The Broken Toy

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Esci dal suo corpo con un gemito, ti risistemi i pantaloni e senza tante cerimonie lo lasci lì, il viso poggiato al muro, mentre scivola a terra pian piano, un singhiozzio che interrompe il silenzio.
《Such a cock slut, always wanting me to fill you up with my dick》brontoli.
Ultimamente tra di voi c’è solo sesso.
Al mattino gli porti la colazione, lasci che si faccia la doccia da solo, poi te ne esci di casa a farti i tuoi comodi. Torni la sera, quando ti pare, incolpando il lavoro - lavoro che non hai: sei praticamente un demone, dopotutto -, ed hai iniziato a dormire in camera tua.
Beh… “dormire”... diciamo che ti accomodi sul letto, chiudi gli occhi e pianifichi ogni singolo istante del giorno dopo.
William - il tuo giocattolo - non è più così utile, ora, e quindi hai smesso di coccolarlo. Certo, te lo tieni intorno, riempi il frigo anche per lui, ma oltre a quello a malapena vi vedete.
Gli unici istanti in cui gli permetti del contatto fisico è quando vuoi scopare e questo sembra averlo capito, perché sono due o tre giorni che fa la puttana, con te.
Se tu fossi Damien o Celine, proveresti pena per quell’uomo che si offre a te, nonostante tu gli faccia male e a lui il dolore non piaccia.
《Wil》chiami dopo un po’, quando lui oramai è vestito di tutto punto.
《Sì?》
“Non mi servi più, vattene” potresti dirgli. “Quella notte, a massacrarti fui io, sei vivo solo perché ho pensato mi saresti stato utile.”
Ma no.
Dopotutto, una scopata ogni tanto fa bene.
《Vuoi che dorma con te, stanotte?》
Lo vedi annuire, e allora ti alzi dalla scrivania, chiudi i tuoi fascicoli, uscite da camera tua e andate nella sua. Vi spogliate, con calma, rimanendo in boxer, lui che si accoccola contro di te sotto le coperte.
《Wilford.》
《Sì?》
《Mangi?》
Si allontana un po’ da te, dandoti le spalle, mentre tu lo afferri, il tuo bacino contro il suo sedere, il petto contro la sua schiena. È dimagrito, e solo ora lo noti - insomma, mentre te lo fai sei troppo impegnato a spingere e a mordere per notare le sue condizioni -, carezzi il suo fianco, percependo appena le costole sotto la sua pelle, l’osso del bacino.
Non è pelle ed ossa, no, ma è comunque troppo magro.
《Sto bene, Dark.》
《No. Sei magro》ringhi al suo orecchio. Stringi una manata dei suoi capelli e li tiri abbastanza da fargli reclinare la testa, i tuoi denti a pochi centimetri dalla sua gola.
《A te che importa?》
Ah.
Beh, vero: a te che importa?
Sei arrivato al punto di averlo distrutto, lo hai ricostruito a tuo piacimento, lo hai manipolato per uccidere Mark e tanta altra gente a te molesta, lo hai addestrato a cercare quella gente, a fare il lavoro sporco, darebbe la Vita per te, seriamente, e per un paio di anni era andata bene, ma ora?
Ora che te ne fai di lui?
È un giocattolo vecchio, ora. Vecchio e rotto.
Perché mai lo vuoi attorno quando hai un nuovo svago? The Host è decisamente più affascinante, è difficile da spezzare, è difficile ingannarlo, se non impossibile, è una nuova sfida e tu ami le sfide, le adori. In più, sembra più potente di Wil: The Host non è completamente umano, e la sua voce può far fare alla gente tutto ciò che vuole. Warfstache, invece? Lui a momenti è una nullità.
《Domani ti porto dai miei colleghi. Mangeremo là. E da domani in poi, mangerai durante i pasti che tu lo voglia o no, capito?》ordini, tornando ad usare un tono perentorio ma pacato.
Forse puoi mostrarlo agli altri Egos, vantarti di come hai preso il forte, indipendente William, il Colonnello tanto ammirato in Afghanistan, e lo hai reso il tuo giocattolo, obbediente e servizievole.
《Non hai risposto alla doman-》
《Taci e dormi, Wil. Taci e dormi》lo interrompi.
La notte la passi ad arrovellarti il cervello. Perché ti importa? Di certo non lo ami, anche se glielo dici spesso. No, tu non moriresti mai per lui, se foste aggrediti fuggiresti e lo lasceresti in pasto agli aggressori, tu lo usi e basta.
Forse lo tieni perché è il tuo primo giocattolo.
Forse è perché Damien e Celine lo amavano fin troppo - e oh, quanto si sente in colpa, il Sindaco, quando prendi il baffuto con la forza, perché avveri qualche sua vecchia fantasia… - e la cosa ti influenza.
Lo guardi.
Ti dà le spalle, il respiro regolare, completamente rilassato, la schiena premuta contro di te. Si fida a dormire tra le tue braccia, ti ama tanto da non abbandonarti nemmeno ora che lo tratti come uno straccio. Troppo stupido per capire chi sei, a quanto pare. Ed è così innamorato… così…
Patetico.

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