Rogai

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Rogai

Il sole stava calando quando il gruppo varcò le grandi mura della città di Rogai, Tom non credeva che una così piccola città potesse contenere una così grande massa di persone. Vivendo a Sat'e non aveva mai avuto modo di vedere gente proveniente dalla Terra delle Creature o dall'Isola degli Uomini Animali.

Rogai appariva come un coacervo di specie, Elfi, Fate, Ninfe, Satiri. Mentre attraversavano a fatica le strette vie della città, Tom vide spiccare in lontananza tra la folla, la verde testa di un Orco. Le Creature erano diventate piuttosto rare dopo l'epurazione, le specie che avevano combattuto strenuamente il Lord erano state sterminate, come i Nani e i Troll, mentre le Creature che alla fine si erano arrese e gli avevano giurato fedeltà, come Orchi, Elfi, Fate, Ninfe e Centauri, erano state ridotte a poche centinaia disperse su tutta la Terra Conosciuta.

«Ora giovane andremo alla locanda di una nostra cara amica, riposeremo lì per la notte», disse Cal urlando per farsi sentire da Tom. Il carretto si fermò davanti a una "locanda" piuttosto fatiscente e malconcia, l'insegna recitava: "Il bordello dell'allegra Neresa".

Non appena Nari scese da cavallo un giovane ragazzo albino corse verso di lei con la testa bassa e le spalle curve, sembrava non mangiasse da mesi vista la sua magrezza.

«Bentornata Narooia'sso, é un piacere riavere lei e il Maestro nella nostra locanda».

Nari scoppio in una delle sue grottesche risate: «Mi siete mancati, dov'è tua madre Uttio Tolm'i»

«Dentro a servire i clienti. Le vostre stanze sono già pronte, e le offerte pronte per la scelta»

«Fantastico Uttioo Tolm'i, voi non deludete mai. Ti affido Amitavi. Come sempre, se trovo anche un solo crine torto al mio cavallo ne risponderai a Nusage», Nari si mise a ridere, anche se nessuno li presente prese la minaccia come uno scherzo, compreso il povero figlio della locandiera che tremava come una foglia.

Nari accarezzò e baciò il muso del suo adorato cavallo e lo affidò all'albino.

La guerriera prese la maggior parte dei sacchi sul carretto, e ne affidò due piuttosto pesanti a Tom.

«Forza Neddacciaco, lasciamo il Vecchio con il suo più grande fan, andiamo a divertirci»

Tom lascio Cal e si diresse con Nari all'interno della locanda, appena entrati ci fu un'ovazione generale per la guerriera, la donna che serviva dietro il bancone emise un acutissimo urlo e si precipitò ad abbracciarla, dal canto suo Nari fece cadere a terra tutti i sacchi che reggeva.

«Neresa! Sorella mia, mi siete mancate tu e le tue baldracche»

«Secondo me ti sono mancate le mie baldracche, il mio vino e la mia cucina sorella»

Le due donne si abbracciarono, Neresa era una donna bionda con gli occhi color del ghiaccio, riusciva a essere anche più alta di Nari e almeno il doppio del suo peso.

«E questo pelle e ossa chi è Narooia'sso?»

«Neddacciaco choci tinspe onsgi uil sio-ccu Oscuro»

«Capisco, come sta il tuo Occhi Spenti?»

«Choci Tinspe peggiora»

«Se ne vedono sempre di più di Occhi Spenti, anche qui in torno». Le due donne fecero un attimo di pausa guardandosi negli occhi pieni di tristezza e rassegnazione.

«Non pensiamo alle cose tristi, vieni a bere, intanto io porto su i vostri sacchi», dicendo così la locandiera si caricò senza fatica tutti i bagagli sulle spalle, compresi quelli di Tom, e si avviò su per la scala.

Salvare NoDm'oWhere stories live. Discover now