Capitolo 4

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Una settimana dopo, hotel Val Girard

Entro nella reception alla stessa ora di una settimana fa, certo di trovare la stessa signorina della scorsa volta.
Ed eccola lì, che mi accoglie con un sorriso.
-Buonasera signor Stilinski, lieta di averla qui ancora una volta.-
Faccio un piccolo sorriso freddo e di circostanza, prima di avvicinarmi al bancone con aria complice. -Potrebbe darmi la chiave di scorta della stanza del mio amico? Sa, vorrei tenerlo d'occhio per il tempo che sarà qui, non so se mi capisce.-
La ragazza mi guarda un intero minuto senza parlare, per poi aprirsi in un gigantesco sorriso e prendere una chiave da un cassetto.
-Ma certo signore, tenga pure. Può tenerla tutto il tempo che vuole.-
Con un ultimo sorriso, prendo la chiave prima di salire nella stanza di Derek.
Senza fare troppo baccano, apro la porta.
Nella stanza sembra non esserci nessuno, e il disordine regna sovrano.
Letto sfatto, vestiti sul pavimento e anche piatti gettati sulla piccola scrivania.
La televisione è accesa su uno di quei canali cretini dove trasmettono programmi sulla caccia e la pesca.
Mi guardo in torno, ma Derek non sembra essere da nessuna parte, quindi vado a sedermi sul letto, attento a non calpestare niente.
Poco tempo dopo, ecco Derek uscire dal bagno con solo un paio di pantaloni.
Appena mi vede lì, fa un balzo all'indietro, prima di urlare -Scusa ma sei impazzito a presentarti qui in questo modo?- passando immediatamente a darmi del tu. Adesso si prende anche la confidenza.
-Perché? Non posso?- dico, sollevando un sopracciglio. Ovvio che posso.
-No che non puoi, e poi chi ti ha fatto entrare?-
Alzo gli occhi al cielo, queste sono solo domande inutili.
-Questo non ti interessa. Dovresti già essermi grato se ti ho fatto il favore di farti restare qui.-
Derek mi guarda stizzito, prima di prendere una maglia a caso poggiata sulla sedia e infilarsela.
-A proposito di questo. Ho sempre avuto ragione su di te. Sei solo uno stronzo opportunista. Non hai mai voluto aiutarmi vero? Hai fatto questo solo per altra popolarità e per far credere alla gente che sei una brava persona, ma in realtà non è così. Sei una persona orribile che usa la gente solo per raggiungere i propri scopi.-
Ormai sta urlando, e si è avvicinato pericolosamente a me, guardandomi in un modo minaccioso che rischia solo di farmi saltare i nervi.
Mi alzo in piedi, trovandomi a pochi centimetri di distanza da me.
Poggio un dito sul suo petto, spingendolo di poco lontano da me, per fargli capire che io la mia aria non la condivido con lui.
-Senti cosetto, forse non hai capito un accidente di come funziona qui. Io comando, tu esegui. Dovresti solo ringraziarmi per il grande favore che ho fatto pagandoti questa merda di stanza. Se fosse stato qualcun altro se ne sarebbe fregato una settimana fa e quelle guardie ti avrebbero portato dalla polizia.-
Lui mi guarda prima di ridere, ma in modo freddo e falso.
-Se fosse stato qualcun altro, magari mi avrebbe aiutato, ma in modo vero, non come te. Non me ne faccio niente della tua pietà.-
Rimaniamo in silenzio, sfidandoci con gli sguardi. Non mi interessa cosa dice, deve fare come dico io.
-Quello che pensi non mi tocca per niente. Resta il fatto che io ti ho pagato questa stanza, ho fatto un'opera di carità, e adesso tutti mi credono una persona migliore, come hai detto tu, e tutto questo grazie a te. Quindi sei pregato di rimanere qui il mese per cui ho pagato, e poi sparire dalla mia vita.-
-Vorrei sparire dalla tua vita anche ora. E adesso se non ti dispiace, esci dalla mia stanza.-
-Se forse non ti è chiaro, questa è la mia stanza, pagata con i miei soldi. Quindi dovresti abbassare un po' la cresta e ringraziarmi.-
-Vaffanculo.- mi dice, ma io in risposta rido, prima di sbattere la porta dietro di me.

Sei tu la mia ricchezza nella miseria [STEREK]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora