horror vacui

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Nonostante non abbia ancora ceduto alla vertigine, Demian, aberrato dalla possibilità di una vita vuota e insoddisfacente, ha riempito la sua esistenza fino all'orlo, fin quando non è strabordata senza tante cerimonie.
Della tela bianca che era la sua vita non rimane più nulla, ogni superficie è stata riempita meticolosamente, con precisione maniacale ed ossessiva.
La possibilità di essere circondato dal nulla, dal vuoto che tanto intimorisce e alletta, era qualcosa che non voleva neanche contemplare.
Come i gas e i liquidi riempiono tutto lo spazio di cui dispongono, così Demian tenta di trovare parole per sopprimere il silenzio, pensieri da relegare nelle crepe del subconscio e piaceri per soddisfare la brama insaziabile della sua anima.
Circondato da un'eccessività soffocante, da una realtà parallela barocca e lussureggiante da lui stesso creata, i sensi si intorpidiscono e offuscano per la sovrastimolazione data dall'eccedenza.
Il mondo sensibile, il reale riservato ai miseri uomini comuni, lo ha in poco tempo annoiato, portandolo alla radicale decisione di allontanarsene. Lo straniamento dalla realtà gli ha permesso di guardare dal di fuori la sua stessa esistenza, migliorandola fino al raggiungimento della perfezione. Dall'alto della sua superiorità guarda insensibile i suoi simili affannarsi nel vano tentativo di sopraffare gli altri ed imporre la loro autorità, inconsapevoli che ci sarà sempre lui cento spanne più avanti di loro.

Quando la consapevolezza di essere molto più di quanto chi lo circondava gli aveva fatto credere si è insidiata in lui, i suoi freni si sono scardinati uno ad uno; da lì, era cominciato il viaggio alla scoperta del suo vero io.

vertigine Where stories live. Discover now