capitolo 1

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"DEREK, SPEGNI QUELLA CAZZO DI MUSICA O GIURO CHE TI STACCO LE PALLE" urlai più che infuriata a quel deficente
di mio fratello , erano 5 giorni che alle 6 del mattino attaccava con quella "Musica classica per sapientoni" poichè il compito di Matematica era più importante della mia dormiata mattutina e, oltre tutto, doveva prendere un 8 sennò la sua media sarebbe andata direttamnete a farsi fottere. Io , d'altronde me ne fregavo altamente se a Matematica avevo "il 3 mi alza la media ", ma comunque...
"Lo sai che ho il compito oggi e sai anche che tengo molto alla media quind-"
"Quindi vedi di spegnere o oltre le palle ti stacco anche quello che non ho " lo bloccai prima che mi ripetesse , come tutte le santissime mattine, il solito discorso sulla scuola o sul fatto che non studiassi neanche per scherzo o una cosa del genere, lo ascoltavo poco, sopratutto la mattina.
Dopo 10 minuti passati ad insultare mentalmente mio fratello decisi di alzarmi almeno per arrivare prima delle 8 a quella prigione che più comunemente chiamiamo scuola, scesi dal letto più velocemente possibile e ,prendendo due cose nell' armadio, corsi in bagno prima che venisse occupato, mi feci una doccia veloce e mi vestii con un pantalone rigorosamente nero e una felpa bianca, mi truccai con un filo di eye-liner e un pò di correttore , giusto per non far sembrare palese la notte passata davanti al telefono.
Appena pronta scesi le scale che portavano al piano inferiore e mi fermai in cucina a prendere qualcosa da mangiare per non morire di fame. Presi una delle barretta dietetiche che usava mia madre e iniziai a mangiarla molto ma moolto lentamente per due motivi principali uno : a mio fratello dava fastidio il rumore che facevo mentre mangiavo 2: volevo restare a casa il più possibile.
Primo morso , sentii lo sguardo di un fratello incazzato.
Secondo morso , si avvicinò a me.
Terzo morso , mi strappò la barretta dalle mani buttandola nel cestino alla sua destra, controllando se fosse quello dell'umido o della plastica.
"CHE CAZZO FAI ?!" sbottai.
"TU sai perchè l'ho fatto, andiamo" lo guardai male non muovendomi dalla mia posizione, con le braccia incrociate.
"ANDIAMO" mi intimò, presi il telefono e la borsa e mi diressi verso la macchina di Derek senza fare storie , lui faceva il 5 scentifico e da ormai 6 mesi mi accompagnava a scuola.
Arrivammo quasi subito davanti a quella casa bianca dove , ormai tutte le mattine, passavamo a prendere la ragazza di Derek , Naomi, che nome, pensai mentre entrava in macchina .
"Buongiorno Amore " esclamò appena entrata poggiando la borsa sopra di me come se non ci fossi, ma ormai ci avevo fatto l'abitudine che le persone non mi notassero, come mi ripetevo ogni mattina " Un metro e 60 e tanta voglia di crescere ".
Si sorprese quando ricevette la borsa in faccia come risposta del Buongiorno mancato e la borsa come se fossi un mobile.
"AHIA, Clare ma che problemi hai ?!"
"Io che problemi ho? sei tu quella che sei entrata senza neanche dire "buongiorno" o "Ciao" e usandomi come poggia borsa umano"sbottai quasi urlando .
"scusa" quasi sussurò impaurita dal mio forte tono di voce.
Odiavo quella Naomi dal primo momento in cui i miei occhi la squadrarono come se fosse un Alieno ed in effetti il suo aspetto si avvicina molto a quello di un extraterrestre . Alta e magra come un chiodo, capelli in principio neri ma da qualche settimana biondi , occhi nero scuro come ci vedevo io ogni mattina e un carattere che prima o poi mi avrebbe fatto letteralmente esplodere, era la solita ragazza che si preoccupa solo del propio aspetto fisico e della popolarità che poteva ottenere con le persone che le stavano accanto non so propio come si sia potuta mettere con mio fratello. Ma nonostante la sua innata stupidità e le sue unghie da gatto arrapato mio fratello la amava.
Arrivamo davanti al mio istuto liceale circa alle 8:10 , sempre il solito ritardo. Frequentavo un liceo linguistico da ormai 3 anni e me la cavavo in molte delle materie ma come dicevano i miei prof "è Brava ma non si applica" e avevano ragione, studiavo ogni morte di Papa e quando lo facevo il 70% del tempo usavo il telefono o cercavo cose inutili sul computer , l'unica materia in cui si poteva dire che fossi la migliore era l'inglese ,ma solo perchè sono nata a Londra e ovviamente i miei genitori sono Inglesi, ma circa 16 anni fa ci siamo trasferiti in italia perchè mio zio , il fratello di mio padre, era malato di cancro e siamo voluti rimanere finchè ...beh vi lascio immaginare, non avevo bisogno di studiare quindi mi riusciva bene.
Appenna entrata in classe sentii le urla dei miei compagni di classe, come ogni giorno c'era Daniele che rompeva le palle con i suoi video per il suo canale YOUTUBE , Giorgia che non poteva vivere senza il telefono e le sue quattro amiche : Marianna,Ludovica ,Francesca e Carolina le solite galline che ci sono in tutte le classi, che se non sparlano di qualcuno per più di 10 minuti si sentono male e ovvimante Giovanni quello carino , nonché la mia cotta colossale da 3 anni a questa parte.
Mi sedetti al mio solito posto , in fondo alla classe, come sempre.
"Ragazzi buongiorno, oggi interroghiamo" la Prof Abate annunciò quelle parole come se stessimo per vincere la lotteria , ovviamente io non avevo studiato quindi mi limitai a pregare ogni santo esistente per non essere chiamata all' interrogazione ma visto che solo il diavolo era dalla mia parte
"Stuart interrogata in storia " e li morii sul colpo.
Mi alzaii dalla sedia e in una velocità che non credevo di avere arrivai quasi alla cattedra ma nel mio tragitto per arrivare al patibolo sentii due colpeti sulla gamba, Luca.
"Hai studiato?" mi chiese sussurando .
"No , ti pare" gli risposi con ovvietà.
"Tieni" mi disse porgendomi un foglio, lo guardai con attenzione sgranando gli occhi rendendomi conto di cosa fosse, uno schema di storia. Per ringraziarlo, cosa strana da me da ormai... un anno, gli diedi una pacca sulla spalla. Appena mi avvicinai alla cattedra la prof mi richiamò.
"Stuart, ci muoviamo!! " disse spazientita.
Quella Prof era Satana in persona, tutti la odiavano e l'odio era reciproco, ovviamente.
"Okey...parlami della morte di Carlo Magno e che cosa ha comportato "
Cercai nella mia mente quale fosse la risposta perchè, anche non avendo studiato, erano 3 mesi che ripetevamo le stesse cose quindi, se la legge della pubblicità non mi inganna, dovrei sapere quell'argomento, o per lo meno qualcosa. Ci pensai per circa un minuto ma poi ci rinunciai e guardai lo schema che mi aveva prestato Luca. Lo lessi.
"L'impero sarebbe dovuto essere diviso tra i tre figli: Carlo, Pipino e Ludovico, ma con la morte dei primi due l'impero passò nelle mani di Ludovico detto "il Pio"per la sua fede e per la sua attenzione ai consigli ecclesiastici e alla funzione di controllo dei vescovi"
"Stuart se lo leggi la lezione la sa anche mia nipote di 8 anni. Vai a posto, 2"
Prima di ritirarmi al mio posto ridiedi lo schema a Luca che mi guardò in modo strano, ricambiai il suo sguardo con titubanza, da quando mi guardava in quel modo?
Apenna mi sedetti al mio banco uno dei tanti bidelli entrò nella nostra classe per fare un annuncio sulla gita che avevamo in programma la settimana dopo con la classe che si doveva svolgere in sicilia ma..
"Ragazzi ho una comunicazione da darvi, la vostra professoressa di Arte e il vostro professore di Inglese hanno deciso che la gita non si svolgerà più in Sicilia ma a ...Londra"disse il bidello con voce tranquilla come se quel cambio di programma fosse normale e poi..
I ricordi riaffiorarono tutti di un colpo: l'ospedale, Derek che parlava con i medici delle loro condizioni, io che piagevo nel corridoio dell'ospedale, non potevo tornare li dopo tutto quella che era accaduto l'anno scorso e non essermi ancora ripresa del tutto dall'accaduto .
Alzai la mano per ribbattere su quella decisione improvvisa e inaspettata ma, ovviamente, mi negarono la parola come sempre.
Io non potevo tornare li. Io non dovevo.
Passai quelle ore che mi separavano dalla ricreazione a pensare come facevo disolito quando ricevevo notizie che mi... scandalizzavano, ecco. Non riuscivo a credere che sarei stata costretta a ritonare lì , perche Derek, nonostante capisse il dolore che avevamo provato tutti e due, mi avrebbe costretto ad andare poichè non mi potevo permettere di fare la fine dell'anno scorso saltando quasi 5 mesi di scuola (gite comprese) e non voleva che perdessi l'anno come avevo rischiato in precedenza.
Amavo la città in cui ero nata, la cosideravo il mio posto felice ma dall'ultima volta in cui ero stata lì gli eventi che si susseguirono non fuorono tranquilli come le altre volte in cui andavo a Londra con la mia "famiglia". Questa parola. Non so più cosa significa avere una famiglia ormai da quasi un anno, da quando siamo solo io e mio fratello a riempire quella casa ormai vuota senza la loro presenza, da quando i miei genitori mi hanno lasciata.
"CLAREEE, ci sei ? la voce di Sofia mi risvegliò da i miei pensieri.
"Mh, emh si scusami stavo pensando"
"Si,si certo, senti..." la sua voce mi sembrava più strana , come se mi volesse dire qualcosa di importante.
"dimmi" dissi con impazienza.
"OH, calmati nulla solo che.. è successo "
All'inizio non capii cosa intendesse per "è successo" ma poi mi vennero in mente di scrivere le ultime conversazioni che avevo fatto con lei e a quel punto compresi.
"HAI FATTO SESSO!!!!" urlai con, forse, troppa enfasi notando che tutti i miei compagni mi stessero fissando.
"EHI, CAZZO GUARDATE !! GIRATEVI A FARE I CAZZI VOSTRI"
"Sempre con la solita delicatezza eh, Clare?"mi disse Sofia guardandomi tra il divertito e il disperato.
"Allora, alla fine era lungo 15 o 17 cm?" domandai alla mia amica che spalancò gli occhi come se le avessi chiesto qualcosa di talmente scandaloso.
"CLARE ma che domande fai?!" mi disse quasi arrabiata, ma era finto quello sguardo, mi voleva troppo bene per essere arrabiata con me.
"Che vuoi? volevo sapare solo le dimensioni!"esclamai divertita dalla coversazione assurda che stavamo affrontando.
"15 centimetri..." disse in un sussuro.
Mi misi a ridere come non avevo mai fatto. Erano due settimane che parlavamo delle dimensioni del suo ragazzo e avevamo scomesso tra 15 e 17 centimetri e, come ad ogni scomessa che facevamo io lei, vinsi io.
"Mi devi 10 euro!!"
"Te li darò, prometto"
"si si come le altre volte" gli dissi, puntualmente quando lei mi doveva dei soldi invece di darmeli divagava il discorso e riusciva a distrarmi con altri argomenti e io mi scoradavo dei soldi, ma quella volta me li avrebbe dati avevamo scomesso da troppo tempo volevo quei soldi e li avrei avuti.
"Uffa"esclamò lei spazientita.

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⏰ Last updated: Nov 05, 2019 ⏰

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