I see a future inside your eyes (parte 1)

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<<Ora posso sapere dove stiamo andando?>> domando, cercando di accantonare le immagini a luci rosse che hanno invaso il mio stupido cervello. Devo restare lucida.

<<Ovviamente no, lo scoprirai quando saremo arrivati.>> risponde, con mezzo sorriso. Sta nascondendo qualcosa il furfante, si mordicchia il labbro e non sta più nella pelle. Sembra sia tornato il ragazzo che ho conosciuto all'inizio, spensierato e divertente.

Guida fluido e non so bene perché ma la mia attenzione viene catturata dalle sue mani forti strette sul volante, le vene un po' in evidenza, che con sicurezza accelerano per un sorpasso. È da matti desiderare di essere il cambio di un'auto?

<<Ti vedo strana, ci siamo quasi.>> esclama, senza voltarsi.

Ritorno alla realtà fissando il traffico che mano mano si sfoltisce, mentre l'auto corre fuori città. Mi guardo intorno, cercando di capire dove stiamo andando, forse in una villa in campagna. Gli alberi sfilano, così come enormi campi verdi e punteggiati di giallo e rosa. Gira a destra, in una strada asfaltata di fresco. Arriviamo davanti ad una piattaforma, un piccolo edificio scuro ad un solo piano e un jet bianco spento.

<<È uno scherzo?>> mormoro più a me stessa che a lui, anzi credo che non mi abbia nemmeno sentita. Parcheggia, scarica le valige e resto rigida sul sedile. Col cavolo che salirò su quel coso. Passi l'ascensore per la Mole ma su un aereo non ci metto piede neanche morta.

Paulo apre lo sportello e scendo, con gli occhi sbarrati. Tiro la mia valigia e lui la sua, mano nella mano andiamo incontro a due uomini che parlano accanto al jet. Un terzo si occupa dei nostri bagagli e appena i due uomini si voltano perdo un battito.

<<Buon pomeriggio signorina Ferrari.>> dice freddo come il ghiaccio Shawn, senza tradire nessuna emozione. Con gli occhiali da sole a celarne lo sguardo, non so neanche se mi sta guardando. Sono così stupita da non riuscire a rispondere, sorriso tesa e basta. Avevo dato per scontato che Dybala lo avesse licenziato.

<<È un piacere fare la sua conoscenza.>> esclama l'uomo al suo fianco, allungando una mano. Avrà una trentina d'anni, slanciato e robusto. Gli stringo la mano, con la sensazione di avere la lingua legata da qualche parte.

<<Lui è Roberto, la mia nuova guardia del corpo.>> lo presenta Paulo, e aggrotto le sopracciglia. Francisco che fine ha fatto? Annuisco, ora ho problemi più grandi di cui occuparmi. Un uomo brizzolato si avvicina e abbraccia Paulo, scambiano qualche parola in spagnolo e poi sale sul jet.

<<Andiamo, siamo pronti per la partenza.>> dice Paulo, prendendomi per mano. Lo tiro per il bordo della maglietta.

<<Io sul quel coso non ci salgo! Soffro di vertigini diamine!>> sibilo, arrabbiata e impaurita. Da piccola era caduta da un albero e da lì avevo sempre avuto il terrore dell'altezza. Qualcosa che è cresciuta negli anni, diventando debilitante. Sudo freddo solo al pensiero di sorvolare città o peggio, oceani.

<<Amor ci sono io con te, ti giuro che andrà tutto bene. Ti terrò la mano per tutto il tempo, qualsiasi cosa tu voglia.>> esclama Paulo, incorniciandomi il viso tra le mani. Sotto l'ipnosi dei suoi splendidi occhi, il respiro agitato si placa e l'ansia scema. Annuisce e lascio che mi conduca sul jet.

<<Lascia, ci penso io.>> dice, si piega e mi allaccia la cintura. Il piccolo aereo ha sette posti, noi due siamo davanti mentre dietro avverto la bruciante presenza di Shawn. È silenzioso, non parla, eppure lo sento.

La mano di Paulo circonda la mia, chiudo gli occhi e un attimo dopo siamo già in cielo. Credevo peggio, invece non è così male se non guardo giù. Ho lo stomaco in subbuglio, il cuore che scoppia ma sono felice, mi sento viva. Paulo sorride, mi sporgo e gli do un bacio. Tira fuori un iPod, un paio di cuffie e con delicatezza inserisce la cuffia morbida nel mio orecchio. Fa partire la play list ed ascolto, abbiamo dei gusti molto simili in fatto di musica. Ma questa canzone non la conosco proprio.

Show Me Love /// Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora