05. Black September

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Per il resto della giornata ci riposammo, io celata alla luce del sole, abbracciati in quello che da due settimane era divenuto il mio nascondiglio, un loft in ristrutturazione i cui lavori erano stati interrotti

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Per il resto della giornata ci riposammo, io celata alla luce del sole, abbracciati in quello che da due settimane era divenuto il mio nascondiglio, un loft in ristrutturazione i cui lavori erano stati interrotti.

Restammo immobili fino al tramonto e oltre, dato che le nuove scoperte mi avevano scosso nel profondo e necessitavo di riprendermi con calma, rannicchiata fra le ombre a cui oramai permettevo di leccare le mie ferite. Dormii per tutto il tempo, ma non sognai, bensì rividi ciclicamente, con le palpebre serrate, l'incontro avvenuto fra me e Michael molti, moltissimi anni prima.

Nel silenzio che ci attorniava udivo la voce profonda del mio unico amore, subito seguita dalla mia, intenta a rianimare la conversazione che ci aveva coinvolti quando, divertiti dall'inusuale situazione, ci eravamo seduti sulla panchina di un parco.

Sapevo che i ricordi non avrebbero potuto uccidermi, nonostante la sorda sofferenza a cui sottoponevano il mio cuore, e ogni qualvolta osservavo con gli occhi della mente le mie labbra muoversi per formulare frasi che mai sarebbero tornate nuove ondate di lacrime percorrevano le mie gote, e nuovi singhiozzi scuotevano le mie spalle magre.

"Non provare a indovinare il mio nome, falliresti miseramente, Arcangelo. Tu non mi conosci."

"Sai, mio padre e i miei fratelli sostengono che il Male non conduca da nessuna parte... ma vedi, mi ha condotto qui, e deve significare qualcosa."

"E se non fossi un angelo? Se fossi un demone e stessi mentendo? Non puoi saperlo!"

"Ammettilo, sei affascinata da me. Scommetto che per me potresti persino Cadere."

Stretta fra le braccia possenti di Uriel tentavo di riprendere controllo di me stessa, di non dannare ulteriormente la mia anima per essere scesa – trasgredendo le regole – sulla Terra quel fatidico giorno di settembre e per essermi così imbattuta in Michael. Se non fosse successo, ora non mi sarei trovata in quella disgustosa discarica d'anime, a disperarmi per qualcuno che mi odiava, che desiderava uccidermi... ma ero consapevole che, se quello che la mia mente mi costringeva a riesumare non fosse mai accaduto, non avrei mai conosciuto l'amore.

"Sei semplicemente adorabile, sai, Beth?"

Con il solo e sbiadito coraggio sopito dentro di me dovevo combattere la forza di un dio, quando non ero nemmeno in grado di impedire a me stessa di pensare che – nel fortuito o sfortunato caso mi fossi imbattuta in Michael – non sarei stata capace di reagire, mi sarei tramutata in pietra a un suo sguardo, e mi sarei fatta uccidere. Non avrei vinto, ma il mio dolore sarebbe perlomeno finito.

"Non è ironico come il frutto proibito cresca sempre sui rami più bassi?"

Immaginavo, nei momenti in cui le memorie si interrompevano prima di ravvivarsi, lo scontro finale, il momento in cui Bene e Male si sarebbero dibattuti per l'ultima volta, decidendo le sorti del mondo. E in tali visioni, esattamente come negli incubi che da due anni mi perseguitavano, io scrutavo Michael dritto negli occhi, ma contrariamente a quel che avveniva nel sonno, il suo sguardo non era deluso, era collerico, straripante di odio. Mi rammentava me stessa nei momenti in cui, nel tempo trascorso fianco a fianco in Paradiso, il mio Arcangelo aveva dubitato di noi, della correttezza di quanto stavamo facendo. I suoi sussurri costernati, preoccupati, avevano sempre avuto l'effetto di una lama intenta ad affondare nella carne molle del mio ventre, quando diceva: "Forse non dovremmo continuare a fomentare quel nero settembre... forse la nostra passione è sbagliata, Beth..."

Ora comprendevo quanto, sin dal principio, Dio non avesse condiviso la nostra unione, diffondendo i semi dell'incertezza nella mente del mio amato. Da sola, contro la Sua grandezza, io non avrei potuto far nulla, non avrei potuto fermare la giunta di ottobre.

"Un unico morso non può fare così male, e se siamo qui, insieme, un motivo deve esserci."

"Ma io ho troppo da perdere e nulla da guadagnare. La realtà non è una favola, Beth."

Il taglio che infettava il mio cuore era profondo, e più andavo avanti più quell'inverno dentro me cresceva, le mie labbra serrate e nessun bacio a liberarle dallo sconforto che le deturpava. Le mie mani, così fredde, sarebbero mai state strette di nuovo? O la mia fame sarebbe rimasta insaziata, eterna, quella fame per la sua pelle, per il suo amore, fino a condurmi all'oblio per suo stesso volere?

Michael non era più lo stesso, ma io non potevo lasciarlo andare, non così.

Avremo dovuto fare attenzione, io e Uriel, tenere un profilo basso in attesa che gli altri portali si aprissero, che Lilith ed Eva ci raggiungessero. Forse, con il loro aiuto saremmo riusciti a sferzare il nostro attacco e a ferire Dio, pagandolo con la sua stessa moneta.

E forse, con il giusto metodo, anche il mio Michael sarebbe tornato.

Speravo solo che, attendendo il ritorno di quel nero settembre, il mio corpo non si smembrasse definitivamente.

Ed eccoci qui con il capitolo 5!Tenterò d'ora in poi di riprendere ad aggiornare una volta a settimana, sempre a giorno casuale

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Ed eccoci qui con il capitolo 5!
Tenterò d'ora in poi di riprendere ad aggiornare una volta a settimana, sempre a giorno casuale.

So che come capitolo è corto, ma il prossimo è più lungo, quindi compensa!

Spero vi sia piaciuto e come sempre vi invito a scrivermi le vostre impressioni!
Grazie ancora per essere qui!

Noi ci vediamo la prossima settimana con il capitolo 6, "Still"!
Stay tuned!

Beth out of Hell | ✓Where stories live. Discover now