Quando le avevo provato a parlarle nel corridoio, mi aveva minacciato. Aveva anche provato a graffiarmi il volto, ma era riuscita soltanto a farmi un graffio. Così pensai fosse meglio rinchiuderla subito; questo era il posto giusto per lei, non aveva senso spedirla da qualche altra parte. Questa ragazza sarebbe rimasta chiusa in questo istituto per molto tempo.

Benvenuta al Wickendale, Rose Winters.

HARRY'S POV.

Inizialmente non provai tristezza, non provai paura, e non provai rabbia. I miei pugni non si strinsero e il battito del mio cuore non era udibile nel mio stato attuale. All'inizio non provai assolutamente nulla.

Forse la scena davanti a me non era ancora scattata, o forse il mio cuore si era fermato del tutto. Ma ero troppo stordito e troppo scioccato per notarlo. Impiegai un po' per elaborare ciò che stavo vedendo, come se l'immagine fosse lì ma non era ancora connessa ad un pensiero coerente. Lei non poteva essere qui, era un'allucinazione, era un sogno. Un terribile incubo come quelli che ossessionavano il mio sonno agitato ogni notte. Mi sarei svegliato presto e lei sarebbe stata ancora nella sua odiosa divisa da infermiera, con i suoi capelli raccolti in uno stretto chignon, seduta al tavolo con un mazzo di carte o col gioco di Clue, come ogni altro giorno.

Sbattei le palpebre e mi girai intorno, chiudendo gli occhi e poi aprendoli di nuovo; ma Rose era rimasta. Lei era lì in piedi con il labbro inferiore tra i denti, la sua mano destra a tenere nervosamente quella sinistra. Con grandi occhi inquieti esaminava la stanza. Lei era spaventata, potevo dirlo. Ricordai di essermi sentito allo stesso modo la prima volta che ero arrivato qui.

Alla fine, i suoi occhi spaventati incontrarono i miei, e si spalancarono come se mi stessero supplicando e dicendo 'aiutami'.

E poi provai qualcosa. La realizzazione mi colpì dritto allo stomaco. La mia gola divenne asciutta e i miei polmoni lottarono per prendere fiato. Il mio stomaco si capovolse, i miei pugni si strinsero, la mia mascella si serrò. La stanza iniziò a vorticare e un'interminabile onda di domande inondò il mio cervello. Lei non sarebbe dovuta essere qui come una paziente. Non poteva esserlo, Rose non era pazza.

Ma lei era qui. Non sapevo quando, non sapevo perché, non sapevo come, e non sapevo cosa fare al riguardo. Ma sapevo che ero spaventato per lei. Non me ne fregava un cazzo che Rose non sarebbe più stata capace di tirarmi fuori da qui o che sarei dovuto stare al Wickendale per sempre. Ciò che mi spaventava era che anche Rose avrebbe dovuto sperimentato gli orrori, ancora nascosti dietro l'angolo di questa struttura. Lei era molto più vulnerabile di me, molto più piccola e molto più ingenua. Non sarebbe sopravvissuta in un luogo del genere.

Insieme alla paura, crebbe anche la rabbia. Cazzo, non avevano il diritto di metterla qui. Non era una criminale e neanche una pazza; lei era pura, innocente. Questo non era giusto per lei; era tutta colpa mia. Se non fosse stato per me, lei non sarebbe stata qui. Ma invece eccola qua, e non c'era niente che io avessi potuto fare. Ma il pensiero di lei come paziente non era ancora definito nella mia mente, e il collegamento tra lei e il Wickendale non era ancora scattato dentro di me.

Mi sentivo ancora come se fosse un'allucinazione, anche se sapevo non lo fosse. Lei sembrava così fuori luogo, come un angelo atterrato nell'inferno. Forse era il contrasto tra lei e il resto della stanza. La sua pelle chiara e i suoi lineamenti delicati spiccavano nel buio, nelle pareti sporche dietro di lei. Era anche molto più pulita rispetto a tutti gli altri, molto più bella. E non sembravo l'unico ad averlo notato. Qualche paziente iniziò a guardare la sorprendente ed attraente ragazza nuova.

Dio, se qualcuno avesse osato toccarla, l'avrei fatto fuori, cazzo. Con ogni persona che esaminava la sua figura, diventavo sempre più nervoso. Lei sedeva lì da sola, sembrava preoccupata e vulnerabile. Chiunque poteva avvicinarsi e stringerle la mano, come avevo fatto io, subito dopo averla conosciuta.

Psychotic [h.s.] (Italian translation) *EDITING*Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt