Keep your eyes on the stars

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Lance McClain non sa più nulla di Keith Kogane da tanto tempo. Troppo, a dirla tutta.

Sono passati sette anni da quando è stato nello spazio per l'ultima volta.

Sette anni da quando ha visto l'ultima volta Allura, principessa –no, no, regina di Altea, consorte di Lotor, imperatore di Daibazaal e del dominio Galra.

Sette anni da quando ha scorto per l'ultima volta il viso del paladino rosso, da quando ha potuto soffermarsi su quei capelli corvini e sul marchio viola della guancia destra.

Ne sono passati ancora di più da quando ci ha parlato. Si ricorda bene la promessa, non mantenuta, di rimanere in contatto. Ricorda l'abbraccio amichevole che si sono dati, le lacrime che gli pizzicavano gli occhi, il profumo di Keith. Ricorda che avrebbe voluto baciarlo, ma che non l'ha fatto, perché Lance è un codardo ed è un vigliacco ed ha sempre avuto paura di fare il primo passo. Ricorda che anche Keith aveva le guance in fiamme e gli occhi arrossati, che si è allontanato a testa bassa nella sua tuta delle Lame di Marmora, stringendo il suo pugnale con forza, e che lui si è sentito l'essere meno significante dell'intero Universo.

Ricorda che ha dato le spalle alla figura di Keith che se ne andava, cercando di non fare attenzione ai passi che si allontanavano.
Sa che ad un certo punto quei passi si sono riavvicinati, prima esitanti e poi affrettati, prima che il corvino gli prendesse il viso e lo baciasse. Lance si ricorda con quale dolcezza e delicatezza Keith lo abbia avvolto, prima di sussurrargli sulle labbra un "tieni lo sguardo sulle stelle, e saprò che mi starai guardando" e scappare via.

Sa che ha pianto dopo quel bacio, perché Lance apparteneva alla Terra, alle spiagge, al mare di Varadero, e perché Keith era sempre appartenuto al cielo, allo Spazio, alle stelle.

Non sa perché il corvino sia scappato, quel giorno di sette anni fa, al matrimonio di Allura e Lotor, perché non abbia dato una possibilità a Lance, a loro due.

Forse è stato meglio così. Non ci sarebbe stata speranza per loro due, lo sa, perché lui avrebbe strappato Keith alle stelle, e Keith non poteva vivere senza stelle. Non ha mai potuto.

E ora Lance guarda le stelle e spera che Keith sappia che lui lo sta guardando.

•.•.•

Hola people!
Nuovo fandom, nuova shot, nuova me perché sembra sia passata un'eternità da quando ho pubblicato qualcosa (e forse è così per davvero).
Ho scritto questa... cosa (non saprei veramente come definirla) quando avrei dovuto studiare per il compito di storia, ma avendo letto durante una pausa di 30 minuti non so quante flashfics Langst, Kangst e Klangst ho sentito l'impellente bisogno di scrivere –mettendomi anche a piangere tre volte scrivendo e due rileggendo– di questi due personaggi che amo con tutta me stessa (facendoli soffrire ma dettagli).
Quindi vi presento la Langst/Klangst che piace a me: soffrono perché sono separati da cause ed eventi riguardo i quali loro sono impotenti e non possono fare nulla per cambiarli.
Odio quando le persone –gli scrittori, gli artisti, per quanto possano essere bravi– fanno soffrire Lance facendo di Keith –che è in realtà solo un po' nevrotico, ma che può amare profondamente e che tiene immensamente alla sua famiglia nello spazio– il cattivo della storia.
Possono litigare, ma non penso che Keith possa mai far sentire Lance insignificante di proposito. Si scuserebbe subito (vedi: Keith's vlog, si scusa immediatamente per essersi arrabbiato).
E va beh, ho finito il mio discorso lunghissimo che a momenti è più lungo della storia in sé, fatemi sapere!

Ora momento spam totalmente random
OwO
Andatevi a sentire Kissaphobic dei Make Out Monday perché amo quella canzone e amo ancora di più Jeremy Shada.

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