Apatia

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"Imbecille, sei stata tu a rovesciare il latte?" voce del fratello.

E lasciami stare, mi sono appena alzata. Ma chi me lo fa fare di stare alzata adesso? "Oggi pomeriggio abbiamo da uscire. Pulisci te in camera?" voce della madre. Sì, sì, quando avrò voglia.

Uccellini. Fitte al cervello. Occhi semichiusi ed acidi.

Voglia di dormire ancora. Testa che tentenna con i passi.

Fissare la gente intorno. Che voglia di sdraiarsi su qualcosa, una panchina, un albero. L'erba è sempre più fresca. Concentrarsi solo sui rumori. Troppi pensieri passano per la mente. Luci ed ombre calde all'interno degli occhi chiusi. Troppe cose da tenersi dentro. Ciglia ingrandite dall'occhio stesso. Vento fresco. Muscoli che capiscono lentamente. Movimento a scatti un po' troppo forzati. Ecco la strada, tutta a diritta: si possono chiudere gli occhi adesso?

Voglio dormire con gli occhi aperti, che peccato.

La scuola brulicante e non però chiassosa.

Scalino di marmo freschissimo, che mi rimette davvero in pace con me stessa.

Gli altri sembrano non vedermi.

I loro pensieri però li sento. "Che idiota quella; è una poveraccia; una sfigatoide; chissà che fa la notte; non è normale; ahah".

Ma non me ne frega un cazzo.

Amo stare così, quasi ci voglio rimanere tutta la vita.

E' così bello sentirsi vicinissimi alla Terra.

E' il mio grande immenso paradiso, non rompete.

Voglio godermi ogni attimo della mia esistenza.

Grazie.

Vecchie StorieWhere stories live. Discover now