«E se al posto di un cielo stellato, facessimo una galassia?», proposi, adocchiando degli stencil molto carini che sembravano schizzi di pittura che usati con la vernice fluorescente ― che dovevamo ancora trovare ―, avrebbero creato delle macchie luminose che potevano dar l'impressione di una galassia, o almeno così credevo.

«E i guardiani dove li lasciamo?», Morgan mi prese dalle mani gli stencil e ne diede una fugace occhiata, «Non male come idea, però. Può andare.»

Era la prima volta che io e Morgan facevamo qualcosa insieme, soprattutto perché il nostro rapporto non si era mai evoluto. Eravamo rimasti dei semplici "conoscenti" o meglio, per me lui era l'amico di mio fratello e be', ora anche il fidanzato di Cassie mentre io per lui non sapevo chi fossi.

Forse ero semplicemente la sorella di Jeremy che di tanto in tanto voleva far esasperare.

C'era stato un periodo ― forse durante il primo anno ― in cui avevo provato a riavvicinarmi a Morgan, ma la sua risposta era stata una grandissima negazione e poi una bella risata con i suoi amici, giusto per mettermi ancora più in imbarazzo.

Da quel momento mi ero detta e ripetuta che non avrei mai più cercato di recuperare quel rapporto quasi inesistente che si era creato tra noi e proprio per quello, adesso mi sembrava troppo strana e forzata la nostra vicinanza.

Non riuscivo a capire cosa gli passasse per la testa. Fino a poco tempo prima non mi avrebbe nemmeno rivolto per sbaglio la parola davanti ai suoi amici mentre ora ci stavo pure in coppia per una challenge e lui non sembrava minimamente preoccupato di passare i pomeriggi con me.

Sì, era vero che anche Cassidy si era avvicinata tutto d'un tratto a me, ma per qualche motivo che ancora dovevo capire, lei mi trasmetteva fiducia.

Non mi sentivo come se da un momento all'altro, potessi venir pugnalata alle spalle da lei mentre con Morgan sì, e forse era semplicemente perché mi ero già scottata in passato con lui quindi faticavo a dargli fiducia. A dargli il beneficio del dubbio.

Poi mi sembrava che io e Morgan fossimo due poli opposti e proprio per quello, ero più che convinta che non saremmo mai riusciti ad andare d'accordo, almeno non del tutto.

Era difficile per noi stare in una stanza o in qualsiasi altro posto, senza litigare almeno un po'.

Io era la fiamma che ardeva di rabbia repressa e lui era l'acqua che provava a soffocarmi e a spegnere lentamente le mie emozioni.

«Mavs, le prendiamo oppure no?», vidi due dita schioccare davanti al mio viso e per quello sobbalzai all'indietro, spaventandomi per nulla dato che era ovvio che fosse Morgan. Che rincoglionita.

«A quanto pare, neanche mi stavi ascoltando. Grazie mille eh», Morgan sbuffò sonoramente poi buttò qualcosa nel carrello che solo dopo avergli lanciato un'occhiata, capii trattarsi degli stencil che sembravano dei schizzi di pittura.

Roteai gli occhi, scocciata poi risposi con un pesante sbuffo, «Prego cento eh.»

Mi fissò di sottecchi coi i suoi occhi scuri e penetranti poi li alzò al cielo, spalmandosi una mano sul viso, «Sei pessima.»

«Oh cielo, che coppia carina che siete! Mi ricordate tanto me e mio marito durante la nostra giovinezza.»

Una donna anziana dai capelli bianchi come il latte, raccolti in uno chignon alto e dalle profonde rughe intorno agli occhi e alla bocca distesa in un sorriso, fissò me e Morgan con felicità.

Arcuai un sopracciglio, confusa e evitai di risponderle mentre, al mio fianco, Morgan ridacchiò sommessamente, ma io lo sentii forte e chiaro.

Da dove l'era uscita questa cosa della coppia? Da quando io e Morgan sembravamo una coppia?

Falling for a ChallangeWhere stories live. Discover now