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Mentre scendevano lungo i freddi e grigi corridoi, Hermione sentì l'aria gelida bruciarle la gola.

Senza farsi vedere osservò di sottecchi Snape.

I suoi occhi neri ardevano di rabbia repressa a stento.

Camminava velocemente, quasi volesse lasciarla indietro il che poteva benissimo essere così.

Il mantello si allargava dietro di lui creando un effetto voluminoso e teatrale.

Solo Merlino sapeva quanto in quel momento avrebbe voluto girarsi e correre via da lì, via da lui.

Avrebbe voluto tornare alla torre a ridere, a scherzare con Ginny e i ragazzi e in realtà stava sul serio sperando di risvegliarsi nel cuore della notte madida di sudore, scoprendo che quello non era altro che un brutto sogno.

Ma non era un sogno.

Sospirò sommessamente.

Girarono uno stretto angolo seminascosto per poi scendere qualche gradino e trovarsi dinanzi ad un grande dipinto di Salazar Serpeverde.

Il fondatore sedeva su una poltrona verde dai rifinimenti argento, di un colore poco più scuro del vestito che indossava.

Gli occhi quasi spettrali scrutarono Snape con un' intensità assurda.

Il serpente arrotolato sotto di lui invece sembrava essere incantato dalla giovane che ben presto si sentì a disagio.

"Dunque.. è vero?" Domandò il ritratto osservando il mago.

Un piccolo sorriso sardonico e seducente tra le labbra fini del fondatore.

"Vero cosa?" Chiese Snape con un cenno di irritazione nella voce profonda.

"Del matrimonio" rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Sembrava deliziato.

"Il biondo non ha smesso di parlarne"

La maschera di Snape vacillò appena "Il biondo?!"

Salazar annuì.

Con un leggero inchino il quadro si fece da parte "Che abbiate lunga vita assieme"

Hermione rabbrividì quasi prendendo l'affermazione come un insulto.

Snape la precedette dentro le stanze.

Rimase.. piacevolmente stupita.

La stanza principale, una sottospecie di salotto, non era affatto piccola, in un angolo alla sua destra si trovavano due poltrone ed un divanetto, posizionati attorno ad un tavolino in vetro e un camino le cui fiamme scoppiettavano felici.

Per tutta l'enorme parete seguente non c'erano altri spazi (tranne per due porte) se non per scaffali pieni di libri.

Infine vi si trovava un tavolo nero, opaco e dei mobiletti accanto l'ultima porta molto più robusta delle precedenti.

Poi arazzi come ne aveva visti nella sala comune e a casa di Sirius Black.

Tappeti verdi e argento e una grossa scacchiera in un lato occupata da due persone intente a giocarsela.

"Ciao Sev" salutò l'uomo con i riccioli rossi, mentre il robusto fantasma alzava semplicemente la testa per adocchiare Snape.

Quando si accorse della ragazza si accigliò "Che ci fa una studentessa nelle tue stanze? Non è nemmeno di Serpeverde" la voce roca la fece rabbrividire.

Era sicura di non aver mai udito il Barone Sanguinario parlare eppure si era aspettata una voce fredda e tagliente, mentre il tono sfiorava l'accoglienza.

Il fascino delle tenebreWhere stories live. Discover now