7 - la gabbia d'oro

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Sono un prigioniero e vivo in una cella dalle sbarre d'oro.

Non è scomoda per niente, anzi è piuttosto confortevole. La stanza è calda e piacevole alla vista. I letti sono morbidi e sopra le coperte ci sono dei soffici cuscini. Il bagno è pulito e non manca mai l'acqua.

Eppure sono prigioniero e vivo in una cella dalle sbarre d'oro.

Le guardie in genere sono cortesi e mi danno tutto ciò che voglio da mangiare. Sulla parete c'è un'ampia libreria dove posso leggere qualsiasi scritto che io ricerchi. Inoltre attraverso la piccola finestra dagli infissi dorati posso osservare cosa accade fuori dal carcere.

Ciò nonostante sono prigioniero e vivo in una cella dalle sbarre d'oro.

Dentro la mia stanza c'è un telefono, se voglio posso parlare con delle persone. A volte lo uso, ma spesso mi limito ad origliare le conversazioni altrui, mentre guardo fuori dalla finestra o leggo un libro.

Ma ad ogni modo sono prigioniero e vivo in una cella dalle sbarre d'oro.

In realtà, sulle sbarre dorate di questa gabbia non vi è alcun lucchetto. La porta non è stata nemmeno chiusa con la chiave, anzi è a malapena accostata. Nulla mi direbbero le guardie se provassi a scappare. Non mi verrebbe inflitta alcuna punizione se abbandonassi la stanza per un giorno, per un anno o per sempre.

In ogni caso sono sempre prigioniero e vivo in una cella dalle sbarre d'oro.

A dire il vero anche le guardie quando finiscono il loro turno non tornano a casa, ma vanno a dormire nella loro gabbia dalle sbarre dorate. In effetti non sono l'unico ad avere questo privilegio, in questo grosso carcere siamo qualche miliardo tra carcerati e carcerieri.

Sono tutti prigionieri in delle celle dalle sbarre d'oro.

E quando dalla finestra vediamo quei pochi rimasti a piede libero ci indigniamo e speriamo che presto vengano acciuffati. Quei maledetti!

Io in tanti anni non ho mai lasciato questa stanza, qui ho tutto quello che mi serve. Però continuo a sentirmi prigioniero. Il mondo là fuori l'ho visto solo da questa piccola finestra, e nonostante nessuno mi obblighi a rimanere qua dentro, non riesco a trovare la volontà per uscire.

E come darmi torto? Voi fuggireste da tanto agio e da tanta comodità?

Forse son queste le vere sbarre che mi trattengono qui. Non le posso toccare ma sono più tenaci del metallo. Il direttore del carcere deve averlo capito, la pigrizia è la prigione definitiva e nessuno potrà mai evadere da essa. Ecco perché i detenuti non riescono a scappare.

L'ho capito troppo tardi, adesso che sto morendo tra le mura di questa stanza. Il mio unico rimpianto è che nessuno leggerà ciò che ho scritto.

Perché sono un prigioniero e vivo in una cella dalle sbarre d'oro.


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