Capitolo secondo

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Fomentato dalle sue parole, Draco allungò le mani verso la vita di Harry e se lo spinse contro con violenza.

Fu un attimo, un pensiero che lo sfiorò e volò via con la stessa velocità con cui era arrivato: "però, questo Potter non è così male".

E subito le labbra si toccarono costringendo Harry ad alzare leggermente la testa per via della loro differenza di altezza. Sentiva ancora le mani fredde del ragazzo che aveva di fronte stringerlo a sé senza esitazione, così gli portò le mani alla schiena, poco meno larga della sua, non appena Malfoy impose la lingua nella sua bocca.

Entrambi si ritrovarono a chiedersi perché quel contatto non risultasse spiacevole, ma tutt'altro: si trovarono a perfetto agio muovendosi l'uno nell'altro, le azioni erano fluide e ogni gesto risultava naturale, come se non avessero fatto altro per tutta la vita.

Le mani andavano strofinando i tessuti del maglione e della giacca, salendo fino a toccare la base del collo, poi i capelli.

Il confluire del sangue fino alle sue parti basse fece rendere conto Draco che sì, era veramente piacevole e il fatto che poco dopo avvertì Harry tentare di allontanare il proprio bacino dal suo, pur lasciando i petti ben aderenti, fece pensare Malfoy che anche il moro stesse riscontrando il suo stesso problema di circolazione.

Lo scambio di saliva stava durando definitivamente più del dovuto, infatti gli altri alunni iniziarono ad insospettirsi e guardarsi a vicenda con espressioni stupite, – non pensavo che fossero competitivi fino a questo punto – sussurrò qualcuno guardandosi intorno.

I due però non sembrarono accennare a smettere, ma anzi, il bacio divenne sempre più intenso e avvolgente tanto che gli occhiali di Harry, schiacciati tra i due visi e leggermente spostati dal suo naso, erano ormai sporchi da entrambe le parti delle lenti.

Dopo un tempo che ai nemici sembrò essere infinito, ma comunque non abbastanza, Potter si staccò di colpo dando fine al vortice di mani, lingue e passione, come se prima non si fosse accorto di cosa stesse facendo.

Alcuni giurarono di vedere un filamento di saliva unire per i primi centimetri i due visi ancora arrossati.

– D-devo andare in bagno – accennò poi il più alto con fare schifato, come se si fosse veramente reso conto solo ora a chi appartenesse il sapore che percepiva in bocca.

– Sì, anche io ho bisogno di sciacquare la bocca – aggiunse, se possibile, con ancora più ribrezzo quando Malfoy gli fu lontano di qualche passo.

Aprì la porta dei servizi silenziosamente e scoprì il biondo piegato sul lavandino intento a sciacquarsi la bocca più che a bere.

"Allora il viso non è l'unica cosa ad avere carina" osservò nella sua mente guardandogli il fondoschiena elegantemente rinchiuso nei pantaloni.

Senza ragionarci troppo, gli andò dietro e Draco, sentendo un rumore vicino, alzò di scatto la schiena indietreggiando di un passo scontrandosi con Harry, il quale portò istintivamente le mani ai fianchi dell'altro.

Malfoy guardò il ragazzo alle sue spalle dallo specchio sopra il lavabo e, con un tono calmo, diede voce ai suoi pensieri – eccitato, Potter? – si girò poi, ancora tra le sue braccia, per averlo faccia a faccia.

Potter non esitò a staccare una mano dal suo fianco per portarla al cavallo dei pantaloni.

– A quanto pare non sono l'unico, che dici?

Il Mangiamorte si lasciò sfuggire un respiro più profondo.

– Potter, s-sta arrivando qualcuno.

Suo malgrado lo allontanò con una spinta e il suo corpo gli diede atto di non essere d'accordo del distacco.

Un uomo sulla quarantina entrò, senza degnar loro di uno sguardo si diresse a una cabina; nello stesso istante si diedero un ultimo sguardo e Malfoy se ne andò con fare degno del suo cognome.

Kamikaze - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora