Il pensiero della grande varietà dei dipendenti avrebbe dovuto essere confortante. I dipendenti avrebbero dovuto essere come Lori o come Kelsey e avrebbero dovuto fornire un ulteriore aiuto. Ma loro ti respingevano, ti trattavano con ostilità e non ti rispettavano. Certo, c'erano quelli discreti ed "educati", ma c'erano anche i dipendenti ripugnanti e pericolosi. Tipo James.

Solo il suo nome mi faceva venire i brividi. Non aveva ancora fatto niente; ma aveva osservato. Ogni volta che entravo in mensa e mi sedevo con Harry, lui osservava. Se capitava di incrociarlo per i corridoi o se passava di fianco a me e alla mia guardia personale, della quale non conoscevo il nome, lui osservava; sembrava un serpente in agguato, con dei sorrisetti compiaciuti sul suo viso. Fissava. Pensava. Cosa pensava, non lo sapevo. E forse non volevo neanche saperlo. Ma ero sicura che stava complottando qualcosa, ed ero terrificata da quello che avesse potuto fare. Anche Harry era spaventato, ma la sua paura si manifestava in forma di rabbia. Ero riuscita a trattenerlo dal far staccare la testa a James, ma questo non aveva attenuato la sua furia. Se James avesse detto una parola ad uno di noi due, sapevo che Harry sarebbe esploso. E temevo quel giorno, perché sapevo che non sarei stata in grado di fermare Harry, e sapevo che le conseguenze sarebbero state ancora più dure di una frustata.

Ma non sembrava che quel giorno sarebbe arrivato così tanto presto.

Pensai a tutto questo mentre aspettavo la mia guardia che mi avrebbe portata nell'ufficio di Kelsey. Speravo arrivasse subito, poiché il pensiero di James e dei suoi piani stava iniziando a farmi spaventare. Per distogliere la mia mente da quello psicopatico, mi misi a fissare il soffitto mentre ero distesa sul letto, i capelli sparpagliati intorno alla mia testa in onde aggrovigliate. La noia mi assalì per quel che sembrò essere la decima volta in questa settimana, mentre cominciavo a canticchiare per passare il tempo. Era una melodia di un ricordo lontano e non riuscivo a ricordarmi il testo ma mi piaceva il ritmo. Se fossi passata davanti a questa cella, in veste di una impiegata, avrei pensato che  io appartenessi qui; una ragazza che canticchiava e che fissava il soffitto, in qualche modo, sembrava adeguarsi alla descrizione di pazzia.

Ma mi fermai improvvisamente quando l'uomo robusto, che mi accompagnava in giro per l'istituto, usò una chiave per sbloccare la porta. Era divertente come loro avessero speso tutti i soldi per renderle automatiche - un lusso che difficilmente gli altri istituti avevano - solo per scoprire che queste porte avevano dei difetti e che dovevano usare comunque delle chiavi, quando la corrente andava via.

Mi strattonò bruscamente per il braccio, trascinandomi giù nell'atrio. Poi attraverso un altro corridoio. E dopo aver attraversato ancora un altro corridoio, raggiungemmo l'ufficio di Kelsey per la mia "sessione terapeutica". Era la prima volta che la vedevo da quando ero stata ammessa al Wickendale.

Aprii la porta di legno e la chiusi dietro di me, abbandonando la guardia intimidatoria fuori nel corridoio.

"Rose!" Esclamò Kelsey prima che potessi girarmi. "Cosa cazzo ti è successo?"

Lei rimase in piedi mentre io mi accomodavo davanti la sua scrivania, i suoi capelli legati all'indietro, rivelando il suo viso abbronzato. Sospirai, e poi cominciai a parlare, raccontandole le malvagità della Signora Hellman.

"Porca puttana!" Disse, quando avevo finito. "È incredibile, Rose! Non appartieni a questo posto! Voglio dire, già non tollero di mio la Signora Hellman, ma questa volta ha sorpassato il limite."

"Lo so," concordai. "Esiste un modo per dimostrare che io non appartenga a questo posto? Tipo andare al tribunale o qualcosa del genere? Non può farla franca."

Kelsey sospirò, scuotendo la testa mentre si sedeva. Non parlò per un po', assimilando il tutto e collegando i suoi pensieri. Quando finalmente rispose, la sua voce era più calma. "Non ne ho idea. Voglio dire, la sua versione della storia è piuttosto convincente, non per deluderti o altro."

Psychotic [h.s.] (Italian translation) *EDITING*Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon