne esiste nessuna che mi possa far lasciare le tue braccia» si lamentò Frank aggrappandosi di più a lui in un modo molto simile a quello di Miles quando non voleva andare a scuola.

«Eddai, Frank, un secondo.» lo implorò.

Gerard si chiese se anche durante le altre proposte di matrimonio le cose erano andate così. A quanto si ricordava no. Elizabeth non aveva detto a Mr Darcy "no, non mi alzo". Gli aveva detto no e basta, ma dettagli. Aveva rotto molto meno le scatole di Frank che era così pigro che non si voleva alzare per quell'accidenti di proposta.

«No.» fu la laconica risposta.

Gerard lo avrebbe ucciso.

seconds | frerard [✓]Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang