Tra tutti i momenti, James doveva proprio arrivare in questo. Il suono sembrò interrompere Kelsey dal suo vulnerabile stato di confessione, la sua espressione tornò nel suo solito sorriso eccitato.

"Lui è qui!" Esclamò come se la nostra conversazione precedente non fosse mai avvenuta.

"Uffi," mi lamentai, non per l'arrivo di James ma di più per il tempismo. Perché era così in anticipo?

"Okay, meglio che vada, buona fortuna!" Mi disse prima di aprire la porta dell'appartamento.

Oltrepassò James e lo salutò velocemente, poi preseguì di corsa giù nell'atrio. Avremmo continuato la nostra conversazione più tardi, dissi a me stessa. Guardai James ed il suo sorriso caloroso; indossava dei pantaloni scuri e una camicia bianca, l'abito adornava meravigliosamente il suo corpo.

"Ciao, Rose " mi salutò. "Sei bellissima."

"Grazie, anche tu," gli dissi, le mie guance arrossirono immediatamente, non appena realizzai di averlo detto ad alta voce.

James abbassò lo sguardo e rise.

"Sei pronta per andare?" Chiese.

Annuii, chiudendo la porta dietro di noi.

"Perdonami per essere venuto così in anticipo, volevo solo accertarmi di essere in tempo per la prenotazione del tavolo."

"Va tutto bene," dissi. "Ero comunque pronta."

Continuammo a chiacchierare durante il tragitto per il ristorante, principalmente sul tempo e sulla sua macchina. Beh non era la sua, ma di suo fratello; gliel'aveva solo prestata per la serata. Parlammo anche un po' di lavoro, e pensai di sollevare la questione "Cynthia" per vedere se James avesse potuto fare luce su tutta la faccenda, ma decisi di non farlo. Come mi aveva detto Kelsey, dovevo solo divertirmi stasera. E questo era ciò che mi ero prefissata di fare non appena parcheggiammo; divertirmi.

L'unico parcheggio legale era un po' distante dal ristorante, così avremmo dovuto camminare. Ma non appena uscii dalla macchina, notai un uomo con un cappotto nero, sul marciapiede.

Il motivo per cui lo notai era perché era misterioso; il suo cappuccio era sulla testa; l'oscurità della notte mascherava il suo volto, mentre era appoggiato sul muro di un edificio, quasi come un quadro, come se facesse parte delle ombre. Pensai semplicemente che fosse strano, nascondersi in quel modo. Ma decisi di non pensarci e mi incamminai con James verso il ristorante.

Provò nuovamente ad offrirmi la sua giacca ma rifiutai. La scorsa volta mi ero dimenticata di restituirgliela per una settimana, e inoltre non faceva così freddo.

Camminammo in silenzio durante il breve tragitto con il solito trambusto caotico, ma allo stesso tempo silenzioso di Londra come sottofondo, mentre il giorno svaniva nell'oscurità.

Mi guardai inconsciamente alle spalle, per vedere se ci fosse qualcuno lungo le strade; ma desiderai non averlo fatto.

Perché lui era lì. Giusto di qualche passo dietro di noi, abbastanza lontano da potersi nascondere nell'oscurità, ma riuscii comunque ad individuare la sua sagoma. L'uomo che si trovava nel parcheggio. Il cuore mi balzò nel petto, mentre acceleravo il passo, ma dopo dissi a me stessa di calmarmi. Ultimamente mi agitavo per ogni cosa che succedeva. Forse quest'uomo era semplicemente diretto verso la nostra stessa direzione.

Ma mentre continuavamo a camminare, riuscii ancora sentire i suoi passi. Girammo in un brusco angolo, James stava ancora parlando, ma in quel momento, io non ero molto concentrata sulla conversazione.

Anche l'uomo girò nell'angolo.

"James?" Chiesi improvvisamente, interrompendolo.

"Sì?"

Psychotic [h.s.] (Italian translation) *EDITING*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora