Diario Proibito- Giorno 2

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"Lei"

Le parole dei Dormin erano ferme. Un ordine indiscutibile.
Mentre riflettevo sul peso morale di tutta questa storia, mi sono portato all'esterno. Ad attendermi, illuminata dal sole c'era Agro. Mi corse incontro mentre il grigio del cielo bagnava le sue iridi.
C'era qualcosa di diverso però...
Il mio sguardo fu rapito da un fascio di luce insolito, a tagliare, verticalmente le nuvole...
Prima non c'era!
Sembrava originarsi nella direzione in cui avevo sconfitto il primo colosso.
Una volta in sella decisi di indagare...
Tornato nuovamente in quel posto, non vi era alcun dubbio. Nell'esatto punto in cui il gigantesco corpo di quell'essere era caduto, si era originato un'ammasso di sabbia e resti indefiniti, da cui nasceva la luce di prima, luce che culminava nelle profondità aeree assumendo la forma di vortice.
Che fosse magia?
Una strana energia?
Non ne ero sicuro...

Quello era il suo cadavere. Resti amorfi e sabbiosi ad urlarmi quanto avevo commesso...

Sembrava come se il mondo volesse a tutti i costi parlarmi, senza però tradurre il tutto in parole.

Il linguaggio della natura non ha bisogno di codici.

Sentivo il peso delle mie azioni come a disegnare un qualcosa di nuovo, una mutevolezza nei colori e nell'evolversi del paesaggio.
Non era stato un avversario temibile, andando oltre la fatica immane dello scalare il suo corpo. Non mi sentivo un grande eroe...
Mi sdraiai sull'erba, accanto ad alcune rovine antiche e consumate dalla natura. Chiusi gli occhi e lei mi apparve in sogno...

Lei...

Tutto quello che  muoveva i miei passi, dipingendo le mie scelte era la fragilità della sua vita.

Un Diario ProibitoWhere stories live. Discover now