“Finalmente siamo soli. Sono giorni che tento di avvicinarmi a te, ma il tuo amichetto ti è sempre attaccato alle costole rendendomi tutto difficile. Potrei uccidere anche lui dopo che avrò finito qui con te.”

“Non parlare così di lui. Non hai il diritto di metterlo in mezzo in questa storia. Questa cosa riguarda solo me e te, lui non ci deve entrare in mezzo per nessun motivo!” sputo carica di cattiveria. Il terrore che provavo all’inizio è sparito come per magia.

“Oh, si invece. Tu non hai idea di cosa mi hai fatto passare, stronzetta.” Afferra il mio volto duramente e con uno scatto della testa riesco a liberarmi dalla sua presa rude.“Vuoi giocare?!” dice con fare provocatorio. Sfila un coltello dalla tasca posteriore e lo punta alla mia gola. A quel gesto mi immobilizzo sul posto e inizio a respirare pesantemente.

“Cosa vuoi da me?” la mia voce esce più insicura di quanto mi sarei aspettata.

“Voglio farti soffrire tanto quanto tu hai fatto soffrire me, è più che ovvio mia cara.” Con la punta del coltello mi fa un piccolo taglietto sul collo e mi osserva divertito mentre cerco di non contorcermi al dolore.  “Ora io ho il potere, piccola Emily. Per colpa tua adesso sono in bancarotta e ricercato dai miei stessi colleghi.” Traccia un altro taglio lungo la mia guancia destra facendomi trasalire.

“Perché stai facendo tutto ciò?”

“Perché?” ripete divertito dalla mia stessa domanda. “Volevo il patrimonio di tua madre. Una volta sposata le avrei fatto capire chi comandava, ma tu quella sera sei tornata a casa prima del previsto e hai combinato un casino mandando all’aria i miei piani per cui ho fatto la mia parte e ho fatto in modo che le accuse andassero tutte contro di te e ci sono riuscito, ma tu continui a rendermi tutto ancora più difficile ed è ora di mettere fine a questa farsa.”

“Tu sei completamente pazzo!” punta nuovamente il coltello alla mia gola e preme la punta sulla mia pelle facendo fuoriuscire una piccola goccia di sangue.

“Attenta a come parli in mia presenza, ragazzina.” Un urlo in lontananza distoglie la sua attenzione nei miei confronti. Si avvicina alla porta per sentire meglio.

“Emily!” Harry urla il mio nome a squarciagola.

“Dannazione!” sbatte il pugno sul muro provocando una piccola crepa su di esso. Ora o mai più, penso fra me e me. Seppur indolenzita mi alzo di scatto e pianto il pezzo di vetro che tenevo stretto sulla sua schiena. Lui urla di dolore, si volta di scatto e si avventa su di me buttandomi a terra. Porta immediatamente il coltello verso di me e con tutte le mie forze cerco di allontanare il suo pesante corpo dal mio. Il rumore di una porta abbattuta mi fa sobbalzare e pochi attimi dopo il corpo del signor Philips viene allontanato dal mio con uno strattone da parte di Harry.

“Stai bene?” mi chiede cercando di tornare a respirare normalmente. Neanche il tempo di rispondergli che mi pietrifico.

“Harry!” urlo spingendolo lontano da me dopo aver notato il signor Philips afferrare una pistola dalla cattedra e puntarla verso di noi.  Tutto succede così in fretta che neanche me ne rendo conto. Louis, che evidentemente è entrato nella scuola poco dopo di Harry, si lancia su di me prendendo in pieno il proiettile al posto mio. Il tempo si ferma nel momento esatto in cui vedo il mio migliore amico accasciarsi su di me con una smorfia di dolore sul viso mentre Harry riesce ad alzarsi e mettere ko il nostro aggressore con un pugno ben assestato.

Where Have You Been || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora