Parte 3 - Perché è qui?

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"Bene, visto che crede di sapere tutto dottoressa, risponda lei a una domanda. Il dottor Sneider dice che la traiettoria dell'oggetto che ha portato qui l'alieno era stata programmata, lei concorda?"

"Certo, è praticamente impossibile che seguisse una rotta tanto fortunata da farlo finire nell'orbita terrestre casualmente."

"Bene" fece Tallman soddisfatto "allora mi dica, visto che siamo tutti concordi sul fatto che il suo obbiettivo fosse realmente arrivare qui, cosa è venuto a fare?"


La Sokolova non aveva una risposta, ma non ebbe nemmeno tempo per pensarci, una forte bussata risuonò sulla porta chiusa della stanza. Il generale, seccato per l'interruzione, si volse verso di questa e in maniera riluttante invitò chi stesse bussando ad entrare.

Una donna con camice addosso e una pila di fogli nelle mani entrò di corsa, senza nemmeno chiudersi dietro la porta. "Devo subito riferirvi una cosa!" fece esagitata, senza badare a chi vi fosse nella stanza

"Scusi, lei è?" chiese Tallman visibilmente irritato

La donna, indecisa se dire quello che era venuta a dire o rispondere alla domanda non aprì bocca.

"È la dottoressa Annette Stevenson signore, la genetista del team di studio" intervenne la Sokolova a rompere il silenzio. "Annette, prendi un bel respiro e dicci con calma quello che devi dirci."


"Ecco, va bene, andrò con ordine. Insieme al team di microbiologi abbiamo svolto un analisi più approfondita dell'essere. L'essere sembra presentare una specie di struttura cellulare, non troppo dissimile dalla nostra. Dopo l'analisi preliminare ci siamo concentrati sull'analisi cellulare. Le cellule dell'essere, similmente a quelle presenti qui sulla terra, erano dotate di una specie di nucleo. All'interno di questo abbiamo trovato una informazione genetica ben codificata."

"Vuol dire, dottoressa, che anche quell'essere era dotato di DNA?" chiese Tallman, credendo di aver capito il punto

"Si signore, un DNA composto anch'esso, come il nostro, da basi azotate"

"Molti, prima di questo ritrovamento, fantasticavano di forme di vita totalmente inconcepibili per noi qui sulla terra" fece Sneider, intervenendo nel discorso, "ma a quanto pare dobbiamo concludere che la vita può organizzarsi solo in alcuni modi. Questo essere ha una chimica basata sul carbonio, come la nostra, ha un sistema nervoso con qualche similitudine con il nostro, ma soprattutto, a quanto ci dice la dottoressa, è composto da cellule, a loro volta dotate di nucleo, nel quale sono codificate, come per gli esseri qui sulla terra, le informazioni genetiche. Questo dovrebbe anche farci presumere che quell'essere fosse, in qualche modo, capace di riprodursi. Tutto questo è molto interessante."

"Non è solo questo dottore" fece la Stevenson, desiderosa di poter ricominciare a parlare

"In che senso"

"Quello che voglio dire è che: sarebbe bello concludere che la formazione della vita ha dinamiche simili dovunque avvenga, che ci sia una specie di set di requisiti da soddisfare perché un essere possa essere definito vivo. Ma qui la storia è molto diversa, c'è molto di più!"

"Arrivi al punto" fece spazientito Tallman

"Ecco, tutti gli esseri viventi sulla terra hanno degli antenati comuni, le prime cellule che vivevano nel brodo primordiale di questo pianeta miliardi di anni fa, motivo per cui, mappando i dna di una qualsiasi specie vivente su questo pianeta è possibile trovare delle sequenze genetiche in comune o simili, rimaste da quegli antichi antenati comuni."

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