5 - il parco

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Joe e Matt avevano la stessa età ma un rapporto diverso con l'amore.

Il primo era disgustoso, amava i bambini. E non li amava in quel senso buono, no, li amava in modo sessuale. Era un pedofilo e si odiava per questo, ma non poteva farci nulla, non poteva estirpare ciò che faceva parte della sua natura.

L'altro invece era sposato con una donna della sua età, da cui aveva avuto due figli, un maschio e una femmina. Avevano avuto un bel matrimonio secondo tradizione, e odiava i tipi come Joe. I pedofili gli facevano ribrezzo, li detestava con tutto se stesso. Rendevano il mondo un posto peggiore, e gli dava il voltastomaco soltanto l'idea che tipi del genere si potessero avvicinare a dei bambini.

Joe tuttavia non aveva mai sfiorato un fanciullo, nemmeno con un dito. Sapeva che era sbagliato e non voleva nuocere ad altri, specialmente agli infanti, perché li amava. Viveva da solo, era stata sua la scelta, sapeva che nelle sue condizioni non avrebbe mai trovato l'amore e doveva farci i conti. Avrebbe dovuto convivere con questo fardello per il resto della sua vita e per quanto fosse difficile, doveva accettarlo.

Matt invece amava sua moglie, nonostante certe volte riuscisse a tirare fuori il peggio di sé. Quando ciò accadeva lui la picchiava, ma non era colpa sua, lei lo aveva costretto. Era spesso fuori per lavoro o altro, e al suo ritorno i suoi figli erano sempre più simili alla madre e altrettanto insopportabili. Così li picchiava, per educarli, perché li amava. Amava la sua famiglia, benché a volte credesse di odiarla per quanto fosse insopportabile. Vivere con loro era frustrante, ma certe cose vanno sopportate per amore.

Anche Joe doveva sopportare alcune condizioni che gli rendevano la vita misera. Quando passeggiava e un bambino gli incrociava la strada, distoglieva subito lo sguardo e cercava di non fare pensieri immondi. Odiava la sua perversione, avrebbe di gran lunga preferito ingoiare un farmaco che raddrizzasse la sua mente deviata, piuttosto che continuare così. Più volte aveva pensato al suicidio, ma non ne aveva avuto il coraggio.

Al contrario Matt non poteva permettersi di morire. Da lui dipendevano le vite di sua moglie e dei suoi figli, non avrebbero potuto sopravvivere senza di lui. Per questo la famiglia non doveva sfaldarsi. Così quando i passanti notavano l'occhio nero di sua moglie o lividi sulle braccia dei suoi figli, quelli dicevano una bugia a fin di bene, per mantenere la famiglia unita. Sua moglie usava i suoi trucchi per ovviare a questi inconvenienti, perché lo amava, così come lo amavano i suoi figli.

D'altro canto Joe aveva risolto in parte i suoi problemi con l'autoerotismo, usando a volte l'immaginazione, a volte dei disegni perversi e rivoltanti come lui. Certe volte utilizzava addirittura delle foto. Non era il solito materiale pornografico, piuttosto erano foto di vita quotidiana. Non voleva vedere immagini dove i bambini fossero messi a disagio. Non era nemmeno lui a scattarle, non ne aveva il pudore, ma le prendeva da altre fonti. Quei disegni e quelle foto li teneva in casa sua, nascoste in un cassetto o in un apposito raccoglitore. Se li portava in giro, faceva attenzione che nessuno li notasse, non voleva rendere altri partecipi del suo interesse inappropriato verso i bambini.

Spesso Matt doveva ribadire ai suoi figli che non potevano andare in ospedale, o i medici avrebbero fatto domande. A volte era costretto a urlare, poiché continuavano a lamentarsi, rendendosi ancora più insopportabili e odiosi, quindi doveva picchiarli di nuovo. Amava ancora la sua famiglia, ma certo è che doveva trovare una maniera per continuare a sopportarla. Così, a volte, non tornava dalla sua insopportabile moglie e si intratteneva con altre donne. Quando non voleva vedere i suoi insopportabili figli, si attaccava alla bottiglia, poi tornava a casa e picchiava sua moglie e i suoi figli per averlo trasformato in un peccatore.

Un giorno Matt e Joe si incontrarono al parco.

Stavano passeggiando in direzioni opposte e si urtarono a vicenda. Matt gli urlò di fare attenzione, mentre Joe si chinò a raccogliere in fretta e furia i fogli che gli erano volati dalla borsa. Matt stava per andarsene, quando incuriosito notò le immagini perverse che aveva con sé quel tipo. Era chiaro che si trattasse di un pedofilo.

Buttò a terra la sua birra e afferrò Joe per il collo della maglietta, buttandolo con forza contro una panchina. Gli urlò contro dandogli del pervertito, mentre l'altro tentava di divincolarsi in qualche modo. Diceva di essere spiacente, ma Matt non poteva perdonarlo, tra le pericolose grinfie di quell'essere immondo sarebbe potuta capitare la sua amata famiglia, che frequentava parchi proprio come quello.

Giustamente lo picchiò, scagliandogli contro gli insulti che meglio lo descrivevano. Joe cercò invano di scusarsi, ma non fu abbastanza per fermare la furia di Matt, che lo devastò a suon di pugni.

Più tardi al notiziario, dissero che un pedofilo era stato ammazzato di botte da un padre di famiglia. La gente si schierò immediatamente a favore di quest'ultimo e nessuno prese le difese dell'altro. In fondo era giusto così, quel giorno un pedofilo era morto.

Adesso il mondo era un posto migliore. 

Storie depresse.Where stories live. Discover now