Le terre di I'sso

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Le terre di I'sso

If'art era una delle isole delle Terre Conosciute, verdeggiante e piovosa, gli abitanti, seri e ombrosi, rispecchiavano in pieno il clima dell'isola.

«Ora ragazzo raggiungeremo a cavallo la punta di If'art, da lì aspetteremo la secca per giungere alla città cimitero di I'sso. Prima di giungere al Tempio dobbiamo rendere onore ai nostri caduti»

«Choci Tinspe naro'o seuocra ut?»

«Non questa volta Nari, le faremo visita alla fine dell'addestramento del giovane Tom. Non carichiamoci di maggiori sofferenze di quelle che già dovremmo sopportare giunti nelle terre di I'sso»

Il gruppo si mise in marcia, la pioggia incessante era di ostacolo al viaggio, Tom, abituato al clima mite di Sat'e, non riusciva a reggere tutta quell'acqua, gli sembrava una vera tortura, non avrebbe mai pensato di poter rimpiangere il tanfo di Rogai.

In serata raggiunsero la punta Ovest dell'isola.

«Siamo arrivati in tempo Maestro», disse Nari osservando il mare Nuobo. Una lunga striscia di terra emergeva dalle acque.

«Muoviamoci, abbiamo fino all'alba», disse Cal spronando la giumenta.

Tom non aveva mai visto nulla di più stupefacente, ai bordi di quel lungo ponte di terra si potevano vedere le profonde acque del mare ricche di pesci. Oltre alla luna a far luce sulla strada c'erano una miriade di coralli che si illuminavano al loro passaggio. Il viaggio fu piuttosto lungo, la stanchezza era tanta, ma lo spettacolo meraviglioso che Tom aveva sotto gli occhi lo manteneva sveglio e lucido. Quando le prime luci dell'alba fecero capolino si intravvedeva già la terra ferma.

Riuscirono appena in tempo a salire sulla sabbiosa battigia della città cimitero, che le acque del mare Nuobo risucchiarono il passaggio nelle profondità.

Tom era distrutto, non era abituato a non dormire.

«Ci accampiamo qui?» chiese speranzoso.

«Non abbiamo tempo ragazzo, dobbiamo attraversare le colline, ci vorranno un paio di ore, e saremo giunti al cimitero, riposeremo questa notte»

L'isola Cimitero di I'sso era completamente diversa dalla vicina isola di If'art, il clima ricordava molto quello della regione di Sat'e da cui Tom proveniva, per lui era quasi come essere a casa. Il gruppo prese un sentiero battuto che si abbarbicava sui colli.

Le colline brulicavano di animali, i boschi di pini si alternavano a grandi distese erbose, dopo ore di lenta marcia arrivarono a una specie di città fortificata, due torrette rappresentavano la porta d'ingresso.

«Qui ci separiamo», disse Nari scendendo da cavallo e avventurandosi all'interno del cimitero.

Cal con la sua solita e pacata calma scese dal carretto.

«Ragazzo tu verrai con me, andremo a rendere onore al mio maestro».

Tom seguì silenziosamente Cal all'interno del cimitero, non era sicuro di cosa dovesse fare in quel frangente, il maestro arrivò di fronte a una lapide e restò fermo, in piedi, senza dire una parola. Tom si avvicinò alla grande lapide, l'iscrizione recitava "Zo Lizp'a adorato maestro e rimpianto fratello. Che la Dea vegli sul suo cammino."

Tom era in imbarazzo, non era convinto di quale sarebbe dovuto essere il suo comportamento in quel luogo. Cominciò a guardarsi intorno, quel cimitero era molto diverso da quelli che venivano costruiti a Sat'e, regione di allevatori e agricoltori senza pretese, si accontentavano di qualche sasso e un bastone con su inciso il loro nome. Qui c'erano grandi lapidi, sembrava si facesse a gara per costruire quella più monumentale.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 01, 2018 ⏰

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