Come me lo immagino? Luminoso, ma non troppo, con un arredamento semplice, ma leggermente vintage, spazioso, essenziale. Magari invece mi sorprende, con l'esatto opposto di quanto ho appena detto.

Otto fermate della linea uno, quella rossa, mi separano dal soddisfare la mia curiosità. Il viaggio è silenzioso, nonostante il treno sia poco affollato, vista l'ora. È una delle ultime corse della giornata e sono esausta. La sola voce udibile è quella meccanica che annuncia ogni fermata, fino ad arrivare alla nostra: Marble Hill/225th Street. Si trova proprio sul confine tra i due distretti più famosi della grande mela: Manhattan e il famigerato Bronx, che ho visitato un po' durante la mia prima settimana qui. La descrizione stereotipata a cui normalmente siamo abituati però non è così rappresentativa della realtà: su alcune zone non si può dar torto alle comuni voci di corridoio. La prima parte del distretto, però, quella più vicina al contatto con Manhattan, è davvero bella. C'è il Manhattan College, enorme e pieno di studenti, con i suoi edifici, tutti costruiti con mattoni, che accerchiano un enorme spazio che è il cortile interno, in cui l'erba è sempre perfettamente ordinata. Sempre nella zona del college ci sono tantissimi bar, frequentati dagli studenti, anche della vicina scuola cattolica e negozi, che rendono la zona viva. Inizialmente temevo un po' questo quartiere, ma poi, come ogni volta accade, le cose non sono mai come sembrano e possono stupirci.

Dopo essere risaliti in superficie, camminiamo per quindici minuti circa, prima di arrivare alla destinazione. La fioca luce dei lampioni mi impedisce di vedere in modo nitido ciò che ho davanti che, però, capisco essere un palazzo, non troppo alto, identico agli altri due che lo circondano.

Fioca luce dei lampioni, eh?! Io forse aggiungerei anche il caffè corretto e il digestivo.

La mia coscienza è sempre pronta a sottolineare i dettagli, anche quelli più irrilevanti, come questo. Io e Matthew siamo perfettamente sobri, non barcolliamo neanche. Dopo aver percorso un piano di scale, il ragazzo gira la chiave nella serratura ed apre la porta, permettendomi di ammirare il piccolo, ma grazioso soggiorno dell'interno. Ciò che mi ero immaginata è esattamente ciò che i miei occhi stanno osservando in questo momento.

- Do you like it?- domanda Calamita, spezzando il lungo silenzio, mentre mi cinge il fianco con un braccio.

- Yes. It's cool, I mean, that's exactly your style. Minimal, vintage with a bit of modern concept. A perfect mix, just like you.-

Avvicino a me il suo volto, permettendo alle nostre labbra di incontrarsi, per poi staccarsi, lasciando i nostri occhi parlare silenziosamente. L'unico rumore presente nella stanza è quello dei nostri battiti, che si muovono all'unisono.

- I'm exhausted. This day seemed endless- Matthew rompe il silenzio, prendendomi la mano e accompagnandomi nella camera da letto.

- I know. I need a bed, now!-

Mi stendo a peso morto sul materasso, sentendo le forze venirmi meno.

- I have nothing to sleep with. Can I steal one of your shirts?-

- You could sleep naked- risponde il bel moro, lasciandomi una scia di baci sul collo, con uno sguardo malizioso, prima di allontanarsi di qualche manciata di centimetri dal mio viso.

- But, you can take one of these- conclude, indicando la pila di maglie presenti nell'armadio, appena aperto.

Prendo una sua maglia a caso che, ovviamente, mi fa da vestito e poi mi dirigo in bagno. Non mi ero portata dietro nulla, visto che dormire qui non era in programma, ma il mio kit di salvezza contenuto nella borsa, con uno spazzolino e un mini dosaggio di struccante, non mi delude mai.

Rimbocco le coperte, fino a coprire il seno, prima di rompere il silenzio.

- Cody has been acting so weird, tonight.-

- Definitely, but I think I know why- ribatte Matthew, dopo aver sbadigliato per la terza volta nel giro di due minuti.

- Tell me!-

- Can we talk tomorrow? I'm so tired. I just need to rest.-

- Sure. I'm tired too-

- Good night, honey. I love you.-

Appoggia le sue labbra sulle mie, per un veloce bacio della buonanotte, prima di spegnere la luce.

- Love you too, Matt.-

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Eccomi! Sono tornata, questa volta senza più scuse. La sessione è terminata e sta per ricominciare il nuovo semestre.
Praticamente, in base al mio nuovo orario, dovrò sviluppare il dono dell'ubiquità, ma queste sono le grandiose gioie dell'unipv, per la serie #mainagioia.
Direi però che è meglio accantonare l'argomento università, per parlare di questo nuovo capitolo!
Che ne pensate?

Sono stata troppo sdolcinata nell'ultima parte?

Ora mi congedo, per andare a leggere un po'.

A presto,

Giulia

Tutta una questione di chimicaWhere stories live. Discover now