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La sirena della T-Tower richiamò i cinque supereroi nella sala principale.
Robin accese subito lo schermo, accettando la chiamata in arrivo contrassegnata come "urgente", ritrovandosi il sorriso raggiante di Bumblebee, leader dei Titans East, gruppo di supereroi stanziatosi nella gelida Steel City, città solitamente descritta come avente odore di decadimento.
«Titans! Che gioia rivedervi!» la ragazza esclamò con il suo solito tono solare e allegro. Non aveva più degli anni che gli altri portavano, i suoi morbidi e ingestibili capelli neri, ricci, erano raccolti nelle sue solite cipolle sulla sommità del capo; e il suo rossetto rosso, accompagnato dallo splendere bianco del suo sorriso, risaltava sulla sua carnagione scura. E, come da tradizione per il nome da eroina che si era attribuita, indossava la sua uniforme a strisce gialle e nere, come un'ape.

«Bumblebee!» Il cyborg ovattò i saluti degli altri Titans sovrastando le loro voci con un grido di gioia, facendo spazio per arrivare in prima fila, ammirandola sorridere dopo tanto tempo, avendone perso i contatti. «Anche per me– per noi, è  sempre un piacere!»
«Ehy, è tornata la mia otp» sussurrò Beast Boy a Raven con le sopracciglia alzate, incrociando le braccia e ghignando malizioso. Secondo il mutaforma, quei due erano fatti l'uno per l'altro.

«Comunque!» si schiarì l'ape, che fece finta di non aver udito le parole del verdognolo, che si dimenticava la potenza dei microfoni delle videochiamate nella torre; «abbiamo bisogno del vostro aiuto. Qualche settimana fa abbiamo ricevuto delle segnalazioni anonime a proposito di mine installate in giro per la città, che non dicevano né chi le avesse installate, né dove.»
Robin alzò un sopracciglio, inclinando il capo con espressione un po' scocciata, ma senza aggiungere altro. Era tutto lì? Delle bombe?
«Pensavamo fosse qualche scherzo o qualche piano non riuscito, ma...» la ragazza si interruppe, guardando fuori da una delle vetrate della torre malinconicamente, distogliendo l'attenzione dai ragazzi oltre lo schermo che, seguendo il suo sguardo, invece, notarono di sfuggita dietro la leader i suoi due compagni di squadra, Aqualad e Speedy, puntarsi le dita l'un l'altro come se stessero litigando. Peccato non si sentisse niente.
«Ma...?» la incitò l'aliena, fluttuando dietro il moro e guardandola con le sopracciglia aggrottate.
«Ma adesso- ecco, è da qualche giorno- si stanno attivando e... beh, è più ingestibile di quel che pensassimo.»
«Che vuoi dire?»
«Un quarto di città non è più definibile tale. Noi cerchiamo di fare di tutto, ma la localizzazione delle mine sembra impossibile anche alla più avanzata delle nostre tecnologie, non possiamo far altro che guardare inermi la città essere rasa al suolo.»

I cinque, dall'altra parte dello schermo, la guardavano con occhi sgranati e labbra dischiuse. «E dunque io, leader dei Titans East, a nome di tutti, chiedo il vostro aiuto. Massima urgenza.»
Robin fece un cenno col capo, stringendo il pugno e portandolo all'altezza del petto, corrugando la fronte e guardando seria lo schermo. «Arriviamo subito.»
«Cercate di non dare troppo nell'occhio, per questione di incolumità della nostra e della vostra città. Se si venisse a sapere del vostro spostamento, sono sicura che certe fazioni nemiche non perderebbero tempo ad avanzare e approfittarne. Che sia nella città scoperta di sicurezza, che in quella con un numero massiccio di forze d'ordine, stile dieci piccioni con una fava. Abbiamo delle persone da proteggere, don't forget~.»
Il display si spense. Il ragazzo si voltò verso gli altri, scrutandoli attraverso la maschera. Sebbene cercasse di non far trasparire alcuna insicurezza, non aveva idea di come il loro supporto avrebbe aiutato i Titans East a salvaguardare Steel City. Ma ci avrebbero pensato una volta sul posto.
«Avete sentito? Andiamo, Titans!»

***

«Aspettatemi!» gridò Beast Boy correndo verso la T-Car, anche soprannominata come "la mia bambina" da Cyborg. I suoi smeraldi guizzarono rapidamente su tutti i presenti, sentendosi sollevato al vedere che non fosse l'unico ritardatario, sebbene avesse fatto il possibile per darsi una mossa
«Beast Boy... cos'è tutta quella roba?» lo sgridò Raven con voce bassa, attirando ugualmente l'attenzione del ragazzo, con un udito notevolmente sviluppato merito al suo potere.
«Spuntini. Non ho intenzione di morire di fame dentro un'auto!» rispose sorridendo con espressione abbastanza ovvia, tenendo in mano buste di patatine, sandwiches, tacos imbustati e tutte le porcherie che in quel momento era in grado di trasportare. Lo sguardo del mutaforme si spostò rapidamente dal mucchio di cibo che teneva stretto tra le braccia sulla corvina, che quasi non riconosceva più.

Let me love you [BBRAE]Where stories live. Discover now