Chapter XXVI

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ALTHEA P. O. V

Camminava su di un prato.. Si... Un prato verde. Era scalza. L'erba le faceva il solletico, mentre sfiorava con le mani le piante attorno a lei. Una leggera brezza le mosse i capelli, sciolti, mentre la sua camicia da notte si muoveva leggera. Nonostante fosse inverno, qui, pareva estate. Che bel sogno, si ritrovò a pensare. Delle farfalle le passarono davanti il viso, leggiadre, e lei sorrise a quella vista. Una di queste si posó sulla sua mano, qualche secondo, per riprendere le forze, e poco dopo spiccó nuovamente il volo. Seguendola con lo sguardo, lo scenario cambió. Era ora in mezzo ad un bosco. Una piccola casetta, in una radura si staglió davanti a lei.  Sentí il pianto di un bambino. Si avvicinò cauta. Nessuno si prendeva cura di lui?! Dei passi dietro di lei la fecero voltare, qualche secondo prima di essere attraversata da qualcosa. Fu come se per un secondo le fosse mancata l'aria. Seguì l'ombra,che l'aveva passata senza nemmeno accorgersi di aver attraversato una persona. Un uomo incappucciato. Non riuscì a vederlo in volto. Dal bosco ne spuntarono altri. Li vide entrare nella casa. Una luce baglió dalle finestre, ed il bambino smise di piangere. Un vento gelido sferzó  il suo viso. Vide l'uomo uscire con il bambino in braccio, seguito dagli altri, per poi andarsene..Lo vide solo voltarsi qualche secondo, sollevare la mano libera e cantilenare qualcosa in una lingua sconosciuta. La casa prese fuoco.

Si svegliò di soprassalto, con il fiato corto. La fronte madida di sudore. Accanto a lei, Khal dormiva beato. Aveva bisogno di bere qualcosa. Si mise una vestaglia e scese silenziosa lungo le scale del castello, fino alla cucina. Quel sogno... Era stato così strano. Così realistico. Aveva ancora i brividi. Cosa aveva sognato?! Il bambino. Una forte fitta di mal di testa la colpí forte, come avveniva oramai spesso nell'ultima settimana. Prese un bicchiere dalla dispensa e lo riempí d'acqua. Beve tutto d'un sorso, velocemente. Cercò di calmarsi,invano. Fece qualche respiro profondo, inalando più aria che poteva, e questo sembrò farla riprendere un poco.
Si voltó per tornare su nelle stanze dell'alpha. Non appena mise piede sulle scale, qualcosa alla sua destra si mosse, un'ombra che la distrasse. Aveva forse visto qualcuno?! Le parve di rivederla di nuovo. Che il buio del castello le stesse giocando qualche brutto tiro?! Ebbe per un attimo paura. Si. Di nuovo qualcosa si mosse. Chi altro c'era sveglio a quest'ora?
Si avviò verso il punto in cui le era parso di vedere qualcuno, quando una voce la chiamò, facendola sussultare dallo spavento. Il cuore le martellava nel petto.
-"Althea?" - si voltò, per trovare Khal che scendeva ancora assonnato le scale.
-"cosa ci fai qui? -
-" sono venuta a bere"
Lo vide sbadigliare.
-"scusami, ti ho svegliato".
-"tranquilla" - ultimamente era molto stanco. Si svegliava prestissimo al mattino, per andare col generale non so dove, per poi tornare la sera distrutto.
Lo vide allungare un braccio verso di lei. La attirò a sé e l'abbracció.
-"Khal?"
-"dimmelo quando ti alzi.... Svegliarmi e non trovarti li mi ha fatto prendere un colpo"
Si ricordó le parole di Fei :un solo compagno per tutta la vita. Abbracciò il compagno a sua volta.
-"non me ne vado"
-"lo so" - la baciò su una tempia.
-"torniamo a dormire dai" - la prese per mano per condurla in camera. Lei indugió ancora qualche secondo con lo sguardo nel punto in cui aveva visto l'ombra.
-"tutto bene"?
-"si... Ero solo convinta di aver visto qualcosa... Qualcuno"
Lo vide serio per un attimo.
-"chi?"
-"non lo so. Ma sarà stata di sicuro un impressione. Ho avuto un incubo." - esaló l'aria che fino ad allora aveva trattenuto.
-"Sono stanca. Torniamo a dormire per favore"- e si avviò su per le scale, massaggiandosi le tempie.
Tornati in camera, si levò la vestaglia e si rimise sotto le coperte.
Khal dietro di lei l'abbracció, posandole il mento su una spalla. Lo sentí inspírare forte il suo odore. Per qualche istante rimasero così, in silenzio.
-"vuoi andare da un dottore?"
Lei si voltò. Si guardarono a lungo negli occhi.
-"no va bene così. Forse sono troppo stanca per l'allenamento.. E poi.. È solo un mal di testa"
Khal annuì, anche se non molto convinto. Lo capí dallo sguardo. Posò una mano sul suo volto e lui la baciò. Tutto l'amore che provava si riversó su di lei, scaldandola. Come riusciva con un solo bacio a farle provare tutte quelle emozioni?! Fu lei per prima ad approfondire il bacio e lui la lasciò fare. Quelli che sembrarono baci infiniti si riversano su di lei.
Improvvisamente lui si alzò sulle braccia, intrappolandola sotto di lui. Il peso appoggiato sui gomiti, per non schiacciarla. Le venne spontaneo di sfiorargli il collo con le mani. Con tutte le cose successe recentemente, anche se dormivano nella stessa stanza, non avevano avuto più tempo per godersi la reciproca compagnia. Le cose che assillavano i loro pensieri erano stati solo la guerra, il libro Fatuo e gli allenamenti.
Gli massaggió dolcemente il collo,vedendolo chiudere gli occhi per rilassarsi. Quando li riaprì erano completamente neri. Si avvicinò a lei piano, per baciarla poi con passione.  Avevano entrambi bisogno di quel contatto. Fu come liberarsi di ogni pressione dal petto. Era così che la faceva sentire. Leggera.
Sentí la mano di Khal andare su e giù per la sua coscia, per stringerla poi forte tra le sue mani. Prese a baciarle il collo, con trasporto. Lei per tutta risposta si lasciò andare come una piuma tra le sue mani.
Lentamente i baci di lui scesero sempre più giù.
Khal le strinse i fianchi, ma non le fece male. Lo lasció giocare,mentre una piccola risata felice le scappò, involontaria. Sentí le gote andarle a fuoco.
Dopo quella che a lei parve un'eternità, una lieve scossa la percorse e solo in quel momento lui le dette un po' di pace, mordendole giocosamente la pancia, tornando verso il suo décolleté per risalire al collo.
In poco tempo si ritrovarono così come erano nati, senza vergogna alcuna. Si guardarono a lungo;lo sguardo di lui quasi a chiederle il permesso, che lei non gli negó. Non se lo sognava neanche.
Il corpo di lui si spinse contro il suo. Erano fatti per incastonarsi l'uno nell'altra. Come due diamanti su un anello.
Il fiato le si bloccò in gola.
Nella danza che susseguí, era lui a dettare i movimenti, mentre lei seguiva solo il ritmo di quella musica sconosciuta,che solo loro due, in quel momento, potevano sentire.
Le labbra si scontrarono più e più volte, mentre le mani di lui stringevano le lenzuola, in una presa salda.
La danza continuó, lasciando entrambi sia privi di energia, sia stracolmi di essa.
Lui la guardava. Gli occhi neri più della notte, mentre le stringeva le gambe. Le venne spontaneo di chiudere gli occhi, ma lui la corresse, col fiato corto.
-"guardami"
E così lei fece. Non c'era malizia, solo desiderio. Solo passione. Le mise le mani sui fianchi.
La luna illuminava entrambi, unica testimone di quell'amore.
Poi lui la sorprese, mettendosi a sedere,trascinandola su con sé. La tenne stretta ed avvicinò il volto al suo collo. Mentre la danza continuava, sentí qualcosa di appuntito graffiarle il collo. Quando abbassò leggermente lo sguardo,vide i canini di lui scintillare.
Lo sentí ansimare, quasi tremando.
-"voglio farlo. Voglio marchiarti"
Lo vedeva trattenersi. Aveva solo letto del marchio, ma sapeva che dopo non ci sarebbe stata via di fuga. Di fronte ad ogni essere di quel mondo, sarebbe stato chiaro che era Reclamata. L'odore di lui sarebbe invece cambiato, mescolandosi col suo, dando a sua  volta ad intendere che aveva già una compagna. Ed a lei interessava. Eccome se le interessava. Le uscì solo in un sibilo. Sapeva che poteva sentirla.
-"fallo" -
Lui si voltò a guardarla. Vide... Orgoglio. Un lieve sorriso si fece largo sul volto di Khal, beffardo.
E poi sentí una forte fitta al collo. Il dolore era quasi insopportabile. Lui la tenne stretta, per non farla muovere. Alcune lacrime le uscirono fuggiasche dagli occhi, mentre si mordeva un labbro. Non voleva urlare, ma i singhiozzi le uscirono comunque forti.  Il morso si fece più forte, più deciso, e lei poté solo sopportare mentre lui la teneva ancora più stretta. Sentì ritirarsi da dentro la sua pelle i canini, ed esaló un respiro nel momento esatto in cui li sentì completamente via dal suo corpo. Si osservó, e vide del sangue sul suo seno. La ferita le pulsava forte. Lui la baciò dolcemente, e tenendola ferma con le braccia, riprese la sua danza. Per un attimo fu sorpresa, ma poi, man mano che lui procedeva, più lei meno dolore sentiva. Lo stava facendo per lei. Era come essere curata dall'interno. Si sentì sollevare, e di nuovo il materasso sotto di lei. Dopo poco, la danza finì, lasciando entrambi senza fiato.
Non le dette nemmeno il tempo di pensare, che lui la prese in collo, coprendola di baci. Ora, con il marchio, erano una cosa sola. Lui avrebbe potuto sentire le sue emozioni, e lei le sue. Erano un'anima divisa in due corpi. Un cuore in due sedi diverse.
Avrebbero dovuto imparare a controllarsi, ora che erano davvero uniti.
-"riesco a sentirti. Sento tutti i tuoi sentimenti, le tue emozioni" - le disse lui, compiaciuto, posandole una mano all'altezza del cuore.
-"ed io  sento te"-
Era così strano sentire emozioni che non erano le sue. Ma nel percepire l'orgoglio che lui provava nell'averla marchiata, nell'averla fatta sua, un rossore alle guance tradì i suoi veri pensieri.
Le guardó il collo.
-"sarai mia per sempre. Ora la tua vita è legata alla mia in modo indissolubile . Benvenuta tra gli immortali, amore mio"
Ed i suoi occhi neri, ancora avvolti dalla passione, scintillarono alla luce della luna.


Ehm... Ehm ehm... Si... Bene. Avete capito😅. Buona notte (e si rintana nell'angolo della vergogna 😣😣😣).
Se vedemo.

Ps. Ho una faccia da ebete in questo momento
Pps. Manco volevo pubblicarlo mi vergognavo troppo
Ppps.... Ho ceduto dai. Lasciammoli ammave (notare l'r moscia) questi due piccioncini ❤️

Baci, Belle.

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