Spero siate psicologicamente pronti, io non lo sono. Se volete sentitevi la compilation quassù, buona lettura.
Trascorsero così anche i rimanenti giorni prima della spedizione. Io e Levi chiarimmo il giorno dopo quella "muta discussione".
Ne parlammo insieme seriamente, decidendo una volta per tutte che fosse meglio lasciare lì i nostri due amici. Non li stavamo sottovalutando, anzi, ma sapevamo che essendo più deboli avrebbero avuto più bisogno di allenamento.
Eravamo altrettanto consapevoli che, però, comportandoci così avremo solo confermato il fatto che, effettivamente, non ci fidavamo per niente di loro sotto questo aspetto.
La realtà che nessuno dei due voleva ammettere all'altro apertamente era che li amavamo troppo per poterceli veder sfuggire via dalle mani senza poter fare nulla.
La morte era solo una bestia spietata che non si piegava davanti alla pietà né all'amore. Travolgeva le sue vittime senza ritegno, senza aver paura di sporcarsi le mani o la coscienza. Che ti prendeva alla sprovvista, senza nessun segno, senza nessun messaggio. Forse nemmeno tu te ne accorgevi, finché non venivi travolto dal buio e dal dolore.
Eravamo così terrorizzati che avevamo lasciato indietro tutte le scelte razionali e che potessero giovare anche ai nostri amici.
Effettivamente eravamo egoisti, tremendamente possessivi; come se fossero due bambole che non volevamo prestare a nessuno, ma sapevamo che se la morte lo avesse voluto, ce li avrebbe strappati via senza chiedere il permesso.
Il giorno prima della spedizione, appena finiti gli addestramenti quotidiani, ci recammo tutti e quattro nel seminterrato del castello.
Era un posto pulito, non rispecchiava minimamente le aspettative che uno si faceva di un posto del genere. Era, per quanto possibile, pulito e le riserve ordinate.
I nostri amici erano curiosi sull'argomento di cui volevamo parlare con loro, come potrete immaginare, Isabel continuava a fare domande "mi date un indizio?" "Con cosa inizia?".
Levi mi fece cenno di parlare; nonostante fossimo caratterialmente simili, l'unica che aveva un minimo di sensibilità su argomenti delicati, al contrario suo, ero io.
«allora ragazzi...ehm...riguardo alla spedizioni di domani» iniziai cercando nella mia mente di comporre un discorso di senso compiuto «si?» se avessi potuto, avrei sicuramente visto le loro orecchie tendersi dalla curiosità «io e Levi ne abbiamo discusso a lungo e...beh...abbiamo pensato che sarebbe meglio che voi restaste qui, almeno per questa volta» abbassai lo sguardo, mi vergognavo così tanto di me stessa e di ciò che stavo facendo.
Sentivo i loro sguardi bruciare su di me, non azzardavo ad alzare il capo, mi avrebbero incenerita sicuramente.
«tu...non...non parli sul serio vero?» sentii la flebile voce di Isabel balbettare quelle parole che mi fecero così male al cuore «è...è uno scherzo...» disse alzando un po' il tono «(t/n). Guardami.» ordinò con la voce più seria che ebbi mai udito da lei «ho detto guardami cazzo!» urlò, alzai lo sguardo lentamente, con cautela.
«tu...ti fidi di me? Ti fidi veramente di noi?» disse alludendo pure a Farlan, che aveva in volto un espressione dura e non annunciava nemmeno una parola.
Attesi qualche secondo prima di rispondere «certo, certo che mi fido di voi. Non dovresti nemmeno chiederlo» «e allora perché?! Perché?! Pensi che siamo troppo deboli? Pensi che alla prima folata di vento verremo disarcionati?! Spiegatemi a cosa cazzo pensate non appena sentite i nostri nomi. A dei bambini di otto anni?! Abbiamo passato sette mesi la fuori (t/n)...SETTE MESI. Non è stato un inferno solo per te sai? Vedevo tutti i tuoi tentativi di proteggermi, come se fossi fatta di vetro...come se non fossi in grado di fare da sola! Apprezzo il gesto ma cazzo...» urlò tutta la sua disperazione contro di me.
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I Will Find You •|LevixReader|•
Fanfiction(La storia è divisa in due parti) (T/n) vive per strada dall'età di 12 anni, rubando e scappando dalla polizia militare. La città sotterranea è il posto più orribile che si possa immaginare: pieno di quartieri malfamati, ladri e povertà...eppure sar...
