Giusto?

Sperai che Harry non fosse ancora giunto a queste conclusioni, ma, dal sorriso spensierato che stava ancora indossando, capii che non lo avesse fatto.

Il suo sorriso crebbe ulteriormente e, nonostante tutto, sorrisi anch'io. Permisi a me stessa di perdermi, ancora una volta, nei suoi occhi color smeraldo, prima di lasciare che tutto mi crollasse addosso.

"Devo andare via prima che la Signora Hellman venga qui, okay? Io ti ho solo portato da mangiare e poi sono andata via. Non è successo niente."

"Capito." Annuì.

Distolsi i miei occhi dai suoi e mi girai, per uscire dalla cella e chiuderla dietro di me.

HARRY'S POV.

Mi sdraiai sul mio materasso elastico, guardando il soffitto crepato e soffiando anelli di fumo nell'aria. Era passata mezz'ora da quando Rose era andata via.

E sì, sapevo che la Signora Hellman mi avrebbe massacrato, e sì, stavo probabilmente impazzendo, ma ero felice. Almeno qualcosa del genere.

Ovviamente la preoccupazione, la paura e la rabbia offuscavano un po' questa felicità, ma nonostante tutto, era comunque presente.

Poiché finalmente, dopo mesi, avevo provato qualcosa. Non era il fatto che avessi dovuto baciare una qualsiasi. Era il fatto che questo qualcuno fosse Rose.

E in quel bacio, non importa quanto suonasse cliché, c'era stato qualcosa. Non ero neanche sicuro di cosa, ma avevo provato qualcosa che non sentivo da molto tempo. Non era neanche una questione fisica, ma qualcosa di più profondo.

Non appena sentii un rumore, la mia testa scattò di lato per scoprirne la fonte.

Era Brian.

"Vattene," comandai, irritato per aver interrotto i miei pensieri.

"Alzati, la Signora Hellman vuole vederti."

Merda.

L'accontentai immediatamente, tirandomi su a sedere mentre lasciavo cadere con noncuranza la mia sigaretta al suolo. Il mio stomaco affondò con il peso del terrore mentre deglutivo e mi alzavo malvolentieri.

Quindi Rosemary le aveva raccontato di noi, quella stronza.

Brian usò le sue chiavi per attivare il blocco, le barre tra me e il resto del Wickendale, scomparirono.

Uscii fuori nel pavimento in cemento e trascinai lentamente i miei piedi lungo il corridoio che Rose aveva percorso non troppo tempo fa.

La mia precedente felicità stava lentamente iniziando a svanire, come se stesse venendo sostituita dal piombo, rendendo ogni passo più difficile dell'ultimo.

Ma alla fine, dopo aver camminato attraverso una sequenza di ampi corridoi e di lunghi atri, raggiungemmo l'"ufficio" della Signora Hellman. Vi entrai, ed il mio cuore iniziò a battere velocemente.

Solitamente, avevo una sorta di quiete intorno a me, un'indifferenza che mi rendeva spensierato ma allo stesso tempo in grado di capire le cose. Ma ora, un'emozione sconosciuta si era appena abbattuta su di me, per la scena che avevo davanti. Pensai si trattasse di paura.

L'ostile direttrice era seduta dietro la sua scrivania, nel retro della stanza, un'espressione cinicamente divertita adornava il suo viso rugoso. E poi, di fianco a lei, c'era quella stronza di Rosemary.

Pile di documenti giacevano sulla scrivania in mogano, sulla quale vi erano incisi dei disegni astratti,creando delle decorazioni sul legno. Una parete era rivestita da quadri senza senso, l'altra da un grande armadio.

Psychotic [h.s.] (Italian translation) *EDITING*Where stories live. Discover now