Capitolo 3

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Anche Peiter era diventato un numero,il numero più bello.

In un giorno come tanti arrivo davanti al treno dei prossimi prigionieri,come ogni anno non appena entrano nelle loro nuove dimore (i dormitori) mi presento a tutti e inizio la mia solita solfa.

<<Buongiorno a tutti,io sono il generale George Maurer sono di pura razza ariana e sono nel primo ordine del Terzo Reich,siete stati divisi dalle vostre mogli e dai vostri figli al solo scopo di infliggervi dolore,voi dovete pagare per tutto il male che avete fatto a noi e allo nostra specie>>

Dal fondo un ragazzo non ancora marchiato e in pigiama a righe con gli occhiali viene verso di me

<<Cosa avremmo fatto di tanto grave noi sentiamo?>> Mi si avvicina il soldato che viene sempre con me del mio commando

<<Come ti permetti ragazzino,in ginocchio e chiedi scusa al tuo superiore>>

<<No,allontanati all'istante..come ti chiami giovanotto?>>

<<Peiter>>

<<In ebraico vuol dire Pietro giusto?>>

<<Si>>

<<Bene Pietro da oggi tu sarai solo il numero 220543 e come tale non avrai diritto di parola davanti a me, sei solo un numero,insignificante davanti alla legge e davanti al tuo stesso Dio,pregalo adesso se davvero vi esiste una presenza onnipresente come credete>>

<<Non mi abbasseró mai al livello di un miserabile come voi>>

Di istinto mi venne da prenderlo per quel suo sottile pigiama a righe

<<Sentimi bene ragazzino inutile tu ora ti metti in fila con tutti gli altri e fai quello che ti dico perchè se non lo fai questo bel collo potrebbe essere deturpato molto presto>> Mi fermo ad accarezzare il suo sinuoso collo per un po', mi faceva rabbia e questa rabbia da lí a poco non potevo di certo immaginare che si sarebbe trasformata in passione,il mondo circostante scomparve all'instante nel momento in cui incrociai i suoi meravigliosi occhi verdi che brillavano di speranza,la stessa che gli sarebbe stata tolta nel corso della sua permanenza qui.
Inizia a boccheggiare e anche io..mai avevo visto tanta bellezza tutta in una volta,le sue labbra cosí rosee e lucide non mi permettevano più di esprimermi come prima...ero come come bloccato,deglutií a fatica ma per fortuna in quel momento entró il mio superiore che mettendomi una mano sulla spalla mi riportó finalmente alla realtá.

<<Come procede generale Maurer,problemi?>>

Guardo davanti a me,mentre vedo Pietro decisamente più rosso di prima

<<Tutto bene signor Caporale Nichter>>

<<E lui? Perchè è davanti a voi ora?>>

<<È il mio traduttore signore,lui mi servirá per spiegare le regole del campo>>

<<Molto bene,proceda pure>>

Il soldato alla mia sinistra prende per la testa Pietro e lo porta al mio fianco,è leggermente più basso di me,inizio ad esporre le regole.

<<E lasciami idiota>>

Si sistema il pigiama di fianco a me.

Inizio a parlare in tedesco

<<Allora ripeteró le cose una sola volta, siete stati portati in questo campo per un motivo per lavorare, ogni sabotaggio verrà punito con la morte. Le esecuzioni avverranno attraverso gli spari dietro le spalle,avete l'onore di lavorare per la nostra madrepatria e di partecipare cosí alla costruzione del nostro glorioso impero. Non dimenticate mai le 3 regole generali non vi azzardate a scappare,non mettetevi mai alla pari con un vostro superiore e soprattutto cosa più importante..>>

Mi giro verso Pietro e lo guardo dritto negli occhi,non abbassa lo sguardo neanche per un secondo ha fegato questo glielo si deve riconoscere

<<Non bisogna MAI fare domande>>

<<Se parla in tedesco signore come faccio a capirla?>>

<<Te lo diró in inglese allora:NIENTE DOMANDE>>

<<Chiarissimo,sei sicuro?>> Tutti si mettono a ridere

<<Scherzi con il fuoco moccioso>>

<<Tremo di paura>> Mi si avvicina il mio caporale

<<Bene siccome fai cosí tanto il simpatico perchè non gli fai vedere tu generale Maurer cosa succede a chi prova a fare lo spiritoso qui>>

Oh no,non posso rompergli il braccio..non oso neanche pensare di fargli del male..perchè proprio a me? E adesso cosa faccio? Se disobbedisco sará peggio per me.

<<Allora generale Maurer cosa aspetta?>>

Adotto la scelta migliore, mi avvicino al suo orecchio

<<Non appena ti dico di abbassarti tu fallo>>

<<Okay>>

<<Ora>> Pietro si piega su se stesso mentre per finta gli tiro un calcio nella pancia,si accascia a terra e finge di essere dolorante

<<Molto bene generale Maurer sapevo di poter contare su di te>>

<<Ai vostri ordini Caporale>>

<<Bene vi lascio,buona continuazione.. Tuo padre sará fiero di te non appena glielo diró>> Mi da uno schiaffetto e se ne va,mi abbasso per congratularmi con lui.

<<Ottima interpretazione>>

<<Grazie>>

<<Ora vai>>

<<Okay>>

<<Tu la dietro,si dico a te portalo al suo posto e sia ben chiaro che riserveró a tutti lo stesso identico trattamento nel momento in cui dovreste trasgredire le regole,domani alle 4:25 in punto dovreste stare in piedi belli scattanti,alle 6:20 inizieranno i lavori a fondo campo e per  chi sará stanco,affamato e assetato vi sará una punizione che non dimenticherete facilmente,a domani>> Mi giro per guardare un ultima volta Pietro,è proprio bello cazzo.  

Un amore ad Auschwitz || MurrytekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora