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La mattina fu un trauma alzarsi, io dovevo lavorare ma era abbastanza presto per svegliare Harry. Kendall sarebbe arrivata verso le 10, e se lo vedeva in casa mia potrebbe pensare male, decisi infatti di svegliarlo.

«Harry» lo chiamai, ma non si mosse neanche di un millimetro.

«Harry» riprovai, niente. Esattamente come ieri sera, ma é un ghiro!

Andai in cucina e presi due coperchi per le pentole, se questo era l'unico modo di svegliarlo farò così!

Iniziai a battere i coperchi tra loro e lui sobbalzò cadendo dal letto.
Scoppiai a ridere, mentre lui si massaggiò l'osso sacro, dove evidentemente aveva sbattuto.

«Buongiorno» riuscii a dire trattenendo la risata.

«Fanculo, stronza» borbottò lanciandomi uno sguardo omicida.
Alzai gli occhi al cielo e mi girai per tornare in cucina per la colazione.

«Hai alzato gli occhi al cielo?» mi raggiunse e si mise davanti a me con le braccia conserte, vietandomi di uscire. Notai solo ora che non aveva la maglia, i suoi tatuaggi erano molto evidenti e belli.

«Mi fai passare?» chiesi cercando di essere indifferente.

«No»

«Harry, levati»

«Ho detto no» ribatté

«Invece si!» iniziai a muovermi per superarlo ma lui, da qualsiasi parte andavo, mi si parava davanti.

«Hai rotto le scatole!» lo spinsi un po' e aprii la porta, che venne richiusa dalla sua mano. Sbuffai e mi girai verso di lui, appoggiandomi alla porta dietro di me.

«Sei irritante» disse lui.

«Tu invece sei un angelo vero?» dissi

«Ovviamente!» si mise la mano nei capelli e li fece svolazzare come se fosse un divo di Hollywood.
Prima che potessi dire qualcosa, il campanello suonò attirando sia la mia, che la sua attenzione.

Se fosse stata Kendall, era in anticipo di almeno 2 ore. «Rivestiti» raccolsi la sua maglietta da terra e la lanciai verso la sua faccia, colpendola in pieno.

Andai ad aprire ma prima vidi dallo spioncino se fosse qualcuno che conoscevo, sempre meglio controllare.

Vidi due grandi occhi azzurri, e quasi mi prese un colpo. Non può essere lui, non lo vedo da quando Jack é morto, da li non si é più fatto vivo.
Jeff, il suo migliore amico, non dovrebbe neanche presentarsi qui.

Jack é il mio primo vero amore, l'unico che era riuscito ad amarmi senza farmi soffrire, é deceduto in un incidente due anni fa.

Dopo aver sospirato, aprii la porta. «El!» mi abbracciò sorridente. Ma io non ricambiai. Non avrei potuto neanche volendo.

«Chi é?» arrivò Harry, non si era rimesso la maglia, non mi ascolta mai sto ragazzo!

«El chi é lui?» Jeff si staccò dall'abbraccio e guardò da testa a piedi Harry, di sicuro stava pensando qualcosa di non vero, lo si capiva dalla sua faccia dubbiosa.

«É Harry, un amico» dissi, allontanandomi dai due.

«Piacere sono Jeff.. un'amico di Elinor» gli tese la mano, Harry la guardò tibutante per qualche secondo, ma poi la strinse. «Harry, piacere»

«Ti avevo detto di mettere una maglia» lo rimproverai.

«Sei mia madre per caso?» mi guardò alzando gli occhi al cielo e se ne andò
in camera, a prendere la sua maglietta per poi rinchiudersi in bagno.

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