|Capitolo 2|

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~ Ducunt volentem fata,
nolentem trahunt {Seneca} *

* traduzione a fine capitolo *

Copenaghen, 25 dicembre

Giunse il tanto atteso Natale e Amélie si svegliò canticchiando allegre canzoncine natalizie. Corse a prepararsi e scese in cucina per aiutare Nives con i preparativi; giunta all'ultimo gradino della scala in legno, si fermò a contemplare lo scenario che le si stagliava davanti: il camino acceso, l'abete finemente decorato posto all'angolo del salotto, la grande tavolata che avrebbe ospitato la famiglia di Nives, la neve che scendeva incontrastata erano tutti elementi che donavano serenità ed euforia al suo animo.

Amélie stava terminando di cucinare il salmone quando all'improvviso sentì il chiaro suono del campanello; subito dopo Nives andò ad aprire e la sua immensa famiglia cominciò a dirigersi verso il salotto. Terminati gli auguri e i convenevoli, tutti i Condrey si accomodarono a tavola e immediatamente l'aria festosa si diffuse in casa. Amélie e Nives non avevano badato a spese: a tavola i vassoi erano ricchi di salmone, aringhe, paté di fegato con pancetta e funghi e fiumi di birra venivano versati durante il pasto.

Terminato l'immenso pranzo, fu il turno di aprire i regali: Charlotte, la madre di Nives, iniziò a saltellare dalla gioia per la maglia che aveva ricevuto e l'evento provocò le risate divertite dell'intera comitiva. A tarda sera il gruppo si sciolse e le due coinquiline poterono finalmente rilassarsi.

Giunta in camera sua, Amélie si diresse in bagno con l'intento di lavarsi; inevitabilmente il suo sguardo cadde sulla borsa, ancora posta ai piedi del letto. All'improvviso ricordò la promessa che aveva fatto all'anziano gentile e maledì la sua terribile memoria; a quel punto corse a prepararsi e uscì di casa.

In tutte le strade di Copenaghen - nonostante il freddo gelido e la tarda ora - vi era un gran via vai di gente. Amélie si recò a passo spedito a Indre by: i mercatini erano molto affollati e la giovane fu costretta diverse volte a farsi spazio tra la folla. Giunta sulla Strøget si fermò e da lontano intravide la sagoma dell'anziano intento a posare la sua merce sul furgoncino; Amélie si avvicinò lentamente e - sfoderando un enorme sorriso - disse:"Buonasera, gentile signore! Tanti auguri di buon Natale!"

L'anziano riconobbe immediatamente la voce della giovane e volse lo sguardo nella sua direzione; a quel punto le rispose:"Che bello rivederti! Tanti auguri anche a te, Amélie".
Udite quelle parole, il sorriso sul volto di Amélie scomparve e al suo posto apparì un'espressione alquanto turbata; ricordava di non aver mai riferito il suo nome al vecchio. Quest'ultimo -notando il repentino cambiamento di umore della giovane- disse:"qualche problema, mia cara?" "In realtà credo di non avervi mai riferito il mio nome: come fate a conoscermi?" replicò Amélie. Il vecchio iniziò a ridere di gusto ma in quella risata non vi era alcuna traccia di ilarità; tra le risate affermò: "Tutto verrà rivelato a suo tempo; per il momento ti basta sapere che il mio nome è Savius e molto presto ci rincontreremo".

Spazio autrice:
Buonasera miei cari lettori! Ho perso tempo a scrivere perché Wattpad ha avuto la felice idea di eliminarmi mezzo capitolo 😒 bando alle ciance: siamo arrivati al secondo capitolo e un importante tassello è stato inserito. Cosa ne pensate del nostro Savius? Fa parte dei buoni o dei cattivi? Quale sarà il suo ruolo? Fatemi sapere tutte le vostre teorie e ditemi se il capitolo vi è piaciuto 😉 (anche con una semplice stellina) . Vi lascio con la traduzione della frase a inizio capitolo e ci risentiamo con il prossimo capitolo che *rulli di tamburi* sarà esplosivo!

~ Il fato conduce colui che vuole lasciarsi guidare, trascina colui che non vuole. 

Bacioni
~Giusy

La Pietra D'Ombra Where stories live. Discover now